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125 anni di onorato servizio per la ferrovia del Gornergrat

Il trenino che sale da Zermatt fino ai 3.089 metri dello sperone roccioso ai piedi del Monte Rosa è ancora la cremagliera a cielo aperto più alta d’Europa

È il 1892 quando il compositore tedesco Richard Strauss si ritrova a combattere con una polmonite, forse legata alla sua passione eccessiva per il tabacco. Dopo un soggiorno curativo sul Mediterraneo, nell’estate successiva sulla via del rientro passa da Zermatt. Qui decide di mettere alla prova i suoi polmoni concedendosi un’escursione dal paese fino al Gornergrat, già celebre meta turistica. «Non ho parole per descrivere il panorama. Cielo terso, niente nubi, sole. Il Monte Rosa, il Breithorn, il Cervino – tutto intorno c’erano vette giganti ammantate di neve e ghiacciai enormi ai miei piedi. Era stupefacente», scrive in una lettera ai genitori.

Quella era una delle ultime estati in cui il mondo incantato del Gornergrat sarebbe stato appannaggio esclusivo dei camminatori. Non era un’impresa difficile arrivarci, ma da Zermatt c’erano comunque circa 1500 metri di dislivello da superare. Cinque anni dopo, dal 20 agosto 1898, un treno elettrico a cremagliera ABT avrebbe cambiato per sempre la tipologia dei gitanti desiderosi di raggiungere uno dei più prodigiosi balconi panoramici delle Alpi, consentendo anche a pigri e pingui cittadini senza la vocazione dello scalatore di giungere dove prima c’erano solo gli sportivi.

Quest’anno la Ferrovia del Gornegrat festeggia i suoi 125 anni di attività, conservando il primato di più alta cremagliera a cielo aperto in Europa, che parte da 1604 metri per raggiungere quota 3089 metri percorrendo 9,3 chilometri in 33 minuti. All’arrivo, per chi vuole godersi la notte in quota, c’è il 3100 Kulmhotel Gornergrat, l’albergo più alto delle Alpi elvetiche. L’edificio attuale risale al 1910, quando fu realizzato in sostituzione del precedente Hotel Belvédère, demolito per far spazio a una nuova stazione. L’albergo era stato inaugurato nel 1895, quindi poco prima della ferrovia, tra le polemiche di coloro che ritenevano che una costruzione deturpasse il paesaggio montano.

Il luogo scelto per far arrivare il treno era una scoperta recente, ai tempi di Strauss. Per secoli, i locali avevano frequentato la montagna portandoci probabilmente le greggi, tant’è che esisteva un regolamento del 1579 che stabiliva i pascoli delle pecore sul Riffelberg e sul “Gorneren”. Poi nel 1848 lo scozzese James David Forbes, entrato nella storia per aver inventato il sismometro, fu il primo glaciologo e viaggiatore a salire su questa terrazza delle Alpi Pennine e pochi anni dopo, nel 1856, il panorama del Gornergrat viene inserito nella guida Baedeker della Svizzera. È l’inizio del mito: dagli anni Settanta dell’Ottocento, in coincidenza con lo sviluppo turistico di Zermatt, l’afflusso di visitatori cresce. Si afferma anche la denominazione Gornergrat, probabilmente legata al nome tedesco che gli abitanti del paese davano al Monte Rosa, ossia Gornerhorn.

Generazioni di turisti negli ultimi 125 anni hanno trovato geniale l’idea dell’imprenditore Leo Heer-Bétrix e dell’ingegnere Xaver Imfeld di avere a disposizione un comodo trenino che raggiunge la terrazza montana da cui ammirare una ventina tra i 4000 più iconici delle Alpi, dalla Punta Dufour del Rosa, massima vetta svizzera con i suoi 4634 m, al Breithorn (4164 m) e al Lyskamm (4527 m), e naturalmente al Cervino (4478 m). Una curiosità: la coppia di costruttori progettava di creare una ferrovia anche per il Cervino, ma il loro piano non andò in porto. Riuscirono a ottenere i permessi solo per la ferrovia del Gornergrat, malgrado un’iniziale opposizione del comune di Zermatt e del Gran Consiglio del Cantone Vallese, preoccupati che il treno avrebbe segnato la fine del lavoro per le guide alpine e i mulattieri. All’epoca, salire a cavallo a Gornegrat costava 12 franchi a persona, ovvero 160 franchi odierni circa (166 euro). Ma chi poteva immaginare quanto lavoro in più il treno avrebbe generato? In primo luogo, per quel migliaio di operai per lo più italiani che in due anni, dal 1896 al 1898, lavorarono strenuamente, portando a termine la ferrovia. Erano come i velocissimi cinesi di oggi i nostri italiani, se si pensa che nei due anni di cantiere poterono lavorare solo dalla primavera all’inizio dell’inverno. L’anno dell’inaugurazione, la neve era così copiosa che si dovette spostare l’apertura della ferrovia dalla primavera al mese di agosto.

Se prenderete il treno GGB (Gornergratbahn) oltre a godere dei luoghi – d’estate il Cervino riflesso nel Riffelsee vale il viaggio, ma anche il ghiacciaio del Gorner, terzo per lunghezza nelle Alpi, merita – dedicate un pensiero all’epopea della sua costruzione. Oggi le atmosfere d’antan si possono rivivere grazie a un treno speciale, il NostalChic, che circola una volta alla settimana e ha posti a sedere solo vicino al finestrino, oltre un’accoglienza lussuosa. I passeggeri, non più di 22, trovano a intrattenerli una guida pronta a raccontare storie interessanti, da ascoltare scattando una foto o un selfie. La giornata prevede anche un pranzo gourmet accompagnato da vini presso l’hotel ristorante Riffelhaus 1853 di Riffelberg (Info: https://www.gornergrat.ch/en/stories/nostalchic-class).

All’arrivo c’è un’attrazione per tutti: la locomotiva storica dorata 3003, collocata in una posizione perfetta per le foto. A questo proposito, la locomotiva gialla è una delle tre restaurate dall’imprenditore Benjamin Schaller. Le altre due si trovano rispettivamente a Täsch e a Zermatt. Scattando le foto di tutte e tre entro la fine del 2023 e usando l’hashtag GoldenLegends su Instagram è possibile partecipare a una gara che mette in palio, tra l’altro, i biglietti A/R Zermatt-Gornegrat per due persone.

Prima di ripartire, merita una visita la mostra “The one and the only Gornergrat Railway” al museo Matterhorn.- Zermatlantis, nel centro di Zermatt, dove scoprire il passato della montagna e dei suoi abitanti, ma anche la storia di questo formidabile treno. Resterà aperta fino all’estate 2024.

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