Torna il Trofeo KIMA: in Valtellina l’esame di laurea per gli skyrunner
Il 24 agosto molti tra i più forti atleti del mondo si sfideranno lungo un tracciato di 52 km, che ricalca in gran parte il Sentiero Roma. Cancelli orari molto stretti e un tracciato molto tecnico. Una gara per pochi, ma da andare a vedere in prima persona
Il trekking sul Sentiero Roma, preso nella sua totalità, si sviluppa per 54 km attraversando la Val Codera, l’intera testata della Val Masino e termina in Valmalenco. Si cammina quasi sempre attorno ai 2500 metri di quota fino a sfiorare, in concomitanza dei valichi, i 3000 metri. Una camminata da non prendere “sotto gamba” dal momento che, per affrontarla, non basta essere ben allenati. È necessario sapersi muovere agevolmente su terreno tecnico (è infatti classificato EEA, cioè per escursionisti esperti con attrezzatura), pietraie e tratti esposti e con catene. A seconda delle capacità si consiglia di affrontarlo in diverse giornate (da 3 a 5 giorni di cammino) e debitamente attrezzati (set da ferrata completo di caschetto, oltre a ramponi e piccozza qualora ci siano tratti innevati che, viste le quote, si possono incontrare anche a luglio e agosto). Un’esperienza senza dubbio impegnativa, ma a ripagare delle fatiche ci sono le grandi montagne sotto le quali si cammina: il Ligoncio, il Badile, il Cengalo, la Cima di Zocca, la Cima di Castello e, ultimo ma non certo in ordine di importanza, il Disgrazia.
Fa specie pensare che dal 1995, su parte di questo tracciato e per la precisione sulla parte che riguarda la Val Masino, si corre il Trofeo Kima, skyrace da 52 km e 8400 m di dislivello totale (positivo e negativo) entrata ormai nella leggenda della corsa a fil di cielo. Sì, perché quei 52 km con partenza e arrivo a Filorera, i più veloci lo completano in poco più di sei ore, balzando da un sasso all’altro, inerpicandosi sulle catene, letteralmente “volando” nei tratti più corribili. A ragion veduta considerata tra le più belle e impegnative skymarathon a livello mondiale, si svolgerà il 24 agosto e sarà prima tappa italiana delle Merrel Skyrunning World Series, la Coppa del Mondo di specialità. Lecito quindi attendersi al via i migliori interpreti mondiali della disciplina.
La storia del Sentiero Roma
Ideato nel 1928 dal Cai Milano e approvato, dopo attenti studi, dal Comando del Corpo d’armata di Milano, nello stesso anno viene realizzata la prima parte del tracciato, che andava dal Rif. Gianetti al Passo del Camerozzo. Nel 1929 arriva la realizzazione del tratto successivo: dal Camerozzo al Rif. Allievi. Il progetto, partito con slancio, rimane però fermo fino agli anni Trenta per via, così si legge nella documentazione storica, “delle difficoltà di realizzazione: ampie distese di gande ed ostacoli rocciosi”. Solo tra gli anni ‘50 e ‘60 fu collegato con il Rifugio Omio, di proprietà del CAI -SEM di Milano.
Il tracciato di gara
Dopo la partenza da Filorera, si sale fino alla Val Preda Rossa e da lì fino a Bocchetta Roma (m 2894, passando per il Rif. Ponti), primo spietato cancello dove finisce la gara dei meno rapidi. Da qui si scende nella solitaria Val Cameraccio per affrontare l’omonimo passo che porta sino al GPM del Kima, a una quota di 2950 metri. Tra nevai, sassi instabili e continui saliscendi, si supera poi il Passo del Torrone (m 2518) prima di raggiungere il Rifugio Allievi. Da qui il gioco si fa tosto: gli atleti rimasti all’interno dei tempi consentiti, devono superare i tre passi di Averta (m 2551), Qualido (m 2647) e Camerozzo (m 2765) e raggiungere il Rifugio Gianetti (altro cancello orario, a 8 ore da via!). Un tratto impervio non adatto ai deboli di cuore porta ad affrontare il temuto Barbacan (m 2570), prima di tuffarsi nella lunga e tecnica discesa che, passando dal Rifugio Omio e Bagni Masino, porta gli atleti verso il traguardo a Filorera.
“La gara più bella che io abbia mai corso”, parola di Kilian Jornet
Dal 2008 a numero chiuso e a cadenza biennale, per avere un pettorale di gara è necessario dimostrare di possedere un curriculum di gare tecniche e un minimo di punti ITRA. Condizioni che non hanno spaventato gli skyrunner ma anzi, sembrano aver reso la gara ancora più ambita. Complice l’affermazione del Re in contrastato dello skyrunning Kilian Jornet che lo ha definito “la gara più bella e più tecnica che abbia mai corso”, ogni biennio al comitato organizzatore giungono migliaia di richieste di iscrizione. Da qua sono passati tutti gli atleti più importanti della disciplina: Adriano Greco, Fabio Meraldi, Mauro Gatta, Ricardo Mejia, Bruno e Denis Brunod, Mario Poletti, Cheto Biavaschi, Morena Paieri, Corinne Favre, Gloriana Pellissier, Kilian Jornet, Emanuela Brizio, Paolo Gotti, Paolo Larger, Nicola Golinelli, Marco De Gasperi, Nuria Picas, Martina Valmassoi, Nadir Maguet, Finlay Wild, Bhim Gurung e Tadei Pivk. I tempi record sul tracciato originale (50 km con un dislivello positivo di 3800 m) sono ad oggi imbattuti (Marco Gatta 5h 49’10” e Gloriana Pellissier 7h48’27”). Dopo la variazione del percorso, che ha reso la gara ancora più lunga e impegnativa (52 km con 4200 m D+), i tempi da battere appartengono allo spagnolo Kilian Jornet (6h09’19”) e all’americana Hillary Gerardi (7h30’38”).
Il tracciato del Kima è, naturalmente, affrontabile anche come trekking, preferibilmente in senso inverso a quello dei corridori.
TAPPA 1
Bagni di Masino/Rifugio Omio
TAPPA 2
Rifugio Omio/Rifugio Gianetti (Sentiero Risari)
TAPPA 3
Rifugio Gianetti/Rifugio Allievi Bonacossa
TAPPA 4
Rifugio Allievi Bonacossa/ Rifugio Ponti e Prerossa