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Dedicato a Mario Curnis il nuovo sentiero per raggiungere la vetta della Cornagera

Ideato da Fausto Capelli e inaugurato il 26 agosto alla presenza dell’alpinista bergamasco, il tracciato è oggi il modo più semplice e sicuro per arrivare in vetta

Fausto Capelli è un brillante pensionato di 81 anni che vive ad Aviatico (Bg) dal 2002. Innamorato della montagna e in particolare della Cornagera, che definisce come “la montagna di casa”, si dedica a ripulire e a mantenere i suoi sentieri in buono stato, affinché tutti possano raggiungerne la vetta (1312 metri). Tuttavia, come segnalato anche dal CAI, la via normale per raggiungere la Cornagera (nel gruppo dell’Alben sulle Prealpi Lombarde) è classificata come EE (Escursionisti Esperti). E allora perché non individuare un percorso alternativo, più semplice e alla portata di tutti, per la salita?
Ci ha pensato Capelli che, insieme a un gruppo di amici e con la collaborazione del Comune di Aviatico che ha fornito il materiale, ha riqualificato e in parte gradinato un vecchio sentiero caduto ormai in disuso. Il “nuovo” tracciato è stato dedicato all’alpinista bergamasco Mario Curnis che era presente lo scorso 26 agosto  all’evento di inaugurazione  del percorso. Nell’occasione Curnis ha anche autografato la targa installata all’inizio del sentiero.

Un itinerario alla portata di tutti

Il nuovo sentiero permette di raggiungere la vetta della montagna che sovrasta l’altopiano di Selvino e Aviatico evitando il ghiaione e le roccette che caratterizzano la via normale. Si parte dal parcheggio di via Amora in località Cantul ad Aviatico dove inizia una scalinata con indicazioni in direzione Cornagera. Tenendo sempre la sinistra si raggiunge quindi la vecchia pista da sci del monte Poieto, i cui impianti ricordano che una volta, proprio in questi luoghi e a queste quote, la neve scendeva abbondante. Proseguendo per altri 150 metri circa si giunge quindi all’attacco del sentiero dove, da qualche giorno, si trova la targa in onore di Curnis. Con 350 metri di dislivello, spalmati su circa 1,5 km di sviluppo, si giunge alla vetta. I cento metri più ripidi sono stati attrezzati da Capelli e dai suoi “Sherpa della Cornagera” (ama definirli scherzosamente così!) con un centinaio di gradini realizzati con delle traversine in legno fornite dal Comune. Gran parte del sentiero si snoda nel bosco, quindi è ombreggiato e rimane fresco anche nelle giornate più soleggiate.

“Mi sono trasferito da Torre Boldone ad Aviatico nel 2002 e, da sempre amante della montagna, ho iniziato a frequentare quei sentieri che potevo raggiungere partendo a piedi da casa. La Cornagera, una volta palestra dei rocciatori bergamaschi (e anche di Mario Curnis n.d.r.), è quindi diventata la mia montagna. Mi ne sono proprio innamorato. Notando l’esistenza di diversi sentieri non manutenuti e caduti in disuso, ho cominciato ad occuparmene, ripulendoli e per quanto mi era possibile sistemandoli. Nel maggio 2016, con l’aiuto degli Alpini e volontari dell’Altopiano Selvino Aviatico, abbiamo posizionato anche la croce di vetta e ogni anno, il 2 giugno, celebriamo una messa commemorativa per i Caduti della montagna. Un attaccamento forte quello alla Cornagera che mi ha anche portato a pubblicare, nel 2018, il libro ‘Vetta Cornagera. Lassù oltre le nuvole’. Ho voluto dedicarlo a Mario Curnis che conosco, anche personalmente, e che stimo moltissimo. Le pareti della Cornagera sono state in passato la sua palestra di allenamento, quindi chi meglio di lui per intitolare il nuovo tracciato?, ci ha raccontato Capelli.

Mario Curnis, sull’Everest a 66 anni

Bergamasco doc, classe 1936 (88 anni e non sentirli!), il nembrese Mario Curnis è un alpinista e scrittore. Al suo attivo tantissime salite classiche nelle Alpi e spedizioni in giro per il mondo. In Patagonia ma anche in Himalaya, tentando alcuni 8mila e 7mila metri: Lhotse, Makalu, Tien Shan e Everest, quest’ultimo tentato per la prima volta nel 1973 e poi nuovamente nel 1994 ma conquistato finalmente nel 2022, all’età di 66 anni, con l’amico Simone Moro. Per questa ragione è stato anche ospite di Reinhold Messner sul palco dell’auditorium Santa Chiara di Trento per raccontare il raggiungimento di questa vetta fortemente desiderata anche quando l’anagrafe sembrava volerla negare.

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