Tre giorni a fil di cielo lungo la Cresta Carnica, sul confine tra Austria e Italia
Un trekking poco noto ma non faticoso e di grande soddisfazione ha come filo conduttore i laghetti in quota intorno a Kartitsch, nel Tirolo Orientale
Un viaggio nella natura attraversando fitti boschi di aghiformi, vallate silenziose e camminando in cresta con l’impressione di essere sospesi nell’aria. La Cresta Carnica è tutto questo, un insieme di emozioni e ampi spazi da apprezzare con calma e senza fretta. Nella quiete di questi luoghi ancora non molto frequentati, i richiami delle marmotte, il cinguettio degli uccelli con il suono del vento e dei torrenti sono compagnia e non disturbo. Due storici rifugi ci accoglieranno per riposare e trascorrere le notti, il Filmoor-Standschützenhütte e l’Obstansersee Hütte. Un viaggio che ci porterà a guardare le Alpi dall’alto a 360° dell’EuropaKreuz sul GroßeKinigat/Monte Cavallino dove lo sguardo spazia sulle vette più alte del nord-est, sia in Austria sia in Italia.
L’itinerario
Partenza: Leiten (frazione di Obertilliach – AT)
Arrivo: Sportplatz/centro sportivo di Kartitsch (AT)
Punto più alto: Große Kinigat/Monte Cavallino (2.689m)
Dislivello: 2.250 m
Tempo di percorrenza: 3 giorni
Difficoltà: EE
L’inizio del cammino è a Leiten, piccola frazione del comune di Obertilliach. Si percorre un lungo tratto nel bosco fino a raggiungere una serie di radure nel territorio di Kartitisch. Poco prima del salto di una cascata naturale, la strada bianca lascia il posto al sentiero che a stretti tornanti raggiunge il pianoro dove il Leiterbach forma due laghi naturali. Sono gli Stuckensee (unterer e oberer) adagiati in una ampia conca glaciale dove, sulla sinistra idrografica, si possono osservare piccole baite di pastori e agricoltori. La valle è chiusa su tutti i lati da alture più o meno prominenti. Le più importanti sono l’Heretkofel, Cima Vallona/Wildkarlegg e la lunga Cresta della Pitturina/Filmoorhöhe fino all’imponente Große Kinigat/Monte Cavallino che si staglia nel cielo sopra il rifugio Filmoor-Standschützenhütte che si raggiunge in circa un’ora e mezzo di tranquillo cammino dal margine dell’ultimo lago. Intorno iniziano a essere ben visibili resti delle cicatrici che la Grande Guerra ha lasciato tra queste montagne. Si faranno sempre più evidenti man mano che si salirà in quota.
Particolarmente suggestivo è il tramonto sulle Dolomiti di Sesto. Il punto più bello per osservare il calar del sole e l’Enrosadira che “accende” le pareti delle montagne, è la sella dove inizia la Via Ferrata d’Ambros. Per raggiungerla sono sufficienti pochi minuti di cammino seguendo le indicazioni e i cartelli o chiedendo consiglio a Johanna, cortesissima gestrice del rifugio.
La tappa iniziale del trekking è lunga 8,5 km con un dislivello di 1.000 metri.
Seconda tappa
Il secondo giorno si sale subito sulla vetta del Große Kinigat/Monte Cavallino, che dai suoi 2.689 m di altezza concede un panorama tra i più belli della Cresta Carnica. Per raggiungerlo si percorre un traverso prima su ghiaione (ben battuto) poi un’ampia cengia naturale dove è presente un corrimano/cavo di acciaio di sicurezza (casco consigliatissimo). Raggiunto il pianoro sommitale, sulla destra si erge l’EuropaKreuz dove ogni anno gli abitanti di Kartitsch e di Comelico superiore si incontrano, in genere l’ultima domenica di agosto, per festeggiare l’unione e la pace.
Tornati sui propri passi si seguono le indicazioni per il Pfannspitze/Cima Vanscuro. Si cammina sulle pendici del Kleine Kinigat/Monte Cavallatto per poi tornare a salire dapprima su ghiaione, poi su ottimo sentiero con alcuni tratti un po’ esposti che tuttavia in genere non creano problemi. Lungo tutto il cammino i segnali sono continui e i cartelli che indicano la corretta direzione sono perfettamente posizionati. Raggiunti i 2.678 m della vetta si apre il panorama sull’Obstansersee e l’Alta Val Pusteria al cospetto del Roßkopf; qui dall’alto i trinceramenti e le fortificazioni costruite prima e durante la Grande Guerra diventano evidenti. Lungo la Val Silvella, sul versante italiano spiccano il cono vulcanico di Col Quaternà e la lunga cresta che unisce Col Rosson e Monte Spina. Tra il 1915 e il 1917, prima della disfatta di Caporetto, su queste creste furono scritte dolorose pagine di storia e le loro tracce sono evidenti su tutto il territorio che si attraversa.
Dal Pfannspitze/Cima Vanscuro si scende verso Forcella di Pala d’Orti/Obstanser Sattle superando una prima forcella e tralasciando il sentiero che scende verso il lago. Prima di iniziare la salita verso Cima Frugnoni iniziamo a scendere verso il rifugio. Lungo la discesa, sulla destra, si trova l’Heldenfriedof, uno dei tanti piccoli cimiteri di Guerra presenti lungo la Cresta Carnica.
Il piccolo lago alpino si raggiunge rapidamente e subito dopo ecco l’Obstansersee Hütte. Ha una struttura diversa e più importante del Filmoorstandschützen. Dalla forcella che guarda a nord in basso di può vedere il paese di Kartitsch e lungo la cresta della Alpi Austriache si distinguono nettamente il Großvenediger e il Großglockner. Dopo cena è un piacere sedersi a bordo lago e ascoltare i suoni della natura e delle marmotte che spezzano la quiete del luogo con i loro richiami. Il percorso di questa tappa misura 7 km con un dislivello di 700 metri
Terza tappa
Il terzo giorno di cammino porta di nuovo sulla linea di cresta seguendo le indicazioni per Sella Frugnoni; una volta raggiunta si apre di nuovo uno stupendo panorama sulle Dolomiti e sulla Nemes Alm, con il Col Quaternà a dominare le valli. Si prosegue verso ovest e dopo pochi minuti, incastonata su uno sperone di roccia, ecco la stele di “Dolomiti Senza Confini” posta sul punto esatto dove si toccano la Provincia di Belluno, l’OstTirol e la Provincia di Bolzano. Si continua lungo il sentiero verso l’Eisenreich/Montagna del Ferro per poi lasciare la Cresta Carnica verso lo Tscharrespitz. Ci si trova ormai sulla via del ritorno, tuttavia il panorama non termina ancora di stupire. Ora si possono vedere l’Obstansersee dalla prospettiva più bella e appare incastonato tra il Pfanspitze/Cima Vanscuro e il Roßkopf.
La discesa ora si fa un poco più marcata, tuttavia, il fondo morbido aiuta non poco a raggiungere la piana dell’Unterstand Obstanserboden con la Prinz-Heinrich-Kappelle e aiuta a preservare energie per l’ultima impegnativa discesa. Si percorre una lunga cengia scavata nella roccia prima della Grande Guerra e che costeggia una cascata che con il suo fragore accompagna fino alla strada bianca della Winklertal e da qui
al parcheggio dello Sportplatz di Kartitsch. La giornata conclusiva si sviluppa per 12 km con un dislivello di 750 metri.
Come arrivare
Per raggiungere Leiten, punto di partenza, è possibile percorrere statale del Gail o utilizzare i mezzi pubblici (fermata dell’autobus esattamente all’inizio del cammino). Dallo Sportplatz di Kartitsch, punto di arrivo, in pochi minuti si raggiunge di nuovo la statale; la fermata dell’autobus è a cento metri sulla sinistra.