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Un’enorme frana chiude il Passo di Monte Croce Carnico

Il crollo ha cancellato la strada che collega il Friuli alla Carinzia e distrutto molte vie di arrampicata. Il rimpianto del climber Alessandro Zeni. L’impressionante video.

Crollano le montagne e crollano intere pareti di arrampicata: il fenomeno negli ultimi anni è in aumento su tutto l’arco alpino ed è collegato al riscaldamento globale. È successo anche nella notte tra l’1 e il 2 dicembre lungo la strada che sale da Timau, in Friuli, al Passo Monte Croce Carnico, e scende sul versante austriaco verso Kötschach-Mauthen.

Un enorme distacco ha provocato gravi danni alla strada statale 52, proprio lungo i tornanti finali del versante italiano, danneggiando anche le gallerie. Fortunatamente a quell’ora, intorno alle 23, nessuno transitava nella zona. Il crollo pare imputabile alle consistenti piogge associate allo sbalzo di temperature avvenuto nel giro di poche ore nella regione, con una escursione di 15  gradi (da -5 ai +10).

Il traffico transfrontaliero è interrotto, e sembra difficile che possa essere riavviato in tempi brevi. Le foto riportate dalla stampa locale sono impressionanti.

Il Passo Monte Croce Carnico, Plöckenpass in tedesco, si apre a 1357 metri di quota e vanta una storia antichissima. Lungo la Valle del But, che porta all’odierno confine tra Italia e Austria passava la Via Julia Augusta, la strada romana che collegava Aquileia con la regione del Norico, un tracciato che ancora oggi è in parte visibile grazie a delle iscrizioni sopravvissute. La strada antica raggiungeva il Passo risalendo nella parte finale sulla destra orografica del solco vallivo, mentre quella odierna si inerpica a tornanti sulla sinistra orografica, sotto le pareti del Pal Piccolo, in una zona considerata comunque a pericolosità geologica elevata.

Al contrario che sulle Dolomiti e sulle Alpi Giulie, il confine tra Italia e Austria non è cambiato dopo la Prima Guerra Mondiale. Sul Pal Piccolo e sulle vette vicine è stato realizzato un Museo all’aperto i cui sentieri permettono di toccare trincee, postazioni e bunker di grande interesse.

Scompare così una delle più interessanti aree di arrampicata della Carnia

L’area interessata dal crollo fa parte di un noto sito di arrampicata. Su queste pareti si sono tenuti i meeting di Arrampicarnia a partire dagli anni Ottanta. La comunità degli arrampicatori è sotto shock perché è venuto giù un intero settore, dove insistevano diversi itinerari classici – Catherine’s Pec, Golem, Soupe-ici, Freak Brothers, Dita di burro, Acido lysergico, Acido fenico, Blow Job, Mai più a Buoux – e anche l’unico 9a della Carnia, Per Aspera ad Astra liberato da Alessandro Zeni nel febbraio del 2022.

Ecco come Zeni aveva descritto quella salita sul suo profilo Facebook. “Il Passo di Monte Croce ha qualcosa di davvero speciale. Vuoi per il suo calcare dalla compattezza incredibile, vuoi per la sua scalata sempre tecnica e sempre esigente dove anche i tiri facili… non sono mai così facili. Chiunque lo abbia frequentato ben sa di cosa sto parlando”.

Penso sia una scalata che davvero sa stregare chi ha voglia di imparare qualcosa di nuovo, mettendosi alla prova senza pensare troppo ai gradi. Un po’ come per noi è la Totoga. Dopo alcuni tiri ripetuti e alcuni progetti liberati l’hanno scorso avevo messo gli occhi su un pilastro posizionato a sinistra di questa muraglia di pietra. Una placca leggermente strapiombante incredibilmente estetica ed affascinante. Una linea sottile che saliva nel mezzo di quel muro compatto. Incuriosito iniziai a informarmi su chi aveva chiodato quel progetto e se mai ci fosse stata la possibilità di provarlo”.

Venni presto a sapere che questo vecchio progetto era stato chiodato niente poco di meno che dal mitico Chen (Luciano Cimenti). Subito mi disse che avrei potuto liberarlo se ero motivato. Come non esserlo vista la sua estetica? Mi ci tuffai dentro e scoprii che oltre ad essere bello era anche terribilmente doloroso per la pelle delle dita”, continua Zeni.

Dopo 6 giorni di tentativi infruttuosi, oggi accompagnato dalla mia ragazza riesco nella prima libera di questo bellissimo progetto che aspettava la libera da molti anni. Un tiro super tecnico, tanto bello quanto doloroso, dove anche la fortuna di trovare le giuste condizioni gioca un ruolo fondamentale. Oggi il grip era eccezionale e ciò che prima era incredibilmente difficile oggi mi è sembrato addirittura facile. Ma contando i tentativi fatti (circa una quindicina) forse tanto facile non è”.

Parlando quindi di gradi cerco sempre un confronto con vie simili: penso che “Per Aspera..” sia più facile di “Eternit” 9a+ ma più difficile di “Bain de Sang” 8c+/9a.  Il grado proposto è quindi 9a”. Quel “calcare dalla compattezza incredibile” è incredibilmente venuto giù, disgregando ogni apparente certezza.

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