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Vuoi vivere in montagna? Si accettano candidature in Friuli Venezia Giulia

L’originale progetto della Cooperativa Cramârs "Vieni a vivere e lavorare in montagna" si rivolge a chi desidera cambiare vita andando a vivere nelle vallate delle Alpi Friulane. Le candidature sono aperte fino al 20 agosto

Che la montagna e le cosiddette “aree interne” siano da mezzo secolo spopolate e negli ultimi anni sempre più prive di servizi – scuole ridotte al lumicino, poste, banche e negozi anche – è un dato di fatto acquisito. Lamentarsi non basta più e pensare di rianimare paesi e località alpine attraverso finanziamenti che puntano alle sole attività effimere legate all’intrattenimento dei mesi estivi o invernali festivi – laddove esistano impianti sciistici attivi – è una chimera che illude solo i pochi che ci guadagnano grazie ai finanziamenti pubblici. Finite le vacanze, le case rimangono chiuse, le luci spente.

Puntare a una progettualità più lenta e capillare

L’hanno capito e ci lavorano da anni gli attivi membri della Cooperativa Cramârs di Tolmezzo, il cui nome richiama il mestiere degli ambulanti carnici che emigravano con in spalla la tipica cassetta (crassigne) piena di spezie da vendere Oltralpe, con rinunce e fatica. Rinunce e fatica, componenti essenziali e endemiche del vivere in montagna, che hanno un virtuoso rovescio, quello di guadagnare un risultato tangibile, duraturo e unico.

I Cramârs lanciano il progetto Vieni a vivere e lavorare in montagna. C’è tempo fino al 20 agosto per aderire inviando la propria candidatura, i dettagli si trovano sul sito (www.vieniavivereinmontagna.it). L’invito è aperto a tutti coloro che desiderano cambiare vita spostando la propria residenza in vallate e località delle Alpi Friulane, cui corrispondono sette comuni che hanno aderito all’iniziativa.

Si va dalle amene Valli del Natisone, abitate da comunità di cultura slavo-friulana, alla particolarissima Val Resia (che conserva una lingua rara e antica), dal cuore della Carnia (che si candida con una sola località) alle Dolomiti Friulane più selvagge. I comuni che hanno aderito all’iniziativa sono infatti in ordine alfabetico Comeglians (Carnia), Resia e Resiutta (Canal del Ferro – Prealpi Giulie), Savogna e Stregna (Valli del Natisone) Tramonti di Sotto e Tramonti di Sopra (Dolomiti Friulane del pordenonese).

Come mai solamente sette comuni? Lo abbiamo chiesto a Vanni Treu, past president dei “Cramârs” e curatore dell’iniziativa: “In realtà il progetto è stato sottoposto a ottantaquattro amministratori, quelli degli altrettanti comuni che fanno parte delle comunità montane del Friuli Venezia Giulia: sette le risposte. Siamo già contenti di questo quasi 10% di adesioni, è un buon inizio, perché qualcuno capisce che il turismo non è la panacea di tutti i mali della montagna. Il nostro progetto inoltre non è stato gratuito: ogni comune ha versato 1000 euro per aderire, in questo modo dovrà anche impegnarsi”.

La formula dell’impegno è una delle chiavi del progetto, che vede da un lato la comunità ospitante giocare una parte attiva nell’accogliere i potenziali nuovi compaesani e dall’altro i candidati che devono far emergere le motivazioni che li animano. Verranno valutate e soppesate dagli ideatori entro settembre assieme alle potenzialità e alle aspirazioni dei richiedenti.

Nel programma di Vieni a vivere e lavorare in montagna è enunciato che gli aspiranti “montanari” possono chiedere di visitare una o più delle località ospitanti dove, oltre a pernottare gratuitamente la prima sera, saranno accolti dal sindaco e dai ciceroni locali per conoscere il contesto e visitare le case disponibili, in affitto o in vendita. Le visite saranno programmate nei weekend compresi tra il 27 agosto e la fine di settembre.

Alle spalle di questa lodevole iniziativa sperimentale ci sono molti anni di studio delle realtà montane: “È stata una presa di coscienza graduale, iniziata venticinque anni fa – precisa Treu – ed è partita prima di tutto dal fatto che si è visto che nessuna politica regionale o locale è riuscita a risolvere il problema: se ci sono meno abitanti ci sono meno servizi e viceversa, alimentando così un circolo vizioso”.

Nel progetto si è puntato al coinvolgimento partecipe e attivo delle amministrazioni e degli stessi privati, con riunioni preventive che hanno coinvolto tutta la comunità. Si è capito che è un elemento chiave del successo dei progetti, per non percepire il “foresto” come qualcuno che sottrae qualcosa al residente. “Negli anni abbiamo visto – prosegue Treu – che chi proviene da fuori ha una visione diversa rispetto al montanaro. Ciò che per il montanaro è un ostacolo per chi viene da fuori è una risorsa; ciò che per il montanaro è un limite per chi viene da fuori è una sfida. Dall’altra parte c’è però sempre stato il freno dell’invidia. Mi dispiace dirlo ma spesso il successo di chi riesce a intraprendere qualcosa in montagna viene invidiato da chi risiede da sempre nello stesso luogo. Ed è anche per evitare che scatti l’invidia che abbiamo ideato la “comunità accogliente” con la condivisione del progetto che porta ad una partecipazione al successo dell’iniziativa”.

Per candidarsi a diventare “Nuovi abitanti della montagna” è necessario visitare il sito del progetto, scegliere una delle sette località disponibili, e inviare una candidatura motivando la scelta, raccontando la provenienza geografica, la composizione del nucleo familiare, la tipologia di servizio richiesto alla “Comunità Accogliente”.

Nel periodo di prova gli aspiranti montanari verranno affiancati dai “Ciceroni” con i quali esploreranno il territorio e ciò che offre, compresa la visita all’alloggio individuato. Nel caso in cui l’esperienza sia positiva, i nuovi abitanti, dopo essersi trasferiti nell’alloggio, stipulano un accordo: in cambio dei servizi ricevuti dal progetto, garantiscono di prestare un monte ore annuo di volontariato presso una delle associazioni partner del territorio stesso.

È possibile inviare la propria candidatura entro il 20 agosto 2023 . Al termine verrà redatta una graduatoria, distinta per località ed, entro il 15 settembre 2023, verrà fissato l’incontro con la Comunità Accogliente di riferimento.

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