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Karlo libero! La giovane lince croata torna a correre nei boschi di Tarvisio

Karlo, un giovane maschio di lince, torna libero in uno dei boschi più vasti e selvaggi d’Europa, a poca distanza dal confine tra l’Italia e la Slovenia

Karlo è tornato libero qualche giorno fa, nel cuore della Foresta di Tarvisio. Quando si è aperta la gabbia si è guardato intorno, ha esitato un momento, poi ha attraversato con cautela la soglia. Infine, è partito al galoppo sul prato, ed è scomparso tra i faggi e gli abeti di uno dei boschi più vasti e selvaggi d’Europa, a poca distanza dal confine tra l’Italia e la Slovenia.

Karlo, un giovane maschio di lince, è nato nel 2022 in Croazia, ed è stato catturato a ottobre, poco dopo aver perso la madre. Prima di diventare indipendenti, i cuccioli di questa specie seguono le madri fino a undici mesi. Se le perdono prima, hanno poche possibilità di sopravvivenza. Per mangiare si avvicinano alle case in cerca di cibo, e rischiano di diventare degli animali “confidenti”, che non creano seri problemi di convivenza con gli umani.

“Karlo” ha ricevuto il suo nome in onore del guardiacaccia croato che lo ha catturato sulle Alpi Dinariche. Un periodo di riabilitazione nello zoo di Bojnice, in Slovacchia, che include un centro specializzato per le linci, ha permesso di liberarlo nell’angolo nord-orientale del Friuli. Il sito del rilascio si trova a 30 chilometri di distanza da quello utilizzato per liberare altre linci in territorio sloveno. Con il rilascio dei giorni scorsi sono salite a cinque le linci reintrodotte nelle Alpi Giulie italiane e provenienti da Svizzera, Romania e Croazia.

I progetti ULyCA e LIFE Lynx per la reintroduzione della lince

Prima del giovane maschio catturato in Croazia, tra i boschi del Tarvisiano sono state liberate altre quattro linci. Margy, una femmina di tre anni catturata nelle foreste del Giura, in Svizzera, è stata liberata nel marzo del 2023, si è spostata verso nord, è passata per la Slovenia e ha raggiunto la catena montuosa dei Nockberge, in Carinzia.

Sofia, una femmina di 6 anni proveniente dal Giura, in Svizzera, è stata rilasciata una settimana dopo Margy, e attualmente si trova in Carinzia, a nord della città di Villach. Talia e Jago, una femmina di 2 anni e un maschio di 3, provengono da Vrancea, in Romania, e sono stati liberati nello scorso maggio. Entrambi vengono ancora segnalati nelle Alpi Giulie.

La lince, diffusa in passato su gran parte delle montagne europee, si è estinta sulle Alpi e sull’Appennino tra l’Otto e il Novecento. Gli ultimi esemplari sono stati abbattuti perché considerati nocivi. Le prime reintroduzioni sono state effettuate nel 1971 in Svizzera, seguite da altre in Slovenia, in Valle d’Aosta e in Austria.

Una ventina di anni fa qualche esemplare veniva segnalato ai piedi dei Lagorai, in Trentino. Sembra (ma non ci sono conferme ufficiali) che qualche liberazione non autorizzata sia avvenuta anche sui Monti Sibillini, tra Umbria e Marche. Oggi sulle Alpi vivono circa 200 esemplari, un’altra piccola popolazione è presente sulle Alpi dinariche, nei Balcani.

L’obiettivo del progetto ULyCA (Urgent Lynx Conservation Action) e del progetto comunitario LIFE Lynx è quello di ripristinare la connessione tra le popolazioni di linci slovene e italiane, dando vita a un nucleo vitale in un’area strategica, un vero e proprio corridoio biogeografico in grado di fungere da ponte tra le popolazioni dinariche e alpine.

Prima di essere liberate, le linci sono state sottoposte a un accurato controllo sanitario e sono state dotate di un radiocollare per poterne seguire gli spostamenti alla ricerca di un territorio. Il loro profilo genetico è stato testato per evitare traslocazioni di linci imparentate. Dopo il rilascio, le cinque linci continuano a essere monitorate dai ricercatori grazie a dei trasmettitori GPS, con la collaborazione dei cacciatori locali.

ULyCA2 è un progetto dei Carabinieri Forestali e dell’Università di Torino, che ha il supporto del WWF di Italia, Germania, Svizzera e Austria, e del gruppo di lavoro “Caccia e lince”, che riunisce numerose associazioni venatorie. Fondamentale la collaborazione della Regione Friuli-Venezia Giulia e del suo Corpo Forestale regionale, del team dell’Ufficio Federale dell’Ambiente in Svizzera, del Cantone del Giura, dell’Università di Berna e degli zoo elvetici di Goldau e Dählhölzli.

In Romania, collaborano l’Ufficio per la Biodiversità del Ministero dell’Ambiente, delle Acque e delle Foreste, l’agenzia Romsilva (che si occupa di foreste e di caccia) e l’ACDB, un’organizzazione di biologi. In Croazia, hanno collaborato il Ministero della Protezione Ambientale e le università di Zagabria e Karlovac. In Slovacchia, il Ministero dell’Ambiente e lo zoo di Bojnice, che si sono occupati della lince Karlo.

Incontrare una lince in libertà è un evento rarissimo. Chi dovesse avere questa fortuna può segnalare l’incontro ai Carabinieri Forestali di Tarvisio o al Corpo Forestale regionale del Friuli. La lince, carnivora come tutti i felini, si nutre di piccoli ungulati, di altri mammiferi di piccola taglia, di uccelli e di rettili che cattura grazie alla sua agilità di predatore.

Saltuariamente, se non vengono prese tutte le precauzioni necessarie (recinzioni, cani da guardia adeguati…) la lince può uccidere pecore, capre, conigli e galline. I danni, come quelli causati dall’orso o dal lupo, vengono rimborsati dalle aree protette o dalle Regioni. Non sono mai stati segnalati attacchi della lince contro uomini, donne e bambini.

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