Itinerari

Lunga ma facile salita alla Cima Cars, nel Parco Naturale Marguareis

Lontano dai percorsi più conosciuti, tra boschi e alpeggi dell’Alta Valle Pesio (CN). Il fascino senza tempo di una millenaria Certosa

L’autunno è forse la stagione migliore per assaporare tutta la varietà di ambienti e di colori dell’alta Valle Pesio raccolta intorno alla millenaria Certosa di Pesio, che ne ha segnato le vicende e le modalità di insediamento abitativo, e ha contribuito a preservare i caratteri del territorio in un contesto di singolare continuità. Il Parco naturale Marguareis, istituito nel 1978, nella sua estensione iniziale ricalcava con qualche approssimazione il nucleo primitivo delle proprietà conventuali, proponendo la tutela di un’area di grande valore naturalistico ma anche dall’interessante storia del paesaggio, dai risvolti tuttora leggibili. 
Come sempre, in questa stagione, vale l’avvertenza di verificare il meteo e le condizioni del tracciato prima di mettersi in cammino.

L’itinerario: la Cima Cars dal Vallone di Serpentera

Partenza e arrivo: Chiusa di Pesio (CN), località Pian delle Gorre (1032 m)
Dislivello: + 1190 m
Tempo: 5 ore (a/R)
Difficoltà: E

Questa escursione premette di scoprire il laterale vallone di Serpentera, dove sono ancora attivi due alpeggi, corrispondenti ai diversi livelli altitudinali di sfruttamento dei pascoli, dall’origine molto antica poiché parte integrante del nucleo primitivo dei possedimenti della Certosa di Pesio e citati nel documento di fondazione del 1173 (Alpes Serpenterii). Durante il tardo periodo autunnale, dopo la discesa delle mandrie, non è difficile imbattersi in consistenti branchi di camosci che si preparano a svernare su ampie estensioni erbose ad esposizioni favorevoli. 

La nostra meta è la Cima Cars, dal toponimo evocativo di corrispondenze con le Alpi Orientali, non prive di fondamenti geologici e climatici. È una montagna dall’aspetto molto diverso a seconda dei versanti: squadrata e tozza da Ovest, rivolge invece a Est una parete di 600 metri, salita per la prima volta soltanto nel 1933 da Sandro Comino e Piero Garelli. Una variante di questa via fu aperta nel 1939 da Armando Biancardi in solitaria.

Dal Pian delle Gorre (1032 m) si percorre solo per un breve tratto la strada del fondovalle e dopo una piccola cascata si svolta a sinistra sulla mulattiera H6 inoltrandosi in una superba abetaia. Oltre una dolina conosciuta come “U Garb du Fra” (Il Buco del Frate) si esce nella tranquilla radura del Pian del Creus (1279 m), circondata da boschi di conifere, e si continua sotto la imponente bastionata di placche calcaree delle Rocce Brusèis, riprendendo poi a salire verso le due baite affiancate del Gias Madonna (1650 m), un panoramico poggio che permette di osservare la morfologia dell’opposto versante della valle. 

La parte successiva del tragitto comporta l’attraversamento di pendii molto ripidi; va quindi affrontata esclusivamente in assenza di neve. Si prosegue per il Gias Soprano Serpentera (1797 m) e a monte del casotto, con un sentiero trasversale a sinistra, si doppia un contrafforte intermedio che spartisce il vallone in due rami paralleli e ci si sposta ancora in diagonale a un colletto interno, il Colletto Pellerina (1978 m) dove la veduta si estende dal massiccio principale del Marguareis fino alla parte inferiore della vallata e ai dintorni di Cuneo. Poco dopo si devia a destra seguendo una traccia, secondaria ma sempre ben segnalata, sull’erbosa dorsale W, e si raggiunge la massima elevazione della Cima Cars 2217 m, al bordo della vasta depressione imbutiforme del fianco Nord, chiamata in dialetto “Gavi” (Conca). La croce di vetta sorge nei pressi dell’anticima Est (2204 m), protesa a strapiombo sulla valle Ellero, da cui possiamo riconoscere alcune delle grandi stazioni sciistiche del Monregalese. 

Come arrivare

Il punto logistico per l’approccio al Parco Naturale del Marguareis e alle escursioni nell’alta valle, raggiungibile in auto fino alle prime nevicate, è il Pian delle Gorre, sede di un vecchio alpeggio trasformato in un accogliente rifugio, al margine di una radura posta alla ramificazione di valloni ricchi di boschi, tra cui si distinguono le magnifiche abetaie, e di corsi d’acqua dalle numerose cascate. L’accesso nei giorni prefestivi, festivi e nel periodo estivo è regolamentato e soggetto a pagamento (www.parcomarguareis.it). Dopo la chiusura invernale della strada è praticabile un percorso per pedoni e racchette da neve con partenza dalla Certosa di Pesio (859 m) o dal Villaggio Ardua (918 m). 

Da vedere: la Certosa di Pesio

L’attuale aspetto della Certosa è il risultato di una complessa stratificazione di fasi costruttive, avviate dal XII secolo e coronate dall’armoniosa chiesa abbaziale nuova, eretta alla fine del Cinquecento, decorata da un pregevole ciclo di affreschi nel primo seicento. La soppressione del monastero in epoca napoleonica (1802) comportò irreparabili distruzioni. Dopo il 1835 venne intrapresa la conversione in un complesso alberghiero e termale che garantì alla valle un precoce successo turistico, esauritosi tuttavia con la crisi definitiva di questo tipo di stabilimenti. Soltanto dal 1934, con l’acquisto da parte dell’Istituto Missioni della Consolata di Torino, la Certosa ha ritrovato una funzione consona alla presenza religiosa, ed è diventata un apprezzato e frequentato centro di spiritualità (www.certosadipesio.org).

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