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Il corpo di Evgeny Glazunov trovato ai piedi del monte Ak-Su

L’alpinista siberiano non dava più notizie di sé da molti giorni. Le prime notizie parlano di una scarica di pietre che lo avrebbe travolto quasi al termine della discesa

Trovato. Morto. Stava per arrivare in fondo, mancava un tiro e mezzo. Molto probabilmente una caduta di roccia”. Il messaggio che non avremmo mai voluto leggere è arrivato poche ore fa. Nella sua scarna essenzialità tradisce l’emozione di Anna Piunova, anima del sito Muntain.ru, che nei giorni scorsi aveva cercato di organizzare – anche attraverso una raccolta fondi – le ricerche di Evgeny Glazunov, di cui si erano persi i contatti da troppo tempo.

Glazunov stava scalando, in solitaria, la via Chaplinsky sul Monte Ak-Su in Kirghizistan, una delle grandi pareti del Pamir. Non è ancora chiaro se avesse raggiunto la vetta, ma ormai poco importa. Di certo aveva comunicato di avere iniziato la discesa dalla cresta. Poi il silenzio, l’allarme, le ricerche rallentate dal maltempo e, questa mattina, il ritrovamento del corpo.

Di lui ricorderemo la forza e la tenacia, la creatività e le scelte spesso obbligate dalla mancanza di fondi sufficienti per organizzare grandi spedizioni. Di queste cose aveva parlato con montagna.tv in una lunga intervista pubblicata lo scorso autunno.

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