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Come passare dalla corsa su strada al trail running senza troppo soffrire? I consigli di Lisa Borzani, due volte vincitrice del Tor des Géants

Tutto quello che bisogna sapere per affrontare la prima gara di trail running. Le regole base sono le stesse valide per ogni escursione: pazienza, tecnica, conoscenza della montagna. E buone gambe.

La grande stagione del trail running sta per iniziare per la gioia dei sempre più numerosi praticanti di questa disciplina. Sono sempre più numerosi, però, anche gli stradisti che si affacciano con curiosità alla cosiddetta corsa in natura. Per loro l’esordio sui sentieri è spesso choccante, e fioccano i “mai più”.

Abbiamo quindi voluto chiedere a Lisa Borzani – campionessa di trail running ma anche istruttrice FIDAL di atletica leggera e istruttrice di trail running con qualifica SNAQ riconosciuta dal CONI – come si può passare da stradista a correre e camminare sui sentieri senza danni e soprattutto divertendosi.

Lisa fin da piccola, 5/6 anni, ha iniziato a correre su strada fin da quando il papà maratoneta, per andare dalla nonna le faceva fare quei due passi da… 30 chilometri. Poi ha proseguito a correre sull’asfalto fino a gareggiare su distanze che superavano i 100 km, quindi si è affacciata al mondo del trail running accompagnando il compagno (oggi marito) Paolo Pajaro mentre si allenava per affrontare il Tor de Géants (330 km sulle Alte vie della Valle d’Aosta).

Il suo primo impatto sui sentieri è stato devastante: “correvo senza troppi problemi una mezza maratona in 1.24 ore mentre in montagna e mi ritrovavo a pezzi correndo la metà di quella distanza”, ricorda la Borzani. Poi però è scoppiato l’amore per la corsa in natura ed è riuscita a vincere due volte il Tor des Géants e a indossare in più occasioni la maglia della nazionale. Oggi non ha ancora smesso di vincere, ma licenziatasi dalla banca in cui lavorava ha intrapreso la carriera di allenatrice. E i sentieri sono sempre più il suo pane quotidiano.

Quali sono le sorprese che lo stradista non si aspetta?

Bisogna mettere in conto il dislivello, il terreno sconnesso e il fatto che spesso non si può correre. Per affrontare un trail si deve imparare a camminare e rinforzare i muscoli per sostenere le salite ma soprattutto le discese. Lo stradista, come ero io, è veloce ma non ha molta pazienza: io se facevo 100 chilometri su strada, quando mi spostavo sui sentieri dopo 50 km ero già morta.

Poi c’è il problema dei tempi di percorrenza. Chi corre una mezza maratona in due ore non può pensare di avvicinare quel crono. A seconda del tipo di percorso, della sua corribilità e tecnicità, potrebbe essere necessario anche il doppio del tempo. Ma le variabili del trail sono così tante che indicare una proporzione precisa è impossibile.

Quali le difficoltà tecniche e come affrontarle?

La salita richiede una muscolatura forte e di grande resistenza, allenata in modo specifico per sviluppare una forza muscolare eccentrica che poi aiuta anche nella discesa quando si devono anche attivare al massimo i riflessi.

Camminare in salita conviene o bisogna cercare di corricchiare?

Sicuramente camminare in salita aiuta e soprattutto bisogna avere tanta pazienza perché i tempi sono più lunghi e la fatica è maggiore, sempre in proporzione alla preparazione del singolo e della lunghezza di gara che si affronta.

Bastoncini sì o no?

Per i trail oltre i 70 chilometri sicuramente sono un buon aiuto, ma bisogna imparare a utilizzarli in modo corretto. Chi viene dalla strada in un primo momento trova difficile utilizzarli nel modo giusto. Al tempo dei miei esordi nel trail running in una gara di 30 chilometri avevo portato con me i bastoncini e non sapevo più cosa farne tanto che li avrei buttati da un dirupo perché mi impacciavano. Perciò li consiglio sulle lunghe distanze ma non per le corse di poche ore.

Con quali distanze di gara conviene iniziare, sempre in proporzione a quanti km si è abituati a correre su strada?

Per dare un consiglio di massima direi che se fai una mezza maratona vanno benissimo, per iniziare i trail da 10 o 15 chilometri per imparare a testare il terreno e quanto viene richiesto non solo al corpo ma anche alla concentrazione. La mia prima gara in montagna è stata una 10 chilometri. E’ sempre meglio non fare competizioni della stessa lunghezza che si fanno su strada, sarebbe un errore.

Un consiglio per iniziare un allenamento mirato?

Aumentare la forza muscolare magari aiutati da persone qualificate che creino un programma mirato di allenamento tenendo presente ogni problematica anche fisica del singolo. Poi ovviamente imparare a conoscere la montagna sotto tutti i suoi aspetti: dal meteo, al necessario da mettere nello zaino, all’idratazione importantissima e all’ambiente severo da rispettare e affrontare con la dovuta prudenza. Una buona preparazione può evitare tanti problemi fisici poi lunghi da risolvere.

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