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Sulla Via degli Dei per celebrare i 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi

L’inventore della radio viene festeggiato nel luogo dove effettuò i suoi primi esperimenti, vicino a Bologna. Un’occasione per incamminarsi sul Contrafforte pliocenico, lungo uno dei tratti più interessanti della Via degli dei


Guglielmo Marconi nasceva il 25 aprile del 1874 a Bologna da una famiglia benestante. Il padre era un proprietario terriero e la madre Annie Jameson di origini irlandesi era nipote della storica distilleria Jameson & Sons.

A 20 anni Marconi inizia ad effettuare esperimenti da autodidatta assistito dal suo maggiordomo: costruisce un segnalatore di temporali e poi un campanello elettrico che squilla in caso di fulmine.
Tutto ha inizio quando Marconi premendo un tasto del telegrafo riesce a far suonare un campanello a breve distanza nella stessa stanza. Questo risultato condiviso con la famiglia convince il padre a finanziare le sue ricerche. Nel 1895 con le modifiche apportate riesce a trasmettere un segnale ad oltre 1 miglio di distanza. L’aspetto più interessante di questo nuovo metodo di trasmissione è che è in grado di collegare due punti che non hanno linea di vista diretta, ovvero che hanno ostacoli tra di loro. Altri due grandi ricercatori stanno facendo ricerche nel medesimo settore, il russo Aleksandr Popov e il geniale Nikola Tesla.

Marconi potenziando ed affinando le sue apparecchiature riesce a trasmettere a distanze sempre maggiori. Nel 1907 le comunicazioni transoceaniche sono finalmente stabili e la Marcony Company inaugura il primo servizio pubblico regolare con possibilità di inviare SOS per i transatlantici. Nel 1909 proprio grazie a questo dispositivo vengono salvati tutti i passeggeri del Republic dopo lo speronamento del Florida: il priroscafo Baltic raccoglie l’SOS e salva gli oltre 1.700 passeggeri. Nello stesso 1909 Guglielmo Marconi riceve a Stoccolma il premio Nobel per la Fisica.

Tanti eventi gratuiti per l’anniversario

Le celebrazioni del 150° anniversario dalla nascita dello scienziato culmineranno il 25 aprile. Ma già per questo fine settimana la Fondazione Guglielmo Marconi organizza una serie di iniziative gratuite che si terranno a Villa Griffone, sede della Fondazione e Monumento Nazionale e antica residenza dei Marconi. Il luogo in cui il giovane Guglielmo ha scoperto la comunicazione senza fili.

Sabato 20 aprile alle 17 si inizierà con Welcome Wireless, laboratorio interattivo a cura di Tecnoscienza per far vivere ai ragazzi (10-13 anni) l’esperienza dell’avventura tecnologica del wireless. Quindi, alle 18.30, si terrà lo spettacolo teatrale “Marconi, Doppia Frequenza, un’intervista immaginaria al genio della radio che esplorerà i molteplici aspetti della vita di Marconi, dai suoi successi tecnologici alle sfide personali e politiche.

Domenica 21 aprile alle 10 si svolgerà una visita guidata tra oggetti storici, apparati interattivi e radio d’epoca fino a giungere nella “Stanza dei Bachi”, il luogo in cui Marconi a soli 21 anni di età ha inventato la comunicazione senza fili. La giornata di attività si concluderà alle 17 con Guglielmo Marconi. Il ragazzo che fece parlare il mondo, un incontro con le autrici Laura Tenorini e Mirka Ruggeri della graphic novel che racconta la biografia a fumetti di Marconi, edita da Tunué.

Da Praduro a Sasso Marconi

La portata delle invenzioni di Guglielmo Marconi è stata così importante che è nato ad esempio un lavoro specifico che porta il suo nome: il marconista. Si tratta dell’operatore addetto alle comunicazioni radio sulle navi o sugli aeromobili. Nel 1938 ad un anno dalla morte di Marconi un grande comune nell’appennino bolognese venne ribattezzato da Praduro e Sasso in Sasso Marconi, come lo si conosce ancora oggi. Nel toponimo è rimasto Sasso che identifica il Sasso della Glossina, una rupe del Contrafforte pliocenico che domina la valle in cui confluiscono i fiumi Setta e Reno.

Il Contrafforte pliocenico

L’insieme di rupi rocciose in pietra arenaria forma un gigantesco bastione naturale tra le valli dei fiumi Setta, Reno, Savena, Zena e Idice: il Contrafforte pliocenico. Le rocce che lo costituiscono sono il risultato della sedimentazione di sabbie e ghiaie trasportate dai torrenti all’interno di un golfo marino che nel Pliocene (tra i 5 i 2 milioni di anni fa) interessava gran parte dell’attuale Appennino Bolognese. Successivamente il sollevamento della catena appenninica ha portato queste rupi fino ad oltre 600 m di quota, esponendole ai fenomeni erosivi che ne hanno modellato le forme oggi visibili.

Le principali vette del Contrafforte sono: monte Adone (655 m), monte delle Formiche (638 m), monte Mario (466 m), rocca di Badolo (475 m) e monte del Frate (547 m). Su tutta la formazione rocciosa sono abbondanti le tracce e i resti di fossili marini che testimoniano la presenza dell’antico mare. Nel 2008 è stata istituita la riserva naturale protetta del Contrafforte Pliocenico che si estende nei comuni di Monzuno, Pianoro e Sasso Marconi.

L’itinerario da Badolo a Brento passando dalla vetta del Monte Adone 

(350 m di dislivello, 4 ore a/r, E)

Sui versanti del Contrafforte pliocenico si sviluppano diversi sentieri: il più importante e conosciuto si sviluppa lungo la Via degli Dei, l’antico percorso che univa il centro di Bologna a quello di Firenze e che negli ultimi anni è diventato uno dei cammini più frequentati dell’appennino.

Il percorso suggerito coincide con la prima parte della seconda tappa del cammino, che partendo da Badolo attraversa tutto il Contrafforte fino a scendere a Brento.

Da Badolo si prende Via delle Valli dove il sentiero avanza in mezzo a boschi di quercioli e roverelle. Tutto il percorso è molto ben segnalato e vanno seguite le indicazione per la Via degli Dei o la sigla VD. Dopo meno di un chilometro dalla partenza il percorso svolta verso destra per passare a fianco della vetta del monte Frate. Il terreno su cui si procede alterna tratti tipici di sentiero di montagna su terreno misto terra/roccia ad altri tratti in cui è completamente sabbioso, come se ci si trovasse su una spiaggia. Si arriva ad un bivio che ci porta sull’anello del monte Adone, la vetta principale e panoramica del Contrafforte. Si procede verso destra per raggiungerne la cima dal versante più strapiombante e panoramico dopo 5,5 km dalla partenza. La sommità è segnata da una croce e nei pressi si trova una profonda strettoia nella parete risalita da particolarissime guglie create dall’erosione del tempo. Dalla cima si apre un grande panorama sull’Appennino bolognese fino ai monti Cimone e Cusna, le principali vette appenniniche di Modena e Reggio Emilia. Si completa il percorso rimanendo sul tracciato indicato come VD che scende verso l’abitato di Brento.

Una variante per ritornare al punto di partenza senza scendere fino a Brento consiste nel riprendere il percorso ad anello dopo circa 1 km dall’arrivo in vetta al monte Adone. Questo aggira il monte per il versante opposto e ci riporta al bivio ad inizio anello e poi prosegue sullo stesso percorso fino a tornare al punto di partenza.  

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