Alpinismo

Agner e Pic sans nom teatro delle prime grandi salite nella stagione fredda sulle Alpi

Picche e ramponi in azione dalle Dolomiti agli Écrins su pareti Nord già in condizione. Se il buongiorno si vede dal mattino questa sarà una stagione da ricordare

Mancano ancora tre settimane all’inizio ufficiale dell’inverno, ma le grandi sfide alle pareti delle Alpi coperte di ghiaccio sono già iniziate. Lo testimoniano due notevoli ascensioni portate a termine nei giorni scorsi su altrettante pareti Nord poste tra loro agli antipodi dell’arco alpino. Miglior battesimo per picche e ramponi non poteva esserci.

Ultima perla sulla Nord dell’Agner

Uno stillicidio di ghiaccio che cola minaccioso dalla parete nord dell’Agner, nel gruppo delle Pale di San Martino. 350 metri di siluri ghiacciati interrotti solo dalla roccia gialla dell’incredibile parete nord. È la via che hanno salito pochi giorni fa Nicola Bertoldo e Diego Dellai del Gruppo Roccia 4 Gatti di Arsiero. Per salire questo gioiello, anzi questa perla, ci sono volute sette ore di salita e altre 4 di discesa. Le difficoltà proposte sono WI 5+, M6. Una salita di livello su una parete esigente. La nord dell’Agner, infatti è la più alta delle Dolomiti, con i suoi 1500 metri di sviluppo verticale e le sue vie di grande ingaggio.

Una via viva, tracciata dalla natura! Per i nostri trascorsi e per la bellezza della linea l’abbiamo considerata l’ultima perla delle Dolomiti e così abbiamo voluto battezzarla!” ha detto Nicola Bertoldo in una nota.

Le prestige des Écrins sul Pic sans nom

Il fortissimo alpinista francese Benjamin Védrines aveva recentemente dichiarato: “Ho deciso di consacrare il prossimo inverno all’alpinismo tecnico duro e puro”. Detto fatto. Insieme ai compagni Juline Cruvellier de Luze e Nicolas Jean ha appena salito una rivisitazione della già durissima “Le prestige des Écrins” (1000 metri, M6+). In breve, ghiaccio quasi mai in condizioni e placche di roccia marcia, il tutto sulla parete nord del Pic sans nom negli Écrins.
La via, aperta nel 2015, contava solo due ripetizioni. La variante salita dai tre francesi esce sulla cresta ovest.

Ogni anno tenevamo d’occhio questa linea. Siamo partiti con gli sci a abbiamo bivaccato ai piedi della parete. Nico ed io siamo andati a sistemare 100 metri di corda per risparmiare tempo il giorno dopo. Siamo partiti alle 4 dopo una notte di raffiche di vento”, racconta Védrines. “I tiri di misto ci hanno dato del filo da torcere perché c’era neve inconsistente. Il tiro chiave si è rivelato piuttosto asciutto”. Gli alpinisti hanno raggiunto la cima alle 18.15 “La discesa dal canale NO non è stata facile ma il ritorno sotto la luna piena è stato magico”.

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