Riaperto con una nuova veste il Museo dell’Alpinismo Lecchese
La storia dei formidabili arrampicatori della città lariana rivive grazie a un allestimento moderno e studiato per emozionare.
E’ iniziata la scorsa settimana, la nuova vita del Museo dell’Alpinismo Lecchese. La formidabile tradizione alpinistica della città lombarda si racconta quindi in un modo tutto nuovo, al passo con i tempi e ancora più ricco di motivi di interesse grazie a un allestimento moderno e coinvolgente.
Il Museo – sorto agli inizi degli anni 90 del secolo scorso con una prima collezione di oggetti e documenti, donati da alpinisti del territorio o da loro familiari – è stato riallestito e aggiornato in occasione delle celebrazioni dei 150 anni del CAI di Lecco e si articola con una serie di installazioni che presentano storie dedicate a momenti significativi dell’alpinismo lecchese.
“Nel 2018 il Museo dell’Alpinismo Lecchese venne trasferito a Palazzo Paure (dove si trova ancora oggi, ndr) grazie alla disponibilità e collaborazione del Comune”, ha ricordato Adriana Baruffini, presidente del CAI di Lecco. “Ora l’allestimento è evoluto in un percorso espositivo multimediale tramite il quale abbiamo voluto raccontare la storia dell’alpinismo lecchese, attraverso oggetti appartenuti ai suoi protagonisti, ma anche la storia della nostra sezione”.
Obiettivo del nuovo allestimento è riuscire a fare capire anche a chi non va in montagna quanto sta dietro a ogni oggetto esposto, è stato detto nel corso della (re)inaugurazione. Come? Lo ha spiegato l’architetto Alessandro Dubini, che ha curato la riorganizzazione dell’esposizione: “Ogni cimelio è abbinato a una foto collegata ad un ambiente e ad una persona. Così abbiamo contestualizzato tutti gli oggetti esposti legandoli assieme gli uni con gli altri affinché narrassero storie semplici e comprensibili da tutti. C’è poi una sezione dedicata all’arrampicata su roccia e su misto e una dedicata al Soccorso Alpino. Al centro della sala un’immagine del mondo dove sono indicate le montagne di Lecco che hanno fatto la storia dell’alpinismo del territorio, i nomi dei suoi protagonisti e le spedizioni. Abbiamo voluto creare un percorso che fosse intuitivo anche per chi non conosce la storia del Cai“.
