Eiger Walk of Fame: a Grindelwald un nuovo sentiero racconta la storia della parete più temuta
Disegnato ai piedi della parete, il tracciato misura 3,5 km. Sul percorso sono stati allestiti otto grandi pannelli che illustrano imprese e tragedie avvenute sulla Norwand
Bivacchi della morte, cenge esposte, traversi terrificanti, rocce instabili. Anche dal basso, dai prati verdi sopra Grindelwald, la storia della Nord dell’Eiger si percepisce in tutta la sua drammaticità.
Fino agli anni 30 del secolo scorso quella parete rimase uno dei grandi problemi irrisolti dell’alpinismo. Aldilà delle difficoltà tecniche elevate, la Nordwand era temuta per le sue frequenti scariche di sassi e per le condizioni climatiche sempre molto aleatorie. Poi nel ’34 iniziarono gli audaci tentativi di salita da parte di alpinisti forti, coraggiosi, ma sfortunati.
Da questa estate sarà possibile ripercorrere passo passo l’avvincente storia di una delle pareti più famose al mondo grazie a un nuovo percorso museale realizzato proprio alle sue pendici. Il nuovissimo “Eiger Walk of Fame” è un sentiero di circa 3,5 km che parte sopra la stazione di Eigergletscher e ripercorre in otto pannelli la storia delle imprese sulla mitica Nord.
Tra questi il famoso tentativo del 1935 da parte di Karl Mehringer e Max Sedlmeyer che perirono a 3300 metri per maltempo, il celebre bivacco della morte. Ancora più conosciuto il tentativo di Toni Kurz, Andreas Hinterstoisser, Willy Angerer e Edi Rainer. Il nome di Hintersoisser si legò indissolubilmente a quello del traverso chiave che conduce al Primo nevaio. Il nome di Kurz, invece, divenne celebre per una delle morti più lente e spietate della storia dell’alpinismo.
La parete fu sconfitta solo nell’estate del 1938 da Anderl Heckmair, Ludwing Vorg, Fritz Kasparek e Heinrich Harrer. Ci vollero nove anni per la prima ripetizione ad opera dei francesi Lionel Terray e Louis Lachenal e altri tre per la prima salita one push. Intanto la temibile parete continua a inghiottire i corpi di sfortunati arrampicatori, tra tutti quello di Stefano Longhi, recuperato solo due anni dopo la morte.
L’Eiger Walk of Fame arriva a Fallboden e da lì è possibile poi proseguire verso Chilchli dove una mostra permanente racconta ulteriori capitoli di questa lunga storia fatta di tragedie ma anche di uno sconfinato amore per l’esplorazione.