Sono quasi 200, in tutta Italia, i cosiddetti Paesi dipinti, colorati dalle opere di artisti che ne hanno affrescato le facciate delle case con lavori di notevole livello, artistico e sociale. Si tratta di dipinti, murales, graffiti, opere d’arte e installazioni artistiche che arricchiscono e, talvolta, riqualificano i piccoli borghi. In alcuni luoghi le opere riguardano la storia e gli antichi mestieri del paese, in altri il soggetto protagonista è un personaggio particolarmente legato al luogo. Più spesso gli artisti chiamati ad operare hanno avuto mano libera, dando libero sfogo alla loro fantasia.
Molti di questi musei a cielo aperto si trovano in montagna. Lo spazio tiranno ci ha obbligato a selezionarne 5, tra Trentino, Piemonte e Lombardia. Nell’elenco non troverete la splendida Cibiana, in Cadore, a cui Montagna.tv ha di recente dedicato un altro articolo.
Arcumeggia (Va)
Ad Arcumeggia, piccolo paese di montagna a 565 metri di quota in provincia di Varese, va la palma di primo borgo dipinto. Tutto inizia nel 1956 quando l’allora Ente Provinciale del Turismo di Varese, pensa al modo di creare un richiamo turistico, e quindi posti di lavoro, per combattere lo spopolamento della località. Viene, così, chiamato Gianfilippo Usellini, docente dell’Accademia di Brera, a cui è sottoposta l’idea del borgo dipinto, idea che l’artista sposa con entusiasmo e sceglie per questo borgo di soli 52 abitanti, la tecnica dell’affresco, che avrebbe garantito la migliore resistenza agli agenti atmosferici nel tempo. Usellini coinvolge numerosi artisti e alla fine del 1956 sono dieci gli affreschi di artisti famosi che colorano le vie di Arcumeggia. Ma non finisce qui, perché sono molti i pittori che si alterneranno sul posto fino al 2006, quando, l’ultimo affresco viene realizzato per celebrare il cinquantesimo anno dall’inizio del progetto.
Ad Arcumeggia hanno operato alcuni dei più importanti nomi del ‘900 italiano tra cui Aldo Carpi, Achille Funi, Gianni Dova, Aligi Sassu, Sante Monachesi, Remo Brindisi e Giuseppe Migneco. Oltre agli affreschi realizzati nel paese, sulla facciata esterna della Chiesa è presente una Via Crucis le cui stazioni sono state realizzate dagli stessi artisti che hanno affrescato le case di Arcumeggia.
Balbido (TN)
A pochi chilometri dalle Terme di Comano, il borgo di Balbido, è ancora legato alle sue tradizioni contadine, ben visibili anche nelle piccole abitazioni che ne conservano i segni come gli avvolti per le stalle, le aie per i foraggi o le soffitte per il deposito della legna e del fieno. Un mondo che sarebbe scomparso se non fosse stato salvaguardato dalla volontà degli abitanti che hanno dato nuova vita al centro storico mantenendo le vecchie memorie attraverso i murales affrescati sulle facciate delle case, con tecnica naïf o graffito.
Sono rappresentati la natura, la fatica nei campi, i sogni e i sentimenti.
I rappresentanti del Gruppo itinerante murales naïf hanno trasformato le mura esterne delle case di Balbido in una scenografia teatrale: il sogno di uno spazzacamino, la leggenda delle streghe, la bellezza di una donna, i lunghi racconti della nonna, i colori della primavera, la corsa dei cavalli al Palio di S. Giustina di Balbido. Oggi sono ben 222 le opere che si possono ammirare camminando lungo le stradine lastricate del paese.
Guardia (TN)
Collocato a 980 metri d’altitudine, a circa 10 km da Folgaria, Guardia è un villaggio rurale di origine Cimbra che deve il nome alla postazione di guardia che dipendeva dal sottostante Castel Beseno. E’ conosciuto come il “paese dipinto” grazie ai murales che si trovano sulle facciate delle case, effetto anche delle molteplici rassegne d’arte murale che Guardia ha organizzato nelle sue strade sin dal 1988. Sono 35 ad oggi le opere che colorano Guardia e che, anche qui, creano ad un itinerario tutto da ammirare, un percorso che racconta le tradizioni, gli usi e i costumi locali ma anche le leggende attraverso l’interpretazione che gli artisti ne hanno dato realizzando le proprie opere. Anima di questa nuovo volto del paese è stato Cirillo Grott, pittore, scultore e poeta che ha avuto la capacità di riunire a Guardia personalità del mondo dell’arte e della cultura. Anche in questo caso l’intento iniziale fu quello di attrarre turisti e non dimenticare le antiche tradizioni al fine di evitare sia lo spopolamento che la memoria del passato.
Usseaux (TO)
Usseaux è un piccolo borgo dell’Alta Val Chisone sulle Alpi Cozie, situato a 1416 metri di quota, all’interno del Parco Naturale Orsiera-Rocciavrè e del Parco del Gran Bosco di Salbertrand. I residenti sono meno di 200, suddivisi nelle cinque borgate che compongono il Comune: Usseaux – il capoluogo, Balboutet, Pourrieres, Fraisse e Laux.
Camminando tra le strade di Usseaux è facile immaginare come la comunità vivesse negli anni antichi grazie alle facciate delle abitazioni sapientemente trasformate in tele colorate su cui gli artisti hanno con le proprie opere narrato i mestieri, le tradizioni, le abitudini e lo stretto rapporto che gli abitanti di questo antico borgo avevano con la natura. Sono circa 40 i murales che raccontano la vita contadina del paese, la natura, gli abitanti e i personaggi delle fiabe. Conosciuta come la “borgata dei murales e del pane” a Usseaux sono ancora visibili costruzioni risalenti al ‘700 perfettamente conservate come il vecchio forno, il lavatoio, l’antico mulino ristrutturato e tutt’ora funzionante che – con i murales – riportano i visitatori.
Vernante (CN)
Vernante, paese di 1200 anime in provincia di Cuneo, situato a 800 metri di quota, è conosciuto ai più come il paese di Pinocchio: sui muri delle sue abitazioni sono fedelmente riprodotte le scene della celebre storia di Collodi. Vernante è l’unico paese al mondo che racconta la fiaba del burattino di legno attraverso gli oltre 150 murales dipinti sulle facciate delle sue case. Questo progetto venne ideato da Bruno Carletto in onore di Attilio Mussino, illustratore della prima edizione di Pinocchio, che a Vernante trascorse gli ultimi anni della sua vita. Le opere furono realizzate a partire dal 1989 da due artisti locali, Bruno Carletto appunto, e Bartolomeo Cavallera – in arte “Carlet e Meo” – che quando gratuitamente iniziarono a lavorare grazie al materiale messo a disposizione dalla Pro Loco non immaginavano certo di arrivare a dipingere un così elevato numero di opere e di creare un’atmosfera fiabesca unica al mondo che conquista grandi e piccini.
Articolo scritto originariamente il 14 novembre 2023. Aggiornato il 22 ottobre 2024.