Alpinismo

Mario Vielmo verso lo Shisha Pangma, il suo quattordicesimo 8000

L’alpinista vicentino ci riprova. Lo scorso anno le autorità “chiusero” la montagna, che stava scalando, dopo la tragedia che costò la vita a quattro alpinisti. Nelle prossime settimane Montagna.tv seguirà il suo tentativo passo dopo passo

La voglia di completare la collezione degli “ottomila” non è finita. Mario Vielmo, vicentino di Lonigo, Guida alpina, ha iniziato a salire le vette più alte della Terra un quarto di secolo fa sul Dhaulagiri, ha salito nel 2003 l’Everest e nel 2007 il K2, ha raggiunto la sua tredicesima vetta all’inizio dell’estate 2023 sul Nanga Parbat.

Gli manca lo Shisha Pangma, 8028 metri, l’unico “ottomila” che si alza interamente in territorio cinese. In questi giorni, dopo aver raggiunto Kathmandu, l’alpinista veneto si sta acclimatando con un trekking sulle montagne del Langtang.

Mario Vielmo conosce bene lo Shisha Pangma. Vent’anni fa, nel 2004, ha raggiunto la sua vetta centrale, 8008 metri, un obiettivo magnifico ma che per la collezione delle 14 vette non vale. Sette mesi fa, nel settembre del 2023, insieme all’amico trentino Sebastiano Valentini, l’alpinista vicentino è partito per tentare lo Shisha. I due sono entrati in Tibet, si sono installati al campo-base, hanno iniziato le rotazioni per acclimatarsi e per portare in alto il materiale.

Poi, nei primi giorni di ottobre, una tragedia ha spinto le autorità cinesi a chiudere lo Shisha Pangma. Due alpiniste, Anna Gutu e Gina Marie Rzucidlo, in competizione tra loro per diventare la prima statunitense a salire i 14 “ottomila” si sono sfidate in una corsa verso la vetta. Anna era guidata da Mingmar Sherpa, Gina Marie da Tenjen Lama Sherpa, fresco reduce dall’ascensione di tutti gli “ottomila” insieme a Kristin Harila.

La competizione è finita intorno ai 7800 metri, quando due distinte valanghe hanno investito e ucciso le alpiniste americane e i due sherpa. La chiusura dello Shisha Pangma da parte delle autorità cinesi ha costretto gli alpinisti stranieri a rinunciare al loro progetto, e a buttare via un bel po’ di soldi, 28.000 dollari a testa nel caso di Vielmo e Valentini.

“Quest’anno Sebastiano non ce l’ha fatta a partire, sono riuscito a chiedere ancora uno sforzo ai miei sponsor e sono qui, pronto a tentare un’altra volta”, spiega Mario Vielmo, al telefono da Kathmandu, la capitale del Nepal. “Pensavo di partire per il Tibet il 9 o il 10 aprile, invece la Seven Summit Treks, che organizza la mia spedizione, mi ha fatto sapere che il visto cinese dovrebbe arrivare il 16, e che potremo partire subito dopo”.

Piuttosto che attendere nel caldo di Kathmandu, respirando un’aria particolarmente inquinata, Mario dedicherà i prossimi giorni a un breve trekking nel Langtang, una spettacolare regione accanto al confine tra il Nepal e il Tibet. Il tempo a disposizione non è molto, ma la possibilità di superare i 4000 metri, e magari di avvicinarsi ai 5000, sarà preziosa per acclimatarsi in vista degli 8028 metri dello Shisha Pangma.

In questi giorni, la partenza da Kathmandu delle prime spedizioni che tenteranno l’Everest dal versante tibetano dopo la pausa imposta dal Covid-19 (le ultime erano salite nel 2019) crea degli ingorghi nella burocrazia della Regione autonoma del Tibet e nel lavoro organizzativo delle agenzie nepalesi.

Lunghe file si creano alla frontiera tra la cittadina nepalese di Kodari e quella tibetana di Zhangmu, dove la strada inizia a salire verso l’altopiano, e i viaggiatori e gli alpinisti, lasciato il Nepal, entrano nella Repubblica Popolare Cinese.

Secondo il permesso ufficiale, Mario Vielmo farà parte insieme a una decina di altri alpinisti di vari Paesi della spedizione organizzata da Seven Summit Treks. In mancanza di un compagno di cordata italiano, sarà accompagnato da uno sherpa, come la legge cinese impone dall’anno scorso a chiunque voglia superare i 7000 metri di quota.

Non sappiamo ancora se e quanto Mario Vielmo riuscirà a comunicare dallo Shisha Pangma, né se potrà inviare regolarmente anche delle immagini. Contiamo di aggiornare regolarmente chi ci legge sulla spedizione allo Shisha Pangma. “Devo ringraziare ancora una volta chi mi ha aiutato a partire” continua l’alpinista di Lonigo.

Il tentativo di salire lo Shisha Pangma ha il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia di Vicenza, del Comune di Lonigo e del CAI, ed è potuto diventare reale grazie alla rete di aziende (in buona parte venete, e di proprietà di amici) che hanno contribuito alla spesa. Un elenco che include Loro Luce e Gas, CSC, Sergio Bassan Trattori, 2M Net, BARI Elettromeccanica, Uniquo, la Banca di Credito Cooperativo del Vicentino e Sisma.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close