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“Basta poco”. La semplicità della vita di Mario Curnis, l’uomo che scalò l’Everest a 66 anni

Da poco in libreria, il nuovo libro di Curnis sottolinea la necessità di tornare all’essenziale. Che lo ha portato, negli anni, alla rinuncia del superfluo. Senza pentimenti.

Il titolo “Basta poco. Momenti straordinari di una vita quasi ordinaria” la dice lunga su Mario Curnis e sul contenuto di questa sua nuova avventura letteraria. Edito da Rizzoli, a cura del giornalista Angelo Ponta e con illustrazioni di Luca Vacchelli, sono 192 pagine da leggere tutte d’un fiato.

Basta poco”, come canta anche Vasco, è un inno alla semplicità in un mondo che sembra sempre più complesso, articolato e ricco di “cose superflue”. Quelle cose di cui “il Mario”, bergamasco doc, ha deciso di fare a meno fin dall’inizio della sua vita, perché proveniente da una famiglia tutt’altro che economicamente agiata e poi, nel corso degli anni, per scelta. Lontano dal mondo dei social, insieme alla moglie Rossana, Curnis oggi vive a Nembro (suo paese natale) in una casa vicino al bosco e alle montagne. Le stesse che, tante volte nella vita, lo hanno salvato. Da cosa? Probabilmente dall’essere inghiottito da una società malata che lo vorrebbe diverso da come è, assuefatto e omologato.

Nato a Nembro (Bergamo) nel 1936, la famiglia Curnis è assai numerosa e Mario è il settimo di otto figli. Inutile dire che dopo aver frequentato la scuola dell’obbligo, comincia a lavorare e a contribuire così al mantenimento della famiglia. Fa il muratore e lo farà per tutta la vita. Fossero stati altri tempi, fosse stato oggi, probabilmente Curnis avrebbe potuto contare sull’appoggio degli sponsor per portare avanti la sua attività alpinistica che, iniziata nel 1959, si è protratta fino ai 60 anni inoltrati.

A tal proposito ricordiamo l’ascesa all’Everest nel 2002, all’età di 66 anni, compiuta insieme all’amico e alpinista Simone Moro. Il lavoro, la vita famigliare (dall’unione con Rossana sono nati due figli) e poi sempre lei, la montagna: quel grande, imprescindibile amore che, in tutta sincerità, non sapremmo in che posizione mettere in una scala di priorità. Perché Mario, nonostante numerose salite e spedizioni, e nonostante il legame con alcuni grandi nomi che hanno scritto la storia dell’alpinismo (Riccardo Cassin, Walter Bonatti, Reinhold Messner e Simone Moro), non sembra mai aver trascurato niente e nessuno. Fino ad arrivare, in età avanzata, e mettere nero su bianco dei pensieri e una filosofia di vita che sorprendono per la loro attualità.

Leggendo tra le righe, ma neanche troppo, ci si accorge delle urgenze alle quali Curnis ci mette di fronte. In primis quella di rivalutare, rispettare e valorizzare un Pianeta che, invece, stiamo lentamente uccidendo. Perché, come scrive, chi siamo noi senza natura? “Basta poco” parla di questo e di molto altro. Parla di noi, della vita che facciamo e di quella che potremmo fare. Perché si può vivere come si va in montagna: con il minimo indispensabile e con un po’ di umiltà e di attenzione. Senza quell’abbondanza che dà assuefazione, perché alleggerire lo zaino, rinunciando alle comodità, aiuta a riempirlo di bellezza, cose utili e lascia spazio per la libertà.

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