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Allarme serpenti tra verità e suggestione

Ogni anno, in estate, scatta l'allarme "aumento serpenti", ma cosa c'è di vero in questa affermazione? Proviamo a fare chiarezza e a scoprire come diminuire le probabilità di incontro con una vipera

Con l’inizio della stagione estiva aumentano inevitabilmente anche gli incontri con la fauna e, in montagna, tra caprioli, stambecchi e marmotte c’è un gruppo di animali che non sempre viene visto con altrettanta simpatia: i rettili. In questo periodo, ogni anno, si sente parlare di un “aumento dei serpenti” in montagna, ma di fatto, per gli addetti ai lavori, ovvero gli erpetologi, non c’è nulla di anomalo e questo trend è semplicemente il riflesso di un maggior numero di escursionisti e amanti della montagna che ne segnalano la presenza durante le loro passeggiate.

Serpenti in aumento: facciamo chiarezza

Alcuni, infatti, potrebbero pensare che il progressivo abbandono degli alpeggi possa aver favorito l’espansione e l’aumento incontrollato di questi animali, in realtà è vero il contrario: i rettili, a quote medio basse, per anni sono stati favoriti dalla presenza dell’uomo. Attività come il disboscamento per la creazione e il mantenimento del pascolo, la realizzazione di muretti secco, mucchi di spietramento etc. sono stati fondamentali per la creazione di quegli habitat idonei per la riproduzione e la sopravvivenza di questi animali.

Attualmente, invece, complice anche il cambiamento climatico che accelera e favorisce il rimboschimento anche a quote più elevate, questi habitat si stanno lentamente perdendo, sfavorendo la presenza di diverse specie di rettili. Tuttavia, è ancora relativamente facile imbattersi in uno di questi animali, soprattutto durante le prime ore della giornata e poco prima dell’imbrunire, quando, per esigenze di termoregolazione, questi rettili escono dai loro rifugi per esporsi ai tiepidi raggi solari. Non dimentichiamo infatti che i rettili sono animali ectotermi, la cui temperatura dipende da quella dell’ambiente e necessitano quindi di “scaldarsi” per entrare in attività.

Alcune specie, come lucertole e ramarri tollerano temperature maggiori rispetto ad altri rettili come le vipere, per questo è più facile osservarli anche in orari centrali della giornata, oltre al fatto che risultano tendenzialmente meno elusive dei serpenti in generale.

Come sappiamo, le condizioni climatiche in montagna sono generalmente più difficili rispetto a quelle che possiamo trovare in pianura, dove le temperature sono più miti durante tutto il corso dell’anno. Per questo motivo diverse specie di rettili hanno sviluppato alcuni importanti adattamenti per poter sopravvivere e riprodursi in un ambiente generalmente più freddo e con un periodo di attività più breve, soprattutto a quote più elevate, dove il manto nevoso è presente per gran parte dell’anno, consentendo una finestra temporale estiva molto limitata.

Uno degli adattamenti più importanti che possiamo osservare tra i rettili che popolano le montagne è la capacità di dare alla luce piccoli totalmente formati, tramite un fenomeno noto con il termine di “ovoviviparità”: le uova non vengono deposte come accade nella maggior parte dei rettili, ma vengono incubate direttamente nel corpo della madre, con un duplice vantaggio: da un lato si evita di lasciare le uova in un ambiente freddo, che potrebbe non consentire lo sviluppo dell’embrione, e dall’altro si accelera la nascita dei piccoli grazie all’esposizione della madre al sole, garantendo attivamente le migliori condizioni igro-termiche. Il nome stesso “vipera” deriva proprio da questa loro capacità, un adattamento condiviso anche con altre specie tipiche dell’ambiente montano come la lucertola vivipara e l’orbettino oppure, tra i serpenti, il colubro liscio.

Come evitare spiacevoli incontri

In Italia esistono 5 specie di vipere: la vipera comune (Vipera aspis) che frequenta una grande varietà di habitat, dalle zone costiere fino a oltre 2000 m di quota; il marasso (Vipera berus), che abita invece le aree più fresche delle regioni alpine tra i 1000 e i 2500 m, anche se, nel resto dell’areale e in particolare in Nord Europa, si può riscontrare anche a livello del mare; la vipera dal corno (Vipera ammodytes) che, in Italia, è reperibile solamente nelle aree alpine orientali, in particolare nel Friuli-Venezia Giulia; la vipera orsini (Vipera ursinii), che si trova su alcuni rilievi appenninici d’Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria; e, infine, la vipera dei walser (Vipera walser).

La vipera dei walser è una vipera endemica dell’Italia settentrionale, presente in poche aree alpine del Piemonte nord-occidentale e la cui descrizione è avvenuta solamente nel 2016 grazie a un approfondito studio genetico e morfologico. Lo studio ha consentito di separarla dal marasso, che non è presente in Piemonte.

Le vipere rappresentano gli unici serpenti italiani potenzialmente pericolosi per l’uomo in quanto sono dotate di ghiandole velenifere e una dentatura che consente loro di sferrare morsi e iniettare veleno in maniera estremamente efficiente. Tuttavia, è bene precisare che le vipere sono animali timidi ed elusivi che, in presenza di pericolo tendono a scappare velocemente nei propri rifugi e, inoltre, il loro morso non rappresenta generalmente un pericolo serio per una persona adulta e in buona salute, i morsi sono quindi rari e nella maggior parte dei casi si risolvono senza complicazioni particolari.

È comunque importante, in caso di morso, recarsi al primo ospedale disponibile per essere sottoposti a osservazione, così da scongiurare eventuali fenomeni avversi. Infatti, i casi più gravi sono rappresentati da reazioni allergiche al veleno piuttosto che direttamente dalle tossine iniettate attraverso il morso.

Leggende, superstizioni e disinformazione hanno da sempre alimentato paure e diffidenza nei confronti dei serpenti in generale. Le uccisioni di vipera o di presunte vipere sono ancora molto diffuse e spesso anche a opera di escursionisti o turisti che fruiscono delle bellezze delle montagne, dimenticando però l’importanza della conservazione della biodiversità per il mantenimento di un ecosistema sano e del ruolo ecologico fondamentale di questi predatori, soprattutto nel controllo delle popolazioni di roditori.

Per diminuire la probabilità di incontro con un serpente in generale è importante produrre delle vibrazioni sul terreno, ad esempio battendo i piedi o un bastone, i serpenti, infatti, non possono sentire i suoni ma sono molto sensibili alle vibrazioni e tenderanno a scappare prima di essere avvistati.

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