Facile escursione al rifugio Vittorio Emanuele II, ai piedi del Gran Paradiso
Si cammina su una storica (e comoda) strada di caccia fatta costruire dai Savoia in Valsavarenche fino allo storico rifugio punto di partenza per l’ascensione al Gran Paradiso
Tra le tante vallate valdostane che si spingono in profondità verso i massicci alpini, la Valsavarenche si distingue per la sua natura selvaggia e poco antropizzata e la sua forma stretta e lunga. Si sviluppa in parallelo tra la Val di Rhêmes e la Valle di Cogne ed è solcata dal torrente Savara che più a valle confluisce nella Dora Baltea. Il suo territorio fa parte del Parco Nazionale Gran Paradiso, il primo parco nazionale istituito in Italia più di 100 anni fa, nel 1922. L’alta valle è dominata dal Gran Paradiso, l’unico massiccio di oltre 4.000 m che sorge interamente in territorio italiano, culminando nei 4.061 m della vetta. Numerose sono le escursioni che si possono intraprendere in questa valle risalendo antiche mulattiere o sentieri che portano in quota a godere di panorami affascinanti sulle alpi.
L’itinerario
Partenza: Pont (1980 m)
Arrivo: rifugio Vittorio Emanuele II (2732 m)
Dislivello: 820 m
Durata: 4.30 ore a/r
Difficoltà: E
Si raggiunge in auto Pont, località posta nella parte alta della Valsavarenche, dopo aver percorso tutta la strada di fondovalle. Si tratta di un piccolo paesino con market e campeggio e un grande parcheggio.
Si parte attraversando il torrente Savara su un ponte e poi procedendo in falsopiano lasciandosi il corso d’acqua sulla destra. Per poco più di un chilometro il percorso avanza sul fondovalle fino ad arrivare al rifugio Tetra Lyre. Poco oltre il rifugio si oltrepassa nuovamente il torrente Savara e il percorso cambia decisamente. Il sentiero inizia a salire ripido e si inoltra in un bosco di larici ed abeti. Si percorre un’antica mulattiera reale piuttosto ampia realizzata con gradoni e lastre di roccia su un tracciato ricco di curve e controcurve.
Il bosco termina a quota 2.200 m (1.15 ore dalla partenza). Il sentiero continua a salire ripidamente a zig zag sull’antico percorso di caccia in terreno ora più aperto. Sulla sinistra si può ammirare la gola dove scende il torrente Savara, che sbalza dalle rocce.
A quota 2.370 m si accede ad un grande dosso dove il sentiero lambisce i resti delle baite di Chanté: il terreno spiana e vi sono alcuni pascoli nei dintorni. Da questo luogo è possibile vedere la vetta del Gran Paradiso, il Ciarforon (3.642 m) e la Becca di Monciair (3.544 m).
Il sentiero riprende a salire seguendo la mulattiera reale che si è fatta più stretta, su terreno roccioso punteggiato di tanto in tanto da sezioni erbose. Sulla sinistra domina il versante roccioso che risale il sentiero mentre a destra e davanti si apre una vista ampia e panoramica. Man mano che si avanza si possono ammirare Punta Fourà, i colli del Grand Etrèt, i Denti di Broglio e la Tresenta.
Si prosegue sempre in salita sul tracciato che si fa meno tortuoso, oltrepassando un bivio che a sinistra conduce al rifugio Chabod. Mantenendo la destra ci si inoltra nella grande conca glaciale del Gran Paradiso. Sulla destra il Ciarforon e la Becca di Monciair sono sempre più vicini e si possono ammirare interamente. Si raggiunge il rifugio Vittorio Emmanuele II a quota 2.732 m dopo circa 2 ore e mezzo di cammino. Nei pressi si trova la costruzione del vecchio rifugio e di fronte il laghetto di Moncorvè, nel quale si specchiano morene e vette di questo bacino alpino. Il Vittorio Emmanuele II è il più conosciuto punto di partenza per gli alpinisti che intendono raggiungere la vetta del Gran Paradiso.
Si rientra al punto di partenza per lo stesso percorso con cui si è saliti.
L’attrazione a fondovalle: il Centro visitatori del Parco Nazionale Gran Paradiso – “Preziosi predatori”
Da non perdere in Valsavarenche il Centro visitatori del Parco Nazionale Gran Paradiso – “Preziosi predatori” che si trova nella località di Dégioz. Il Centro offre l’opportunità di scoprire i predatori che abitano il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Attraverso principalmente lo studio della vita della Lince, che a partire dagli anni ’70 ha ricolonizzato lentamente le vallate del parco, sarà possibile capire la distribuzione sul territorio dei camosci e molti altri aspetti peculiari. Gli orari di apertura estivi sono i seguenti:
- dal 1 – 18 luglio dalle 14:00 – 18:00 (chiuso il mercoledì)
- dal 19 luglio – 25 agosto: dalle 9:00 – 13:00 / 14:00 – 18:00
- dal 26 agosto all’8 settembre dalle 14:00 – 18:00 (chiuso il mercoledì)
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