Itinerari

Tre itinerari nella Liguria di levante che con le ciaspole sono ancora più belli

La neve da queste parti non è garantita ma quando arriva regala escursioni speciali, letteralmente da “prendere al volo”. Ma anche in sua assenza ci si diverte alla grande

Ciaspolare fra pendii candidi e faggete secolari, con le grandi vette innevate dell’Arco alpino a disegnare l’orizzonte settentrionale e il mare ai vostri piedi. Sembra un sogno, ma in Liguria si possono vivere giornate in cui questa magia diventa realtà.

Fra la provincia di La Spezia e quella di Genova lo spartiacque appenninico corre a pochi chilometri dalla costa e non mancano itinerari e cime straordinariamente panoramiche, dove lo sguardo può spaziare a 360 gradi, fra il blu del Mediterraneo e il bianco delle Alpi. Ci vuole tanta fortuna e pazienza per trovare le condizioni giuste, ma, quando questo avviene, è bene non lasciarsi scappare l’occasione di vivere questa esperienza rara e speciale.

Per andare il più possibile a colpo sicuro ci siamo rivolti a Claudio Carlino, guida GAE del team Escursioniliguria.com e infaticabile camminatore dei monti liguri, chiedendogli di segnalare ai lettori di Montagna.tv, tre proposte di itinerari con le ciaspole fra le alture del levante. Ecco i suoi consigli per ciaspolare vista mare.

Fare escursioni con le ciaspole sulle alture che si affacciano sul Mar Ligure è un’utopia o un sogno realizzabile?
Diciamo che non è un sogno “calendarizzabile”. L’arrivo della neve sui monti liguri, soprattutto a Levante, dove le quote massime sono ben al di sotto dei 2000 metri, è purtroppo un evento raro. A questo bisogna aggiungere che, per gustare a pieno queste escursioni, l’ideale è cogliere le giornate di bel tempo, magari con vento da nord, quando il cielo diventa cristallino e la vista spazia in ogni direzione. Allora la magia è completa! Sono occasioni rare, che non si possono prevedere. L’unico consiglio che posso dare è di tenere d’occhio le previsioni meteo… Carpe diem!

Quali sono le gite assolutamente da non perdere?
Cominciamo da una supercalassica. Si tratta del Monte Antola, posto fra le valli Scrivia, Vobbia e Borbera, conosciuto e frequentato in tutte le stagioni dagli escursionisti provenienti tanto dal versante ligure dell’appennino quanto da quello padano, anche se sono soprattutto i genovesi che, vista la vicinanza alla città, hanno eletto da sempre questa montagna a meta privilegiata delle loro gite. L’itinerario che dalla località Casa del Romano conduce verso la vetta, privo di difficoltà tecniche, o tratti eccessivamente ripidi e con lunghezza e dislivello contenuti, è l’ideale per chi vuole fare pratica con l’uso delle ciaspole.

 A chi il mare lo volesse quasi “toccare con mano” cosa consigli?
Una delle proposte migliori è sicuramente la salita al monte Ramaceto. Non è molto alto – la cima tocca solo i 1345 metri – ma si tratta di un itinerario interessante e fuori dai percorsi più battuti. L’accattivante cresta del Ramaceto si distende per centinaia di metri separando nettamente i suoi due versanti: a nord il bosco di Liciorno, una delle faggete più belle della Liguria, a sud il versante roccioso e dirupato che si affaccia sulla Val Cichero. Siamo all’interno del Parco dell’Aveto ma si sente già profumo di mare, in lontananza si scorge Portofino e il golfo del Tigullio si estende in tutta la sua bellezza. Proprio il golfo, grazie alla bastionata del Ramaceto, è protetto dalle fredde sferzate dei venti settentrionali. La vicinanza al mare ne fa uno degli itinerari più interessanti in caso di neve (un tempo abbondante) che rende davvero speciale questa escursione.

La tua terza proposta?
Sicuramente il monte Gottero. Situato al confine fra tre regioni: Liguria, Toscana ed Emilia, con i suoi 1639 metri di quota il Gottero è la massima elevazione della provincia di La Spezia. Quando la neve arriva a coprire anche questi pendii, salire con le ciaspole verso la cima significa ammirare attorno a sé panorami che si fanno sempre più ampi e meravigliosi. Nelle giornate più limpide la vista spazia sui paesaggi nordici dell’Arco alpino, dal Monviso fino al Monte Baldo. Anche le Apuane sono lì, quasi a portata di mano e ai nostri piedi si distende il mare e l’intero arco costiero: dalla Costa Azzurra fino alla marina di Grosseto. In lontananza l’Isola d’Elba, la Capraia e la Corsica

Per chi è già pronto a mettersi le ciaspole ai piedi e andare ecco le descrizioni di dettaglio delle escursioni proposte dal nostro esperto. E se la neve non arriva, basta calzare i soliti scarponcini. I luoghi meritano anche se “asciutti”.

Monte Antola dalla Casa del Romano

Punto di partenza e arrivo: Casa del Romano (1406 m)
Quota massima raggiunta: Monte Antola (1597 m)
Dislivello: +- 280 metri
Difficoltà: E (attrezzati con equipaggiamento invernale, ciaspole, ARTVA, pala e sonda)
Tempo di percorrenza: 4,30 ore (andata e ritorno)

Lasciata l’auto nei pressi dell’albergo ristorante Casa del Romano, la frazione più in quota del comune di Fascia (GE), si imbocca il sentiero che in breve porta alla chiesetta e da lì alle strutture dell’Osservatorio Astronomico Regionale Parco dell’Antola. Più avanti la traccia si innesta in quella del sentiero n. 200, storico sentiero di crinale infraregionale, che sale dalla località Capanne di Carrega.

La nostra direzione di salita ora è segnata dal crinale, che in questa zona è privo di alberi e offre ampie vedute sulla valle del Brugneto a sinistra e, sulla destra, verso la val Borbera in territorio piemontese. Il percorso costeggia una staccionata lungo la quale si incontra ad un certo punto un cancello. Lo superiamo per fare ingresso in un piccolo bosco oltre il quale abbandoniamo la linea del crinale per procedere a mezza costa sul versante meridionale, prima in leggera discesa, poi ricominciando a salire.

Oltrepassato un secondo cancello si prosegue fino a tornare sul filo del crinale dopo il tratto in salita che porta al Monte Tre Croci (1565 m). Qui ci aspetta una vista impareggiabile, sia sulla valle del Brugneto, che verso la val Borbera, sul vicino monte Carmo e sulla cima dell’Antola, ormai non più così lontana. Un tratto in discesa nel bosco dà accesso al Passo delle Tre Croci (1495 m), così chiamato perché tre sfortunati viandanti qui persero la vita durante una bufera di neve, dove giungono i sentieri che salgono da Caprile e da Vegni.

Si continua a scendere quando, ad un tratto, una radura fra gli alberi svela una splendida visuale sul sottostante lago del Brugneto. Di nuovo nel bosco si riprende poi a salire. Poi la traccia perde di nuovo quota, fino all’punto di innesto di un secondo sentiero che sale da Caprile. Da questo punto in avanti il bosco comincia a farsi più rado, fino a quando il pendio aperto svela l’imponente croce posta sulla vetta del monte Antola, ormai a breve distanza. Per raggiungerla però dobbiamo ancora faticare: eccoci alla ripida salita finale!

Una volta in vetta non resta che far spaziare lo sguardo tutto attorno: sotto di noi valloni selvaggi punteggiati da piccoli borghi; più lontano, verso sud il blu del mare e, a settentrione, l’arco innevato delle Alpi, con le sagome inconfondibili del Monviso e del Monte Rosa. Una bellezza che scalda il cuore, anche se qualche volta l’aria gelida dell’inverno si fa sentire anche qui, a un tiro di schioppo dalle coste mediterranee. Meglio quindi abbandonare la cima e il crinale, seguendo la traccia che porta al riparo dal vento, verso il Rifugio Parco Antola (aperto in inverno durante il periodo natalizio – per info: www.rifugioantola.com).

Da lì traversando sotto la vetta in direzione est, si torna alla sella orientale dell’Antola e si fa rientro alla Casa del Romano lungo l’itinerario dell’andata.

Monte Ramaceto da Ventarola

Punto di partenza e arrivo: Ventarola (846 m)
Quota massima raggiunta: Monte Ramaceto (1345 m)
Dislivello: +-550 metri
Difficoltà: EE (attrezzati con equipaggiamento invernale, ciaspole, ARTVA, pala e sonda)
Tempo di percorrenza: 5 ore andata e ritorno

Lasciata l’auto poco prima dell’abitato di Ventarola si prosegue lungo la strada fino a entrare nella caratteristica frazione del piccolo centro abitato, un tempo importante nodo di collegamento tra la Pianura Padana e il mare. Un ponticello ci evita un guado e, seguendo la strada che diventa presto una mulattiera, incontriamo le indicazioni del sentiero ad anello A6 e il simbolo del triangolo giallo.

Seguendo il segnavia si raggiunge un’area picnic e un crocevia di strade sterrate. Lasciando perdere la strada sulla sinistra (da cui si giungerà al termine del percorso) si piega a destra superando un pannello informativo del Parco dell’Aveto. Ci troveremo quindi su un largo sentiero che sale nel bosco di faggi che su questo versante del Ramaceto la fanno da padroni incontrastati. Il sentiero sale senza strappi nel bosco fino a un crocevia detto anche Quadrivio della Crocetta.

Seguendo le indicazioni per il Monte Ramaceto si riprende a salire fino a uscire dal bosco presso la Bocca di Feia (1131 m). Arrivati a questo punto ci si innesta sull’Alta Via dei Monti Liguri, una larga cresta appena fuori dal bosco ci porterà con pendenze gradualmente crescenti fino alla vetta sudovest del Ramaceto (quota 1318 m).

Questa cima pur non essendo la cima più alta del monte è decisamente più panoramica e interessante della cima vera e propria che invece resta immersa nel bosco. Tale cima caratterizzata da una cappella (Cappelletta del Ramaceto) in pietra e da una piccola statua della Madonna. La vista dalla cima nelle giornate terse è davvero interessante, si può spaziare dal mare del golfo del Tigullio alle vette delle Alpi ed è sicuramente consigliabile tirare un po’ il fiato in questo punto.

Lasciata alle spalle la cima sud-ovest il percorso ad anello continua lungo la cresta della vetta, seguendo sempre le indicazioni dell’Alta Via (segnavia bianco rosso AV), i simboli A6 e due cerchi blu. Il crinale è molto suggestivo poiché, nel giro di pochi metri, si incontrano due aspetti morfologici differenti: il versante meridionale del monte è roccioso e scosceso, mentre voltando il nostro sguardo verso nord notiamo una fittissima faggeta. Continuando lungo qualche saliscendi arriviamo alla cima principale del Ramaceto (1345 m) che si supera quasi senza accorgersene se non fosse per una piccola e sbilenca croce di legno che si presta ad una foto per i collezionisti di vette….

Il percorso prosegue poi in discesa verso nordovest fino a raggiungere lo spartiacque tra le valli Sturla e Aveto. Si continua quindi a seguire l’Alta Via (e i simboli A6 e due cerchi blu), trascurando il sentiero con simbolo croce rossa. Da questo momento inizia la discesa vera e propria fino a giungere al Passo di Crocetta d’Acero, a questo punto abbandoniamo l’AV e seguiamo le indicazioni per Ventarola dove si chiude questo bellissimo anello tra mare e Alpi.

Monte Gottero dal Passo della Cappelletta

Punto di partenza e arrivo: Passo della Cappelletta (1083 m)
Quota massima raggiunta: Monte Gottero (1597 m)
Dislivello: +- 700 metri
Difficoltà: EE (attrezzati con equipaggiamento invernale, ciaspole, ARTVA, pala e sonda)
Tempo di percorrenza: 6 ore (andata e ritorno)

L’escursione prende il via dal Passo della Cappelletta (1083 m), dove si può parcheggiare l’auto presso la piccola chiesetta, proprio sotto le enormi pale dei generatori eolici. Si comincia a ciaspolare puntando in direzione sud, risalendo i pendii aperti lungo il crinale di confine fra Liguria ed Emilia, che conducono presso il monumento dedicato alla memoria del pilota militare precipitato qui nel 1966, al comando del suo F104.

Da lì i più volenterosi possono proseguire lungo il filo del crinale, raggiungendo la sommità del Monte Bertola (1193 m). Con percorso meno ripido è invece possibile aggirare la cima traversando sotto il suo versante orientale, per poi tornare sullo spartiacque giungendo al Passo del Lupo (1156 m).

Da qui si segue la sterrata che si inoltra nella faggeta fino ad arrivare ad un bivio dove teniamo la destra, imboccando il sentiero in salita all’interno di una splendida faggeta. La sterrata conduce nei pressi del Monte Passo del Lupo (1505 m), che aggiriamo sulla sinistra. Ora la pendenza si fa più impegnativa, ma il bosco diviene più rado e comincia a rivelare gli splendidi panorami circostanti, una visione che rinnova le energie e allevia la fatica!

Un poco alla volta gli alberi lasciano il posto all’ampio pendio nevoso che ci accompagna fino alla vetta del Gottero (1639 m). Qui è bene prenderci tutto il tempo necessario per godere del bagno di luce e bellezza che il luogo sa regalare, poi la ciaspolata riprende.

Invece di tornare sui nostri passi cominciamo a scendere in direzione opposta, sempre lungo il filo del crinale, per giungere in breve alla Foce dei Tre confini (1408 m), storico valico che un tempo percorso dai viaggiatori e dai mercanti che si spostavano fra i domini della Repubblica di Genova e dei ducati di Toscana e di Parma.

Qui convergono ben sei sentieri. Noi imbocchiamo la mulattiera che volta decisamente a sinistra, marcata dalla segnaletica dell’Alta Via dei Monti Liguri, che traversa sotto al versante orientale della dorsale e, fa dolci saliscendi, allietati dalla compagnia degli antichi faggi, si ricongiunge infine all’itinerario dell’andata e da lì al punto di partenza.

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