Scendere il K2 integralmente con gli sci, impossibile. Almeno lo è stato fino al luglio del 2018, quando Andrzej Bargiel, dopo essere arrivato in vetta senza ossigeno, indossa sulla cima gli sci e inizia a scendere senza mai toglierseli, fino al campo base.
Un’impresa storica, che viene raccontata oggi in un film, “K2: The Impossible Descent”, reso disponibile gratuitamente sulla piattaforma online Red Bull TV.
Nel documentario si assiste alla salita di oltre 60 ore senza bombole e alla discesa in cui il polacco ha disegnato una linea sulla neve lungo il Messner Traverse e poi lungo la Kukuczka-Piotrowski fino al campo base seguito dal drone del fratello. Bartek Bargiel protagonista anche lui di quella stagione grazie proprio a quel drone, usato non solo per riperdere straordinarie immagini, ma che è divenuto strumento fondamentale di salvataggio in quota prima portando i medicinali che consentirono di stabilizzare Janusz Gołąb, compagno di Andrzej, e permettergli così di scendere, ma anche con l’incredibile salvataggio di Rick Allen, disperso sul Broad Peak e dichiarato morto dai suoi compagni.
Raccontato dal punto di vista di Bargiel e del suo team, il film include commenti di alcuni esperti, tra cui il regista di Free Solo Jimmy Chin.
Il film è stato diretto da Slawomir Batyra, produttori esecutivi Tom Fish e Michal Zamencki.
Capisco gli sponsor, la pubblicitá ecc. ecc. ma cosí si potrebbe scendere il K2 anche con delle pinne ai piedi. Non é sciare ció che si vede, é « scivolare » cioè una cosa molto differente. Certo io non potrei farlo e tanto di cappello a Bargiel ma fare passare per « sciata » questa cosa mi sembra un po’ esagerato.
Peró é vero che abbiamo sempre bisogno di un «record »!.
Mah, tutto ciò mi lascia perplesso.
Cordialmente
il film e’ bellino, pero’ questi alpinisti polacchi mi sembrano gente triste. inoltre esaltavano il ruolo dei droni per la realizzazione dell’impresa, ma non ho ancora capito bene in che modo la abbiano facilitata.