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Ai piedi del gigante. La spedizione italo-pakistana è arrivata al campo-base del K2

Dopo una settimana di trekking, sono ai piedi del K2 le alpiniste pakistane e italiane della spedizione organizzata dal CAI per celebrare i 70 anni dall’impresa di Lacedelli e Compagnoni. Nei prossimi giorni si inizierà a salire di quota, insieme ai componenti degli altri team presenti sulla montagna

L’avvicinamento è finito. La spedizione femminile K2-70, organizzata dal Club Alpino Italiano per celebrare il settantesimo anniversario della vittoria italiana del 1954, è arrivata al campo base del K2, a 5000 metri di quota sul ghiacciaio Godwin Austen. I prossimi giorni saranno dedicati all’organizzazione del materiale e al riposo in preparazione della salita. Poi inizierà il lavoro sullo Sperone Abruzzi.

Le alpiniste italiane Anna Torretta, Federica Mingolla, Silvia Loreggian e Cristina Piolini sono partite dall’aeroporto di Malpensa il 16 giugno. Da Islamabad hanno proseguito con un volo interno fino a Skardu, dove le attendevano le colleghe (e ormai amiche) pakistane Samina Baig, Amina Bano, Nadeema Sahar e Samana Rahim.

Dal capoluogo del Baltistan la comitiva ha proseguito in fuoristrada verso Shigar, la valle del fiume Braldo e il villaggio di Askole, 3000 metri di quota, dove la comitiva ha trascorso la prima notte in tenda. Il 21 giugno, dopo aver distribuito i carichi ai portatori, è iniziato il trekking di circa 90 chilometri verso il ghiacciaio Baltoro e il K2.

La comitiva, coadiuvata dai portatori d’alta quota Ali Durani, Muhammad Nazir, Ghulam Abbas e Ali Noranii, dal cuoco e dai suoi aiutanti e da circa 200 portatori, ha fatto tappa a Jula, Paiju, Urdukas, Gore II, Concordia, per poi raggiungere il campo base.

Lungo il percorso, come Desio, Compagnoni, Bonatti, Lacedelli e gli altri uomini del 1954, le alpiniste hanno ammirato alcune delle montagne più belle del mondo. Dopo il Mango Gusor, affacciato su Askole, l’elenco include le Torri di Trango, le Cattedrali del Baltoro, il Masherbrum, la Torre Muztagh e il massiccio dei Gasherbrum, tra cui spicca l’elegante Gasherbrum IV, salito da un’altra spedizione italiana nel 1958. Prima di entrare nell’anfiteatro glaciale di Concordia, 4800 metri, è comparsa la piramide di roccia e ghiaccio del K2.

“Stiamo tutti bene, si respira una bella energia. Ho visto molti sorrisi, autoironia, determinazione, solidarietà e tolleranza” ha commentato Agostino Da Polenza, capospedizione quest’anno come nel 1986 con Quota 8000 e nel 2004 con la spedizione nazionale che ha celebrato i 50 anni della prima. Nel 1983, Da Polenza era salito sugli 8611 metri del K2 dal versante cinese, quarto italiano ad arrivare lassù dopo Lacedelli e Compagnoni nel 1954 e Reinhold Messner nel 1979.

Una volta raggiunto il campo base, la spedizione si è dedicata per due giorni a organizzare il materiale e a riposarsi in preparazione della salita. Sono stati montati i pannelli solari che consentiranno di essere indipendenti dal punto di vista energetico, senza dover usare combustibili fossili.

Il 29 giugno Cristina Piolini, Silvia Loreggian e Federica Mingolla sono andate con il portatore d’alta quota Ali Durani fino al campo base avanzato, 5400 metri, per verificare le condizioni dell’avvicinamento e lasciare un deposito di materiale alla base dello Sperone Abruzzi.

Durante il trekking la dottoressa Lorenza Pratali ha effettuato alcuni test medici, tra i quali la verifica della saturazione, fondamentale per valutare l’adattamento delle otto alpiniste alla quota. Al campo base, sono stati effettuati a tutte un’ecografia polmonare, un’ecocardio, dei test cognitivi, un’ecografia del nervo ottico e la verifica del peso corporeo per valutare l’effetto dell’altitudine. I test verranno ripetuti durante la spedizione, per valutare le variazioni fisiologiche e l’acclimatamento di ognuna.

E’ arrivato al campo base del K2, e sta per iniziare il lavoro in quota, anche il team che studierà il ghiacciaio Godwin Austen per comprendere l’impatto dei cambiamento climatico. Non è la prima volta che ciò accade, perché i primi studi di questo tipo sono stati effettuati nel 1929 dai ricercatori italiani (tra loro il giovane Ardito Desio) della spedizione diretta dal Duca d’Aosta. In epoche più vicine a noi, il lavoro è stato proseguito da varie spedizioni di Ev-K2-CNR.

Nelle prossime settimane, si dedicherà a questo compito la missione scientifica Ice Memory, che ha già estratto delle “carote” di ghiaccio utili per studiare la storia del clima su vari ghiacciai delle Alpi e sul ghiacciaio del Calderone del Gran Sasso. La missione è organizzata dall’Istituto di Scienze Polari del CNR e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, e viene realizzata con il supporto della Environmental Protection Agency della regione pakistana del Gilgit-Baltistan.

Le ricerche verranno effettuate tra i 5500 e i 6000 metri di quota. Con Jacopo Gabrieli, ricercatore del CNR, lavoreranno le guide alpine Maurizio Gallo e Paolo Conz, e due tecnici della Environmental Protection Agency locale. Ricordiamo che la zona, come l’intero ghiacciaio Baltoro, fa parte del Central Karakorum National Park, che vede la collaborazione dell’Italia attraverso Ev-K2-CNR.

Ai piedi del K2, in questi giorni, non c’è solo la spedizione italo-pakistana. Quest’anno il Governo del Pakistan ha rilasciato circa 180 permessi ad alpinisti per tentare la seconda vetta della Terra, e al campo base, sullo Sperone Abruzzi è più in alto si prevedono momenti di affollamento e code.

Negli stessi giorni del team femminile italo-pakistano hanno annunciato il loro arrivo la guida alpina statunitense Garrett Madison con i clienti della Madison Mountaineering, e il team dell’agenzia nepalese Seven Summit Treks. Tra le sue guide è il pakistano Sajid Ali Sadpara, figlio di Ali Sadpara che ha partecipato alla prima invernale del Nanga Parbat. Sajid ha già salito due volte il K2.

Arriveranno a breve sul ghiacciaio Godwin Austen anche la spedizione biellese diretta da Gian Luca Cavalli, che come Madison punta a salire anche il Broad Peak, 8047 metri. Tenteranno l’accoppiata anche i valtellinesi Federico Secchi e Marco Majori, che hanno come obiettivo principale la discesa in sci dal K2, compiuta solo una volta, nel 2018, dal fortissimo polacco Andrzej Bargiel. Non sappiamo quando arriveranno al campo base l’asso nepalese Nirmal “Nimsdai” Purja e il team della sua Elite Expeditions.

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