AlpinismoNews

Tutti i 4000 delle Alpi in 19 giorni. Conclusa la nuova, stratosferica corsa a fil di cielo di Kilian Jornet

L’alpinista e ultra runner catalano ne ha fatta un’altra delle sue. Tra una montagna e l’altra si è spostato solo a piedi o in bici

Un alieno. Non si può definire altrimenti. Kilian Jornet, negli anni, ci aveva abituato a record incredibili, prestazioni fuori dal comune, ma questa volta è andato oltre. 

Il progetto si chiama Alpine Connections e l’obiettivo era quello di salire tutti gli 82 quattromila delle Alpi concatenandoli in bicicletta o a piedi. By fair means, insomma. Il risultato è che ce l’ha fatta in soli diciannove giorni, un tempo mostruoso tenendo conto non solo dei chilometri e metri di dislivello percorsi (1207 km e 75344 m d+), ma soprattutto dell’ingaggio e del livello tecnico che molte salite richiedono. 

La cronaca

Piccolo prologo: il 10 agosto Kilian vince La Sierre Zinal, una delle gare di trail running più importanti al mondo e lo fa firmando un nuovo record di 2h25’. La forma c’è e quindi perché non rimanere sulle Alpi e approfittare delle buone condizioni? 

Giusto il tempo di preparare lo zaino, rigorosamente con bilancia alla mano, e il 15 agosto Kilian riparte. Si inizia da est, il Piz Bernina è il primissimo quattromila salito e sceso in una manciata di ore. Dopodiché monta in sella alla sua bici e pedala per oltre 200 km per raggiungere l’Oberland. Esattamente il tempo in cui noi comuni mortali ci siamo mangiati la grigliata di Ferragosto. 

Il 16 agosto il tempo non è perfetto, ma non è di certo una scusa per rimanere a letto! Kilian scala il Lauteraarhorn e lo Schreckhorn, due quattromila uniti da una cresta aerea. Già che c’è sale anche il Finsteraarhorn (4274 m) la cima più alta dell’Oberland Bernese.

Il terzo giorno fa qualcosa di incredibile. Dopo un paio d’ore di sonno alla Finsteraarhorn Hut, parte con l’obiettivo di collezionare sei cime. In 32 ore di scalata riesce a salire il Gross Grünhorn, l’Hinter Fiescherhorn, il Gross Fiescherhorn, il Mönch, lo Jungfrau e l’Aletschhorn. Il tutto con condizioni meteo avverse, pioggia e ghiacciai molto crepacciati. Poi via in bici verso la prossima meta. 

Il 19 agosto lo raggiunge l’amico e atleta Matheo Jacquemoud e insieme salgono la cresta sud del Lagginhorn e subito dopo il Weissmies. Siamo già a quota dodici. 

Il 20 agosto è tempo di spostarsi nel Vallese. Da solo sale Dürrenhorn, Hohberghorn, Stecknadelhorn e Nadelhorn. 

Giorno sei: con Jaquemoud sale Lenzspitze, Dom e Täschhorn. Si aggiunge alla compagnia la guida alpina Genis Zapater per collezionare anche Allalinhorn, Rimpfischhorn e Stalhhorn. 

Tre ore di sonno alla Capanna Margherita e Kilian parte per il suo personale Spaghetti Tour. In un solo giorno sale praticamente tutto il gruppo del Rosa, ovvero Nordend, punta Dufour, Zumstein, punta Gnifetti, punta Parrot, Ludswighöhe, Corno Nero, la Pyramide de Vincent, la Giordani, i Lyskaam est e ovest, Castore, Polluce, Roccia Nera e infine i vari Breithorn. 

È passata una settimana ed è arrivato il momento di volare sul Cervino. Raggiunge la cima in 2 ore e 50 e così rimane il tempo per fare anche Dent d’Hérens e Dent Blanche. 

Kilian rimane ancora un giorno in Svizzera per scalare le ultime cime del Vallese: Ober Gabelhorn, Zinalrothorn, Weisshorn e Bishorn. Finalmente arriva a Zinal dove si concede qualche ora di riposo con la famiglia. 

Dal Gran Combin al Gruppo del Monte Bianco e al Gran Paradiso

Il 25 agosto inizia con una “sgambata” di 110 chilometri in bici per raggiungere Bourg Saint-Pierre. Lì lo aspetta l’amico e guida alpina Alan Tissieres e insieme salgono il Grand Combin, collezionando le sue tre cime (Combin di Valsorey, Grand Combin e Combin de la Tsessette). 

Il 26 è un “easy day” come lo definisce l’atleta. Sale in bici La Fouly e scollina in Italia, in Val Ferret. “Fortunatamente” il meteo è avverso e può finalmente concedersi una giornata di riposo in cui prendersi cura di piedi e mani. 

Recuperate le energie, è tempo di confrontarsi con le Jorasses! In cordata con tre amici risale la via normale per poi percorrere tutta la cresta ovest (punta Walker, Whymper, Croz, Elena, Margherita), salire il Dome di Rochefort, l’Aiguille di Rochefort e il Dente del Gigante. Breve pit stop al rifugio Torino e di nuovo di corsa fino al refuge du Couvercle. 

Da qui, il giorno dopo, Kilian scala l’Aiguille Verte, la Grande Rocheuse, l’Aiguille du Jardin e Les Droites portandosi a casa in un solo giorno alcune delle cime più complicate delle Alpi. 

Il 30 agosto Kilian firma un’altra impresa da extraterrestre. Parte dal Rifugio Torino con Jacquemoud e Noa Barrau, fa la cresta dei Diables (punta Chaubert, Médiane, Carmen e Isolée), prosegue al Mont Blanc du Tacul, Mont Maudit e cima del Monte Bianco. Fa un salto al Dôme du Gouter e all’Aiguille di Bionassay e da solo torna in cima al Monte Bianco. Da lì, sempre solo, scende dalla cresta del Brouillard toccando così anche il Monte Bianco di Courmayeur, il picco Luigi Amedeo, il Mont Brouillard e la punta Baretti per arrivare poi al bivacco Eccles e riposare quattro ore. 

Quattro ore sufficienti per ripartire alla volta del Grand Pilier d’Angle che scala in solitaria e concatena all’Aiguille Blanche di Peuterey. 

Il duro è fatto, ora rimangono le ultime cime più a sud. Prima il Gran Paradiso, che sale accompagnato dalla campionessa del mondo Emily Harrop e dall’atleta di casa Henri Aymonod. Poi una pedalata in Francia verso i due quattromila restanti, i più a sud delle Alpi. Con la salita della Barre des Écrins e del Dôme, Kilian chiude il cerchio il 1° settembre. 

Non ci sono parole per descrivere quello che ha fatto quest’uomo. Solo tanta emozione e un grandissimo rispetto. 

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close