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Il K2, Cirillo Floreanini, la Sezione. Tutti gli anniversari del CAI di Tolmezzo

La cittadina friulana, porta delle valli della Carnia, celebra i 150 anni della sua Sezione del CAI, i 70 dalla vittoriosa spedizione al K2 e i 100 dalla nascita del grande alpinista

Tolmezzo, 10.300 abitanti, è la più grande cittadina alpina di fondovalle del Friuli, ed è la porta d’accesso meridionale alle montagne della Carnia. Per il CAI di Tolmezzo il 2024 è un anno importante, perché ricorrono diversi anniversari che intrecciano storia locale e uomini di valore con la grande storia dell’alpinismo.

In primis la sezione carnica condivide, assieme alla Società Alpina Friulana di Udine, i 150 anni della sua fondazione, avvenuta proprio a Tolmezzo l’8 febbraio 1874, grazie all’iniziativa di cittadini friulani guidati dal geologo udinese Giovanni Marinelli.

L’esistenza a Tolmezzo di un osservatorio meteorologico, voluto dallo stesso Marinelli e dal suo omologo lombardo Torquato Taramelli, inviato nelle Alpi Orientali da Quintino Sella, aveva fatto sì che la cittadina venisse scelta quale luogo ideale per fondare una sede del CAI, e molti furono gli iscritti dalla Carnia – i due terzi, con le principali e più importanti famiglie del tempo – che videro nelle ascensioni un nuovo passatempo da praticare nel tempo libero anche se il periodo in cui la neonata sezione del CAI rimase effettivamente tolmezzina durò solo fino al 1880, anno in cui si trasferì a Udine.

Nel frattempo, però, il seme delle ascensioni era stato piantato, lasciando un gruppo di appassionati che nel 1922 si costituì in Sottosezione, che divenne poi finalmente Sezione dal 1966. Per celebrare la ricorrenza il 25 agosto si terrà l’escursione al Monte Tersadia, in ricordo della prima gita sociale che si è svolta esattamente 150 anni fa.

Oggi il CAI di Tolmezzo conta 850 iscritti, con una scuola di alpinismo che tiene i suoi corsi di roccia, ogni estate, nell’arco di una settimana in quota, concentrata nel rifugio De Gasperi (che a sua volta nel 2025 compirà cent’anni).

Ad intersecare la grande storia dell’alpinismo nel 2024 provvede invece Cirillo Floreanini (1924-2003) che della sezione di Tolmezzo fu presidente per un ventennio, tra il 1961 e il 1981, con qualche breve interruzione. Nel 2024 ricorrono anche i cento anni dalla sua nascita, a Enemonzo, in Carnia, dove in estate si terrà un evento in suo ricordo.

Non è marginale il fatto che Floreanini sia stato anche il primo a tenere le redini, anche qui per un ventennio, del Soccorso Alpino e Speleologico del Friuli-Venezia Giulia, di cui ricorrono i 70 anni dalla fondazione (parallelamente all’anniversario del Corpo Nazionale).

La sua figura è legata anche ai 70 anni dalla vittoriosa spedizione italiana al K2 del 1954, dove Floreanini fu al fianco di un altro friulano, Ardito Desio, il capospedizione.

Una grande mostra dedicata al K2

È in virtù di questo ennesimo anniversario che a Palazzo Frisacco, nobile edificio nel centro di Tolmezzo, è stata allestita una mostra dedicata alla spedizione al K2.

L’esposizione in realtà ne comprende due. Al primo piano è ospitata Senza posa. Italia K2 di Mario Fantin. Racconto di unimpresa ovvero quella itinerante della sede centrale del Club Alpino Italiano, ideata e curata da Mauro Bartoli nell’allestimento di Claudio Ballestracci con la collaborazione di Monica Brenga e Pamela Lainati del Centro di Cinematografia e Cineteca del CAI.  Ci sono il racconto della spedizione tratto dai diari di Fantin – con le audioregistrazioni narrate che si sprigionano da finti sviluppatori da campo dischiusi dal visitatore – , la tenda Morettina, libri e diverse fotografie della spedizione.

Al secondo piano è invece allestita la mostra K2 – Immagini dal Karakorum, concessa dal Museo Friulano di Storia Naturale depositario dell’Archivio “Ardito Desio”. Qui vengono raccontate, attraverso splendide fotografie d’epoca, le due spedizioni italiane al K2 che hanno preceduto quella vittoriosa del 1954. La spedizione di Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi, del 1909, lasciò impresso il suo nome sull’omonimo Sperone Sud-est del K2, e che ebbe come fotografo al seguito Vittorio Sella. Quella del 1929, organizzata dalla Società Geografica Italiana, diretta dal nipote del Duca, Aimone di Savoia Duca di Spoleto, e lo stesso Ardito Desio (assieme ad un altro friulano, l’entomologo Lodovico di Caporiacco), che compare in diverse delle fotografie esposte.

Le due mostre danno un’immagine completa del contributo dato dall’Italia all’esplorazione del Karakorum in un arco di tempo di quasi cinquant’anni. Entrambe sono visitabili tutti i giorni, escluso il martedì, fino al 18 marzo.

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