La Groenlandia di Matteo Della Bordella e il Pollino di Guido Gravame e Mimmo Ippolito a confronto domani sera a San Severino Lucano
L’incontro previsto nell’ambito del Festival dell’Escursionismo sul Pollino. L’alpinista lombardo racconterà le sue ultime spedizioni, i due esponenti dell’“appenninismo meridionale” parleranno delle loro vie su roccia, ghiaccio e misto
Qualche volta l’alpinismo del Sud e quello del Nord si incontrano. Succede ogni estate, quando gruppi di soci delle sezioni campane, calabresi, lucane e pugliesi del CAI partono verso i “quattromila” delle Alpi, sobbarcandosi viaggi di un migliaio di chilometri e oltre in direzione della Valsesia, della Valle d’Aosta o della Svizzera.
Nord e Sud si sono incontrati sistematicamente negli anni Ottanta, quando Alessandro Gogna, per mesi, ha esplorato sentieri, pareti e falesie del Sud, della Sicilia e della Sardegna. Il suo libro “Mezzogiorno di Pietra”, pubblicato nel 1982 da Zanichelli, è stato per decenni una Bibbia per gli alpinisti forestieri e locali. Sul Pollino, le vie di Gogna e Andrea Savonitto nelle Gole del Raganello e dintorni sono state le prime in assoluto.
L’alpinismo del Sud e quello del Nord si incontreranno ancora una volta sabato 31 agosto a San Severino Lucano, nella serata-clou del Festival dell’Escursionismo sul Pollino, l’evento più importante del suo genere nel Parco, che è arrivato alla settima edizione. In mattinata, com’è già accaduto negli anni scorsi, gli escursionisti potranno partecipare a camminate guidate verso il Monte Pollino, la Serra del Prete e le Gole di Jannace.
Alle 18, nel Centro visite del Parco di San Severino, sarà di scena Matteo Della Bordella, uno dei migliori alpinisti italiani di oggi. Nella sua conferenza racconterà delle sue arrampicate sul Cerro Torre e su altre vette famose della Patagonia, e della recentissima (è tornato da una manciata di giorni!) spedizione in Groenlandia, dove insieme ad Alex Gammeter, Symon Welfringer e Silvan Schüpbach ha traversato un insidioso braccio di mare in canoa, e ha aperto una via di 1200 metri, con difficoltà fino al 7b, sull’inviolata parete nord-ovest del Drøneren.
Il racconto di Della Bordella merita certamente la trasferta verso San Severino Lucano. A renderlo ancora più interessante saranno gli interventi dedicati all’alpinismo sul Pollino e dintorni da parte di due dei migliori praticanti locali.
Guido Gravame, pugliese, autore qualche anno fa della bella guida “Sud verticale” pubblicata da Idea Montagna, parlerà delle vie di arrampicata su roccia. Domenico “Mimmo” Ippolito, campano di Sala Consilina, racconterà le ascensioni su ghiaccio e misto che ha compiuto negli ultimi anni con i suoi compagni di cordata.
“Fino a qualche decennio fa, l’itinerario più duro sulle rocce del Pollino era la Via del Peperoncino (fino al VI grado) di Gogna e Savonitto, mentre su neve e ghiaccio si salivano canaloni di difficoltà moderata. Poi c’è stata una rivoluzione” spiega Mimmo Ippolito, che ama definire la sua attività come “appenninismo meridionale”.
“Su roccia, la via più interessante è Moto Perpetuo alla Timpa di San Lorenzo, un viaggio verticale di 18 tiri di corda. La più dura è Dyabolica alla Pietra del Demanio, un capolavoro del mio amico Gravame. La falesia della Falconara è ricca di vie impegnative” prosegue Ippolito.
“Su ghiaccio e misto la realizzazione più importante è Moschettieri sul Monte Alpi di Latronico, con pendenze fino a 80°. E naturalmente la Cascata delle Ciavole, la più meridionale d’Italia, che abbiamo aperto nel 2020 con la decisiva collaborazione dell’abruzzese Cristiano Iurisci, e che è stata completata dalla guida alpina molisana Riccardo Quaranta”.
Non sappiamo se, dopo l’incontro di sabato, Matteo Della Bordella, Guido Gravame e Mimmo Ippolito si legheranno in cordata per salire qualche itinerario su roccia. E’ interessante vedere, ancora una volta che intorno alla roccia e al ghiaccio (quando c’è) del Pollino gravitano sempre più spesso alpinisti di tutte le regioni del Centro-Sud.
Ogni inverno, quando le condizioni sono buone, Mimmo Ippolito affronta insieme a Iurisci e ad altri amici le grandi vie di neve, ghiaccio e misto del Monte Sirente e del Gran Sasso, che da casa sua distano cinque o sei ore di viaggio. In estate, per lui e per i suoi compagni di cordata, ci sono gli interminabili viaggi verso il Cervino, il Monte Bianco e i Mischabel.
Qualche settimana fa, dopo una lunga giornata al volante, Mimmo e altri “appenninisti meridionali” hanno risalito l’interminabile ghiacciaio di Aletsch e hanno raggiunto la vetta della Jungfrau, nell’Oberland Bernese. Se la passione si misura in chilometri, gli alpinisti del Sud vincono il confronto con il Nord alla grande.