Il Cammino del Salento, grande trekking di stagione nella Puglia più bella
Un itinerario, anzi due, alla scoperta dei paesaggi e dei borghi di una delle aeree più suggestive d’Italia. Da percorrere adesso, per assaporare nel silenzio tutta la bellezza dei luoghi
Porta Napoli, a Lecce, è il primo timbro sul passaporto del Pellegrino che sceglie di mettersi in marcia sul Cammino del Salento. Questo itinerario si snoda tra i borghi, i muretti a secco e i faraglioni della costa più orientale d’Italia. Conosciuto soprattutto per le spiagge, il Salento ha un cuore naturalistico che si scopre a piedi, a passo lento, immergendosi nelle giornate di chi vive questo territorio 365 giorni l’anno. Ma questa stagione, con le sue temperature miti è quella giusta.
“Nel 2018 mi trovavo a Londra, seguivo un master dedicato in gran parte al turismo lento e sostenibile. Quello che abbiamo qui in Salento è tutto il contrario, consideravo: un turismo concentrato per il 75% in 40 giorni l’anno, solo sul mare. Così è sorta l’idea del Cammino del Salento, per valorizzare borghi e meraviglie poco conosciuti nel nostro territorio”, racconta Federica Miglietta, ideatrice del percorso insieme a Mariarita Scarpino.
Inaugurato nel 2019, l’itinerario ha già fatto parlare di sé: nel 2022 è stato tra i cammini d’Italia più frequentati, con 1952 escursionisti secondo i dati raccolti da Terre di Mezzo editore. Nel 2023 questi numeri sono stati ampiamente superati, e il percorso è stato dichiarato Cammino Religioso dal Ministero del Turismo.
“Vogliamo promuovere la qualità e l’esperienza in contrapposizione al turismo di massa, veloce e di consumo. Lentezza significa anche saper valorizzare i territori, anche quelli meno conosciuti, in chiave sostenibile”, continua Federica, parlando del tipo di turismo che sta contribuendo a portare avanti.
Via del Mare e Via dei Borghi
Il Cammino inizia con una scelta, una di quelle che non si vorrebbe mai dover compiere: la Via del Mare o la Via dei Borghi? Due percorsi che partono paralleli, il primo sulla costa e il secondo nell’entroterra, per poi unirsi nelle ultime tre tappe, a sud di Otranto.
La Via del Mare conta 115 chilometri in 5 tappe, e si affaccia sull’Adriatico già dal primo giorno di cammino. È il tracciato più spettacolare dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, essendo sempre a vista mare. La prima tappa consente di arrivare da Lecce a San Foca, tramite strade di campagna, attraversando la città fortificata di Acaya e la riserva naturale delle Cesine. La seconda tappa giunge a Otranto, passando per il Parco Archeologico di Roca Vecchia e per la Grotta della Poesia, e poi per Torre dell’Orso. Qui si possono ammirare i faraglioni di Torre Sant’Andrea e i laghi Alimini, prima di proseguire verso la baia dei turchi.
La via dei Borghi percorre 135 chilometri in 6 tappe, di cui le prime tre nell’entroterra della Grecia salentina, un’area che ha conservato tradizioni, culture e persino un antico idioma di derivazione ellenica, il ‘Griko’. Questo percorso è più improntato agli aspetti culturali e artistici: durante la prima tappa si cammina da Lecce a Sternatia, passando per il Palazzo Ducale e le distillerie di San Cesario, la cappella Madonna della Giggiola e il borgo medievale di Galugnano, con la chiesa della Madonna della Neve.
La seconda tappa conduce da Sternatia a Corigliano d’Otranto, offrendo un esempio della contaminazione reciproca tra Salento e Oriente nella Chiesa di Santo Stefano di Soleto, e un attimo di gusto a Galatina, la città del ghiotto pasticciotto. La terza tappa porta ad Otranto, tra i borghi più belli d’Italia, passando per le cave di Cursi dove si estrae la pietra leccese, il giardino megalitico d’Italia a Giurdignano, e la Selva del Turchese.
Le successive tre giornate di cammino sono in comune tra la Via del Mare e la Via dei Borghi. Una tappa di 22 chilometri porta da Otranto a Santa Cesarea Terme, costeggiando sempre il mare tra la torre del serpe, la torre Sant’Emiliano e il faro Palascìa.
“Qui, se si è abbastanza mattinieri da camminare al levar del sole, si può assistere alla prima alba d’Italia, essendo questo il punto più a Est della penisola, che guarda all’Albania”, suggerisce Federica. “Questa è la nostra tappa preferita: da non perdere il mosaico con l’albero della vita nella Cattedrale di Otranto, poi la cava di bauxite dove sembra di trovarsi su Marte, e la Villa Sticchi al punto d’ arrivo, col suo fascino orientale…”, aggiunge.
Seguendo sempre le frecce arancioni, con la penultima tappa da Santa Cesarea si raggiunge Marina Serra, passando per la perla del Salento, ovvero la baia di Porto Miggiano e Castro, e poi per il sentiero belvedere con la torre del sasso e le sette pajare, costruzioni tipiche salentine.
L’ultima tappa, conclusa dai 284 gradini della scalinata monumentale di Santa Maria di Leuca, si chiude al Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae. Il santuario si trova sul punto estremo della penisola che fa da spartiacque tra mare Adriatico e Mar Ionio. Più avanti non si può proprio andare.