ItinerariSci alpinismo

Alla ricerca della neve a Val d’Oronaye. Con le pelli sotto gli sci

In una stagione avara di precipitazioni, le montagne francesi appena oltre il Colle della Maddalena offrono ancora belle possibilità agli skialper. Come i due itinerari che abbiamo appena percorso

Uno dei primi scrittori a usare l’espressione “mutamenti climatici” è stato forse Gottfried Benn nel Romanzo del Fenotipo (1949). Pur senza lasciarsi tentare dal lucido pessimismo di vasto respiro dell’autore, che arrivava a prospettare la “fine del Quaternario”, risulta inevitabile riflettere sulle modificate esigenze della programmazione delle attività invernali in montagna, dove sono necessarie una sempre maggiore adattabilità a situazioni rapidamente variabili e senz’altro anche molte rinunce.

Il motto di un celebre sito web francese di scialpinismo, “Passer plus de temps à surfer sur la neige que sur le net”, potrebbe in effetti essere un buon obiettivo in un contesto dove la “ricerca della neve” assume ormai la priorità, insieme alla sempre necessaria valutazione delle condizioni.

Nel 1964, in tempi di abbondanti “neiges d’antan”, Henri Gentil pubblicava sulla rivista La Montagne & Alpinisme il breve saggio intitolato Ski en Haute Ubaye, una presentazione delle molte possibilità di escursioni e traversate in un angolo sperduto e un po’misterioso delle Alpes de Haute Provence, a ridosso del confine italiano e dello spartiacque con la valle Maira.

Il gruppo montuoso di riferimento è quello culminante nell’Aiguille de Chambeyron (3412 m), ai tempi ancora decorato dagli scarni residui dei ghiacciai più meridionali delle Alpi Cozie.

Estremo lembo di questo settore, l’alta Valle dell’Ubayette, offre al visitatore ambienti che ben sintetizzano i caratteri distintivi della regione: valloni laterali dagli spazi dilatati, grandi boschi di conifere, un’ampia testata che da un lato si incunea ai piedi dei colossi rocciosi della Meyna (3067 m) e dell’Oronaye o Tête de Moïse (3100 m), dall’altro ricade nel territorio del Parc National du Mercantour con uno dei suoi siti più celebri, il Vallon du Lauzanier.

Il villaggio di Larche, situato sulla strada del Colle della Maddalena, si presenta interamente ricostruito dopo le gravi distruzioni subite durante la Seconda Guerra mondiale e a causa della disastrosa alluvione del giugno 1957. Fin dall’inizio del XX secolo la crisi dell’economia rurale e montana aveva indotto molti degli abitanti a tentare le vie dell’emigrazione, con direttrici prevalenti verso l’America latina. Alcune famiglie riuscirono a riassestare la propria situazione finanziaria e ad esprimere un certo grado di agiatezza nei monumenti funebri in stile eclettico, che ora spiccano negli angusti recinti dei cimiteri delle borgate, come quella, definitivamente abbandonata, di Certamussat.

L’esigenza di mantenere e coordinare servizi essenziali, amministrativi e di supporto alla frequentazione turistica, ha determinato la scelta della fusione, realizzata nel 2016, di Larche e della vicina Meyronnes in un comune unico di complessivi 115 residenti, sotto la nuova denominazione di Val d’Oronaye.

Gli itinerari

Febbraio con atmosfere da tarda primavera: a Larche sopravvive ancora, dignitosamente preparato, il tracciato di sci di fondo, dal paese lungo l’Ubayette sulla riva in ombra, e verso il Vallon du Lauzanier, amato dagli appassionati di ciaspole. Impietoso il confronto visivo dei versanti: prati e pascoli secchi a Sud, il piccolo skilift dietro il cimitero rimasto fermo tra l’erba. Ci rivolgiamo in piena esposizione Nord proponendo due gite dalle caratteristiche in parte simili, entrambe valide per un approccio esplorativo della zona. Utile consultare le guide Ski de randonnée. Alpes du Sud di Emmanuel Cabau e Hervé Galley, Éditions Olizane, 2011 e Sci Alpinismo. Alpi Liguri, Alpi Marittime, Alpes de Provence di Jean-Charles Campana, Blu Edizioni, 2001.

Tête de Parassac (2777 m)

Località di partenza: Maison- Méane (1776 m)
Dislivello: 1000 m
Difficoltà: MS, un singolo tratto intermedio più impegnativo
Tempo di salita: 3.30 ore

Da Maison-Méane scendere su una campestre al minuscolo cimitero e più in basso varcare la passerella sull’Ubayette (1725 m). Prendere a sinistra la pista di fondo fino a una radura bordata di larici; qui si devia a destra e si risale il pendio della quota 1932 m in modo da inserirsi nella parte inferiore del Vallon de Parassac, sul versante destro.

Il primo restringimento si supera ugualmente a destra (resti di valanghe frequenti) o a sinistra, perdendo un po’di dislivello, sbucando così nei pressi della Cabane Lombard sul ripiano (2013 m) al piede dell’imponente Roche des Anges, dalle monumentali colate di ghiaccio, e di fronte alla gola del Ravin du Pis (cascata “Le Pissal” al centro), che occorre doppiare del tutto a sinistra tramite una rampa ripida per raggiungere il soprastante avvallamento.

Fiancheggiare a sinistra una cima secondaria contrassegnata da un visibile ometto, dominante il nascosto Lac de Parassac, portandosi in vista del Vallon du Lauzanier, poi ritornare nella conca innevata del Lac du Quartier d’Août. Procedere liberamente sui pendii alla sinistra e terminare sulla facile sommità arrotondata della Tête de Parassac.

Tête de Fer (2883 m)

Località di partenza: Larche (1680 m)
Dislivello: 1200 m
Difficoltà: BS
Tempo di salita: 4 ore

Da Larche attraversare il torrente sul ponticello a valle del “Gîte d’Étape” e seguire a sinistra la pista di fondo, lasciando sulla riva opposta la borgata Malboisset. Al successivo ponte (1690 m) abbandonarla e girare a destra per elevarsi in un lariceto ed entrare nello stretto andito del vallone del Ravin de Courrouit sulla riva destra: Gentil ne definiva la conformazione a risalti “uno scalone di giganti”. Continuare in un corridoio obbligato, poi salire al margine destro di una sinuosa gola e uscire sul pianoro delle Cabanes de Courrouit 2160 m.

Percorrere il fondovalle del Ravin du Château Lombard, svincolarsi a destra e arrivare alla grandiosa conca 2401 m alla testata della valle. La meta è visibile: sfilando a sinistra di un rilievo roccioso intermedio si oltrepassa un dorso regolare (2555 m) e si affronta infine il versante N della Tête de Fer prestando attenzione alle aree battute dal vento. La pendenza si attenua nei pressi della vetta, su cui si trova un’antenna ripetitore; negli ultimi metri in genere si tolgono gli sci.

Variante di discesa: dalla cresta SSE contornare la cima e spostarsi subito nel Ravin de la Tourtelle su pendii sostenuti, tenendosi nel suo ramo di sinistra. Si recupera in basso il precedente itinerario della Tête de Parassac presso la quota 1932 m, quasi allo sbocco del vallone omonimo.

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