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Scalare sulle scogliere di Inis Mor, in Irlanda. Tutto quello che c’è da sapere

Centinaia di vie tracciate sulle pareti calcaree affacciate sull’Oceano della maggiore tra le isole Aran. I consigli di Ambrose Flynn, uno dei più forti climber locali, per divertirsi in sicurezza

Inis Mor è la più grande delle tre isole Aran, in Irlanda, conosciuta per le imponenti scogliere di calcare, i boccali di Guinness, le vie ciclabili e una cultura dell’accoglienza senza fronzoli ma proprio per questo spesso più apprezzata. Le sue scogliere sono tradizionalmente terreno di gioco per pochi climber con tanto pelo sullo stomaco, che non si spaventavano davanti a vie in stile tradizionale oltre che dure. 

Tuttavia, recentemente alcuni settori delle falesie sono stati attrezzati per l’arrampicata sportiva, permettendo lo sviluppo di questo sport per la comunità locale e anche arrampicatore che si avventura fin qui.  Ne abbiamo parlato con Ambrose Flynn, guida di arrampicata di HikeandClimb (https://hikeandclimb.ie/). 

Com’è iniziato lo sviluppo della scalata a Inis Mor?

Inis Mór è sempre stata alla periferia della scena di arrampicata in Irlanda, dalla metà degli anni ’80 veniva visitata da Crispin Waddy e da pochi altri fautori della scalata trad, avventurosa e dura. Furono aperte una manciata di vie tra il 6a+ e il 7b, che poi arrivarono a un centinaio con il contributo di alcuni climber stranieri. 

Nel 2014 Ricky Bell, Gaz Parry e alcuni loro amici si spinsero fino a Inis Mór per esplorare la possibilità di aprire nuovi itinerari, e tornarono ispirati dalla bellezza del luogo e dall’immenso potenziale e altissima qualità del calcare che costituisce i 14 chilometri di queste scogliere. Da allora, locali e visitatori hanno attrezzato 70 vie sportive, e un buon numero di progetti chiusi o ancora in corso. Benché si tratti dunque di un luogo dedicato all’arrampicata sportiva, Inis Mór si colloca nella parte più wild dello spettro di questo sport. L’accesso alle falesie avviene con una calata in doppia di pochi metri, ed è utile saper costruire una sosta e come risalire una corda fissa. Non è il luogo adatto a chi arrampica per la prima volta, ma con un pochino di esperienza si è in grado di apprezzarlo molto. 

Qual è lo stile di arrampicata prevalente?

Qui si scala su un calcare molto compatto e con un ottimo grip, lavorato dalle tempeste dell’oceano. Definirei lo stile boulderoso, con tasche e prese grandi, movimenti fisici e buoni riposi. La roccia è buona al 99%, ma capita che si stacchi qualche sasso, per questo io consiglio di indossare sempre il casco. 

È inoltre molto utile un clipstick per partire con la corda già passata nel primo rinvio: la base delle pareti tende ad essere bagnata e scivolosa, e ci sono spesso pozze d’acqua a piedi delle vie nelle quali non è piacevole finire. La chiodatura è recente e in titanio, dunque molto sicura. 

Le aree di arrampicata sono principalmente due: Pointe Fiàin è il settore dove si trovano alcune delle vie più interessanti dell’area, la maggior parte aperte da Hugh Hennessy. Preparatevi a rimanere a bocca aperta davanti alla grande grotta alla sinistra di Rebel yell: è assolutamente incredibile. Per i principianti qui si trovano due vie sul 5° e sei vie sul 6a-6b che offrono un’arrampicata divertente ma comunque già impegnativa. Vi sono poi dei 6c che richiedono un mix di scalata acrobatica, tecnica e brillante, e per chi scala sul 7a non mancano alcune linee molto sfidanti e con un’ambientazione eccezionale. Basta guardare la foto di Mathieu Maynadier su Piercing Bamba, che si trova sulla guida di Colm Shannon, e questo video che dà un’idea dell’ambiente di Inis Mór.

Il settore di Aill an Ára Thiar è invece il posto giusto se scali su gradi dal 7a all’8b, con molte vie tecniche e fisiche da cinque stelle!
Il materiale necessario è una corda di 50 metri (70 per alcune vie a Aill an Ára Thiar), 12-20 rinvii e una corda per calarsi alla base della scogliera (10 metri per Pointe Fiàin, 50 per Aill an Ára Thiar) e il necessario per risalire una corda fissa. 

Perché vale la pena andare a scalare a Inis Mór?

Io ho un background di arrampicata in giro per l’Europa piuttosto ampio, e mi sento di dire che Inis Mór è un luogo unico. L’ambiente è incredibile: ci sono queste gigantesche scogliere di calcare sull’oceano Atlantico, con chiazze di un’alga di un verde fosforescente, quasi chimico, e un calcare di qualità ottima. È un luogo molto avventuroso e selvaggio, ospita anche un sito europeo di conservazione degli uccelli e una gran quantità di fiori rari. 

È inoltre un luogo con una sua etica: non lasciare tracce, tenere pulite le vie, avere cura di questo luogo di una bellezza maestosa quanto fragile, sono condizioni necessarie per visitare Inis Mór. 

Qualche informazione logistica?

La stagione adatta per scalare a Inis Mór va da aprile a settembre, il calcare si asciuga piuttosto velocemente con il vento dell’oceano ma possono esserci infiltrazioni dall’interno della falesia per qualche giorno dopo piogge intense, soprattutto nelle pareti meno esposte al sole. L’isola si raggiunge in traghetto da Rossaveal o da Doolin, con un tragitto di circa 40 minuti. 

La maggior parte dei climber sceglie di alloggiare nel camping Aran Islands di Inis Mór, che dista 40 minuti a piedi dalle falesie, ma sono disponibili anche diversi B&B e un ostello. È importante sottolineare che è assolutamente vietato fare campeggio libero in cima alle scogliere: i locali hanno aperto l’area all’arrampicata ma sono molto attenti a quello che succede sull’isola, e se vedessero qualcuno fare wild camping interdirebbero l’accesso alla zona. 

Per quanto riguarda il cibo, a Inis Mór si trovano un supermercato ben fornito e un paio di pub che offrono buon cibo e ottima birra, ma bisogna arrivare prima delle 20 per trovarli aperti. Inoltre, è d’obbligo una sosta al Man of Aran, dove si può mangiare un buonissimo fudge: si tratta di un dolce a metà tra il gelato e il cioccolato, a base di cacao o caramello, latte, zucchero, burro e vaniglia. Inoltre, se avete dimenticato la magnesite ‘The Man Of Aran Coffee and Crafts’ ne è fornito. 

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