Foto

Come scattare la foto delle vacanze perfetta

Spunti e idee per sopravvivere alla frenesia dello scatto tipica dei periodi di vacanza. Come ottenere grandi foto ricordo, o anche qualcosa in più

Chi segue questa mia rubrica, dovrebbe avere un interesse particolare per la fotografia e soprattutto per quella di montagna. Mi permetto, quindi, di elencare qualche consiglio per ottenere immagini interessanti che raccontino in modo diverso le nostre ferie, in modo da ottenere qualcosa in più delle semplici foto ricordo. Ben inteso, non ho nulla contro le foto ricordo, anzi credo che il fine ultimo della fotografia, o meglio il primo fine, sia proprio quello di fermare un momento della propria vita e di non dimenticare quell’attimo.  È anche vero, però, che ormai si scatta una miriade di foto, di qualsiasi soggetto e in ogni situazione, anche grazie agli smartphone. La gran parte di queste finiscono nel dimenticatoio, perse in qualche labile memoria del telefono o di qualche hard disk. La chiamano “memoria”, ma alla fine il numero spropositato di foto non può che contribuire alla mancanza della stessa.

Fotolibro 

Un buon modo per ordinare le foto, o comunque per renderle materiche e non una labile e astratta sequenza numerica, è quello di creare una storia e farne un fotolibro. Ormai tutti i laboratori fotografici offrono questa possibilità. Ci sono anche servizi on line, dove in modo totalmente guidato è possibile realizzare il proprio fotolibro, scegliendo il formato, la copertina, l’impaginato e tutti i dettagli, a seconda della tipologia scelta. Una volta finito il tutto, il libro stampato arriverà per posta, oppure sarà possibile ritirarlo nel laboratorio fotografico scelto.

Stampe 

Stesso ragionamento di cui sopra. E’ possibile stampare gli scatti migliori, magari una piccola selezione di 3, 4 o più foto. E’ possibile ottenere stampe su varie tipologie di carta o su varie superfici, come legno, metallo, tela.   

Il Ciarforon, Becca di Monciair e il laghetto di Moncorvè
Il Ciarforon, Becca di Monciair e il laghetto di Moncorvè

Dissolvenza

Divertenti anche i video montati in dissolvenza, con foto in sequenza, magari anche con sottofondo musicale, a patto che siano brevi e non durino più di quattro o cinque minuti, se non vorrete esser odiati dai vostri amici e se volete che rimangano ancora vostri amici…

Gallery 

Invece di pubblicare immagini alla rinfusa sui vari social, sarebbe sempre consigliabile ordinarle in una galleria, magari seguendo un tema o organizzarle in sequenza temporale o caratterizzandole, in qualche modo. Anche questo è un modo per cercare di ottenere un risultato migliore e più piacevole da osservare, anche per un occhio esperto, in materia fotografica. Ho parlato anche di alcuni metodi per caratterizzare le foto, in questo capitolo: ”Come dare un carattere uniforme a una serie di fotografie”.

Ma a cosa scattare? 

Ora abbiamo qualche idea su cosa fare delle nostre fotografie, ma non quali possono essere i soggetti o i temi che potremmo sviluppare. Oltre alle suddette foto ricordo, tipo lo zio Pino davanti al Crozzon di Brenta, o Armandino il buon cugino davanti al rifugio Remondino, possiamo cercare di fotografare seguendo un tema, per esempio: cime rocciose della Val Maira, bosco e sottobosco di Paneveggio, le cascate della Val di Genova, le case Walser della Valsesia e così via. Un buon modo per trovare degli spunti, lo dico in maniera del tutto disinteressata, è sicuramente quello di andare a vedere alcuni capitoli tematici di questa rubrica “Fotografare in Montagna”. Le foto delle vacanze, spesso, non hanno un ordine specifico, ma visto che hanno il semplice, ma importante compito di non farci dimenticare di un evento importante, magari trascorso in famiglia in compagnia o anche da soli, un’idea potrebbe essere quella di farne un reportage, quindi una sorta di racconto. 

Marmotta
Marmotta

Sopravvivere a una vacanza di gruppo, riuscendo anche a fotografare 

Se, invece, per voi la vacanza è un pretesto per scattare fotografie e ci si muove appositamente per fotografare allora diventa importante, già da casa, studiare un po’ il luogo iniziando a ragionare su quelli che potrebbero essere i soggetti che vorrete fotografare; per esempio una cascata molto particolare, oppure una cima specifica o un’immagine di tramonto e così via. In questo caso, si può anche non lesinare sull’attrezzatura fotografica, accettando di trascinare fotocamera, obiettivi e accessori lungo i sentieri. Se, invece, non potete dedicare molto tempo alla fotografia, consiglio di iniziare a limitare il carico di strumento e aggeggi vari, magari utilizzando un solo zoom, tipo 18-300 o 28-300 (a seconda del formato Dx o FX), o un paio di ottiche, al massimo. Uno dei problemi maggiori delle foto delle vacanze, per chi intende dedicare molto tempo alla fotografia, è la pazienza, non tanto la vostra, ma soprattutto quella di chi vi accompagna. Più passa il tempo e più le vostre soste diventeranno insopportabili. Questo è un problema, non solo per chi fotografa, che dovrà fare le cose con molta fretta, ma anche per chi accompagna. Sarà difficile scattare delle buone foto, guardati di sbieco da gente che brontola e sbuffa, e la vacanza diventerà una tortura. La soluzione più semplice è muoversi con persone altrettanto appassionate di fotografia di montagna. La cosa non è certo semplice, soprattutto se le vacanze si svolgono in ambito familiare. Una possibilità può essere quella di munire di una fotocamera anche i vostri figli, mariti e mogli. Certo, se la famiglia è numerosa, la cosa può diventare piuttosto dispendiosa.

Il problema degli orari 

Un altro problema è determinato dagli orari. I tramonti più spettacolari, in genere, hanno luogo nel classico orario di cena di alberghi e ristoranti. È chiaro che se il vostro scopo è quello di “portare a casa“ un bel tramonto, oltre a degustare le pietanze del luogo di vacanza, la cosa non è affatto semplice. Uno spettacolo di cime dipinte di rosso con sfumature su rocce e ghiaccio vale di più di un fantastico piatto di tagliolini ai funghi? E’ chiaro che ognuno ha le sue priorità, ma ogni buon fotografo di montagna fremerà se si troverà con le gambe sotto al tavolo in un momento paesaggisticamente così topico. Non sarebbe cortese uscire a fotografare con il cavalletto nella mano destra e il piatto di pasta ai funghi nella mano sinistra, abbandonando così gli altri commensali. Una soluzione potrebbe essere il digiuno, magari fingendo di accusare una repentina gastrite, oppure usufruire di un appartamento, senza obbligo di presentarsi a cena all’orario prestabilito. Lo stesso problema si pone negli orari di cena dei rifugi che, per motivi misteriosi, tendono anch’essi a collimare con tramonti spettacolari e coloratissimi. E in questo caso? Meglio il bivacco o la tenda? Così si mangia prima o dopo il tramonto… Oppure, senza alcun ritegno, si esce dal rifugio, tra una portata e l’altra, come ho fatto io al Vittorio Emanuele, in Valsavarenche: il piccolo ma pittoresco Laghetto di Moncorvè, antistante la semibotte metallica del rifugio, rifletteva le calde pennellate di luce del Ciarforon, nelle sue limpide acque. Alla fine del primo piatto, non ho resistito e sono uscito, ho piazzato il treppiede e ho scattato qualche foto. Non molte, in verità… il servizio cena del rifugio è ben contingentato e diviso in turni, visto il notevole numero degli avventori e il rischio che qualcuno ti rubi il posto e anche il piatto non è da sottovalutare. Basta un attimo, il tempo di una foto, per l’appunto…

Il Gran Sasso, da Campo Imperatore, all’alba.
Il Gran Sasso, da Campo Imperatore, all’alba.

E sfruttare i tempi morti…tipo la notte?   

Si suppone che, in piena notte, i vostri compagni di vacanza, dormano. Se vi apprestate, quindi, a fotografare non vi disturberanno e voi non li disturberete. Anche il notturno, però, può creare qualche problema. Alcuni anni fa, stavo tenendo un workshop fotografico, in Val d’Aosta. Era ottobre e il rifugio era aperto, appositamente ed esclusivamente per il nostro gruppo. Il gestore, gentilissimo in tutto, non è stato disposto, però, a tenere aperta la porta della struttura di notte: ”io alle 23:30 chiudo tutto”, l’affermazione lapidaria, anche se la posizione della struttura e la distanza dal paese sembrava garantire sicurezza assoluta e assenza di malintenzionati, ha determinato la fine dello shooting fotografico. Diciamo che la sessione notturna è stata breve, ma intensa. L’ideale sarebbe stato dormire in tenda o direttamente sotto le stelle, soggetto che peraltro siamo comunque riusciti a fotografare, ma solo sino alle 23:30. 

Fotot notturna del Colle del Nivolet
Fotot notturna del Colle del Nivolet

Quindi? Come si fa? 

Se abbiamo poco tempo durante un’escursione, nulla vieta di scattare delle immagini di reportage che raccontino lo svolgersi della gita. Queste saranno, ovviamente, inframmezzate dalle giuste foto ricordo che serviranno anche per ammansire i nostri compagni di gita, ai quali potremmo regalare delle bellissime foto ricordo… forse non è proprio un regalo disinteressato, ma utile per poter scattare le nostre immagini. Piuttosto difficile, invece, potersi fermare e dedicare del tempo a soggetti come cascate, con effetto seta, o immagini di fiori o insetti che richiedono calma, tempo e di piazzare il treppiede, almeno nella maggior parte dei casi. Non so se può valere la scusa della foto ricordo della persona sorridente, con dietro la cascata… Per fotografare l’acqua può essere interessante cercare di sfruttare le giornate di tempo perturbato, nelle quali è possibile sganciarsi temporaneamente da impegni sociali e familiari, magari dirottando i compagni in qualche spa, e sfruttare un po’ di tempo per fotografare alcuni di questi soggetti. I notturni, in un certo senso, sono più semplici da gestire, se avete possibilità e voglia di muovervi di notte, quando si suppone che i vostri compagni dormano e se avete certezza che nessuno vi chiuda fuori. Insomma, è interessante cercare di sfruttare i cosiddetti tempi morti. 

Una delle cose che dico sempre è che fotografare in montagna è sempre frutto di un compromesso, tra il tempo che si ha possibilità di sottrarre a quello dell’escursione o a quello della vacanza e alla pazienza di chi ci accompagna. 

Cascate di Val Nera, nei pressi di Livigno
Cascate di Val Nera, nei pressi di Livigno
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