Itinerari

Piccolo è bello. Lo straordinario successo del Cammino più corto d’Italia

Solo 19 chilometri, ma un’infinità di emozioni. Il Cammino dei Tre Villaggi, creato da un gruppo di appassionati del Viterbese, sta portando a Blera, a Barbarano Romano e a Villa San Giovanni, in Tuscia, migliaia di escursionisti

Gli ideatori di trekking e cammini, da qualche anno, sembrano puntare sulla lunghezza. Invece che delle Francigene del Nord e del Sud (la prima da Roma fino alle Alpi e a Canterbury, la seconda verso Brindisi e Santa Maria di Leuca), ormai si parla di una sola Via Francigena, lunga circa 3.200 chilometri.

Il Sentiero Italia CAI, con le varianti che sono state via via aggiunte negli anni, ha superato i 7.000 chilometri di sviluppo. Misura migliaia di chilometri anche il Great Himalayan Trail, il “Sacro Graal del trekking” secondo il quotidiano inglese “The Guardian”, che collega le valli del Karakorum pakistano con il Nepal, il Sikkim e il Bhutan.

Un gruppo di appassionati della Tuscia, la bellissima provincia di Viterbo, nel Lazio, ha scelto la ricetta opposta. “Fossero pure venti chilometri, guarda che va bene lo stesso” afferma uno di loro, Carmine Quirico, nelle prime pagine della “Guida più piccola d’Italia del cammino più piccolo d’Italia”, dedicata al Cammino dei Tre Villaggi da Stefano Mecorio.

“La Tuscia viterbese è una terra magica, e chi viene a camminare qui lo capisce subito” aggiunge l’autore del prezioso volumetto, che ha lasciato da qualche anno il giornalismo per diventare un imprenditore agricolo al confine tra il Viterbese e la Toscana.

Accanto alle parole di Quirico, nella guida, campeggiano una foto del torrente Biedano, cuore della zona di cui stiamo parlando, e una citazione dello statunitense Henry David Thoreau (1817-1862), pensatore-mito per molti camminatori. Nell’ultima pagina, invece, c’è un’affermazione più concreta, “ogni singolo centesimo ricavato dalla vendita di questa guida verrà reinvestito nel Cammino dei Tre Villaggi”.

“Chiamateli villaggi, non borghi”

Per chi vive lontano dal Lazio è bene fare qualche precisazione. La prima è che il territorio di Blera, Barbarano Romano e Villa San Giovanni in Tuscia è bellissimo. Le necropoli etrusche, i canyon scavati nel tufo dal Biedano e dai suoi affluenti, i boschi di querce e i noccioleti su cui si regge l’economia della zona formano un paesaggio sorprendente, ideale per camminare per gran parte dell’anno.

I tre paesi, o villaggi – gli ideatori del Cammino rifiutano il termine alla moda di “borghi” – offrono atmosfere suggestive e scorci di grande bellezza. I sentieri del Parco regionale Marturanum, nel territorio di Barbarano, sono frequentati da decenni, e lo stesso vale per la traversata da Barbarano Romano a Blera attraverso la valle del Biedano.

Negli ultimi anni ha portato altri escursionisti nella zona il Cammino Tuscia 103, ideato dalla Sezione di Viterbo del CAI, che collega Orte con Tarquinia e la costa toccando decine di siti etruschi. Dalla primavera all’autunno, migliaia di camminatori percorrono interamente o in parte la Via Francigena, che si snoda da Viterbo verso Roma e a Vetralla passa a pochi chilometri dal Cammino dei Tre Villaggi.

Citare altri lunghi percorsi, però, rischia di portarci fuori strada, perché il successo del Cammino dei Tre Villaggi, che si snoda tra Villa San Giovanni, Barbarano e Blera nasce proprio dal suo sviluppo, che è di soli 19 chilometri. Chi lo scopre sul web, sulla carta stampata o nei racconti degli amici pensa subito a una sfida possibile, e la affronta volentieri.

“Abbiamo iniziato a pubblicizzare il Cammino dei Tre Villaggi tre anni fa, e da allora sono venute a camminare da noi più di 4.000 persone. E’ una crescita che continua perché quest’anno, fino ai ponti del 25 aprile e del 1° maggio, dovrebbero arrivarne altre 1.200. E’ un successo che ci fa piacere e che ci dà delle responsabilità nei confronti del territorio”, spiega Damiano Fabbri, uno dei soci dell’associazione Stay Freedom che ha ideato il Cammino.

Per la cronaca, le altre donne e gli altri uomini che hanno fatto il miracolo, e che vedete insieme a Damiano Fabbri in una delle foto, sono Pasquale Abate, Serena Caprari, Marco Coletta, Elisabetta Di Marco, Tiziano Fabbri, Valerio Gabrielli, Maria Laura Gasbarri, Alex Stefani e Paolo Stefani.

Una guida “sensoriale” racconta il Cammino

La guida curata da Stefano Mecorio e compagni, in realtà, non descrive il percorso passo dopo passo, un compito che viene delegato alla mappa che i percorritori del Cammino dei Tre Villaggi ritirano nel punto di partenza ufficiale a Villa San Giovanni in Tuscia. Nel libriccino, invece, la descrizione è quasi sensoriale.

Chi la sfoglia, anche prima di partire da casa, scopre che la prima tappa che inizia da Villa San Giovanni è “un tripudio di vegetazione spontanea”, con prugnolo, rosa canina, ginestre e mentuccia. Che il nucleo medievale di Barbarano Romano, “è bello, ma bello di brutto” ma resta un posto “dove il caffè costa un euro, la birra due, e il prosciutto è autentico, non di cartapesta”.

Seguono le Gole del Biedano, un tripudio di acqua, tufo e verde. E ancora il Ponte del Diavolo, vecchio di 2.000 anni, e la risalita verso le case di pietra lavica di Blera, che spingono Mecorio e compagni a una serie di citazioni da autori romantici. Il tratto finale, che riporta a Villa San Giovanni, è “una passeggiata defaticante” tra vigne, boschi e uliveti.

Nella “Guida più piccola…” ci sono anche molte informazioni concrete. Gli indirizzi dei luoghi (bar, trattorie, bed & breakfast, negozi) dove ottenere il timbro che certifica il passaggio. Ricette antiche e gustose come il “panonto” di Blera (con carne di maiale, e magari vino rosso), la “nociata” di Villa San Giovanni in Tuscia a base di miele e noci, e l’“acquacotta” di Barbarano Romano, con pane, cicoria, patate e carne di maiale, ricoperta da una cascata di pecorino.

“Chi ha già percorso il Cammino ricorda questa atmosfera genuina, e ha voglia di tornare” spiega ancora Damiano Fabbri. “La lunghezza limitata del percorso invita anche chi non è molto allenato a provare, e magari a convincere mogli, mariti, compagni e amici che non hanno mai camminato in vita loro. Il bello è che la brevità si moltiplica, e molti camminatori scelgono di ridurre la fatica al minimo, dividendola su due giorni. Dormono nei paesi, e portano reddito al territorio”.

Nella guida, ma anche a voce, i ragazzi di Stay Freedom hanno un approccio rilassato ai problemi che si possono incontrare sul Cammino. C’è fango? E allora capita di scivolare e di finire “giù, sedere a terra”. Manca qualche segnavia? Tanto il percorso è logico, “alla fine ci si riallinea”, e “perdersi può essere pure una buona idea”. L’idea di una sfida possibile, anche se non proprio per tutti, sta anche in questi toni scanzonati.

Stefano, Damiano e gli altri sono una fucina di idee, e altre novità stanno arrivando. In estate nascerà un nuovo cammino verso il mare, gemellato a quelli della Sardegna che si raggiunge da Civitavecchia in traghetto. Un raccordo segnato, da qualche tempo, collega Villa San Giovanni in Tuscia con la Francigena e la stazione ferroviaria di Vetralla, sulla linea Roma-Viterbo, consentendo di non prendere l’auto.

A pagina 20 della guida, una citazione del presidente Lotito può far pensare a qualcuno che la scelta di segnare in bianco e azzurro il Cammino dei Tre Villaggi derivi anche dalla fede calcistica degli ideatori. Poco male. La bellezza dei tre borghi (pardon, paesi), delle Gole del Biedano e dei boschi consiglia di venire a camminare da queste parti anche al più accanito tifoso di Daniele De Rossi e di Paulo Dybala.

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