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Monte Fuji: numero chiuso, tassa di ingresso e orari ridotti contro l’overtourism

Nel 2023 oltre 221mila persone hanno raggiunto la vetta della montagna simbolo del Giappone. Troppe. I provvedimenti presi dalla Prefettura riguardano lo Yoshida Trail, l’itinerario di salita più frequentato

Il Monte Fuji (3776 m), vulcano con la stessa forma che disegnano i bambini quando gli viene chiesto di rappresentare una montagna, è la cima più elevata del Giappone. Questa vetta sacra è diventata il marchio di fabbrica del Paese, ed è aperta al turismo dall’1 luglio alla metà di settembre. In questa finestra temporale di 70 giorni si concentrano alpinisti e turisti, ma anche locali e pellegrini scintoisti.

Secondo i dati di Times of India, in totale nell’estate 2023 sono stati 221.322 gli escursionisti che hanno scalato il monte Fuji: di questi, 137.236 hanno seguito lo Yoshida Trail, il più accessibile dei quattro percorsi ufficiali per la vetta. Gli altri itinerari sono il Fujinomiya, più breve ma più ripido e impegnativo, il Subashiri, sul versante orientale del monte, e il Gotemba, che inizia diverse centinaia di metri più in basso degli altri.

Sullo Yoshida Trail sono presenti 10 rifugi (station), ma la maggior parte delle persone inizia a camminare dal quinto, situato a 2305 metri di quota, l’ultimo raggiungibile con i mezzi pubblici. Da questo punto in poi, se si vuole raggiungere la cima, bisogna mettersi in fila. Sul bordo del cratere sommitale si trovano anche un ristorante che serve ramen e un ufficio postale. Insomma, salire il Fuji non pare essere esattamente l’esperienza mistica d’alta quota che molti si aspettano.

Per far fronte al sovraffollamento, le autorità della prefettura di Yamanashi hanno deciso di imporre un biglietto per contribuire alla manutenzione delle strutture – fino al 2023 veniva richiesta con la medesima motivazione una somma paria circa sette euro ma solo su base volontaria -, e di limitare il numero di persone sullo Yoshida Trail a 4.000 (quattromila!) al giorno.

Gli escursionisti non potranno più iniziare il cammino tra le quattro del pomeriggio e le due del mattino, come era consuetudine fare, per vedere l’alba in vetta. Adesso, chi vuole godersi il sorgere del sole in cima al Fuji dovrà trovare posto in uno dei rifugi più in quota e camminare abbastanza veloce da arrivare in vetta partendo all’orario consentito.

Le autorità stesse temono che queste limitazioni non saranno sufficienti a risolvere le problematiche legate alla troppa frequentazione della montagna. Le infrastrutture e i rifugi non sono infatti in grado di accogliere così tanti turisti, e questo provoca che il numero di escursionisti che si feriscono o ammalano sul sentiero salga di stagione in stagione. Inoltre, l’impatto ambientale del turismo sul Monte Fuji è elevatissimo, dato che non ci sono sistemi di smaltimento dei rifiuti adatti a gestire un simile flusso di persone nei mesi estivi. Seppur non risolutive, queste misure sono già un inizio, e potrebbero contribuire a migliorare la situazione dal prossimo luglio in poi.

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