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Arriva “Tomica”, le vie segrete della Sibilla nel documentario di Andrea Frenguelli

Un'emozionante scalata sulle vette dei Monti Sibillini. Un documentario che racconta la storia alpinistica, prendendo spunto dalla più impegnativa arrampicata

Nel cuore dei Monti Sibillini c’è una placca di calcare straordinariamente compatto. Dai ghiaioni del Lago di Pilato, sale all’aerea vetta del Gran Gendarme, che si appoggia al Pizzo del Diavolo, la più bella vetta rocciosa del massiccio.

Su quella placca, a partire dal 1992, tre alpinisti di Perugia tracciano uno splendido itinerario di arrampicata. Si chiamano Carlo Baccarelli, Michele Belia e Antonio “Toni” Gialletti, battezzano la via “ToMiCa”, mettendo insieme le prime lettere dei loro nomi.

I tre iniziano in stile classico, con un solo spit piantato a mano, ispirandosi alla vicina Intrepida tracciata dagli ascolani Tiziano Cantalamessa e Franchino Franceschi, autori di molte salite importanti sui Sibillini e sul Gran Sasso. Poi decidono per uno stile sportivo, tornano saltuariamente sulla parete, completano la via solo dopo quindici anni, nel 2007.

La placca finale, però, non viene superata in libera. A compiere quest’ultimo passo, con difficoltà di 7c, è un altro arrampicatore perugino, Gabriele Antonielli. Qualche mese più tardi, ripete l’exploit l’aquilano Domenico Totani.

Tomica, le vie segrete della Sibilla, il nuovo film del regista e alpinista Andrea Frenguelli (autore del cortometraggio sui rifugi del Gran Sasso Chi apre, serra), racconta questa spettacolare arrampicata, ma anche la storia dell’alpinismo sui Sibillini. Un massiccio che si alza a cavallo tra l’Umbria e le Marche e che culmina nei 2476 metri del Monte Vettore. L’area è nota per i suoi paesaggi e le sue leggende e offre decine di vie di arrampicata estiva e invernale. Oltre che sul Pizzo del Diavolo, sul Gran Gendarme e sul vicino Castello, offrono vie su roccia il Monte Bove e la Punta Anna, lo Scoglio dell’Aquila e la Piramide del Vettore. D’inverno, quando le condizioni lo permettono, si scala su neve, ghiaccio e misto anche in altre zone del massiccio.

TOMICA e le vie segrete della Sibilla [trl] from PostMedia on Vimeo.

Racconta il regista Andrea Frenguelli, che è anche istruttore della Scuola di alpinismo “Giulio Vagniluca” delle sezioni umbre del CAI: “Tomica per me è stata l’occasione per descrivere una terra che negli ultimi decenni ha vissuto cambiamenti epocali, sia dal punto di vista ambientale sia da quello antropologico. Dopo i terremoti del 2016 e 2017, buona parte della storia alpinistica dei Sibillini dev’essere riscritta. Un cambiamento amaro ma non necessariamente negativo”.

Secondo il regista, Tomica, che ha il patrocinio del Parco nazionale dei Monti Sibillini, è “un’occasione per valorizzare i luoghi attraversati, che sono concretamente protagonisti del film, e per promuovere la loro fruizione lenta e a misura d’ambiente, raccontando un lato della loro storia sconosciuto ai più”.

Per narrare la sua storia, Andrea Frenguelli utilizza foto e filmati d’epoca, pagine di libri e di guide, citazioni di Angelo Maurizi, medico milanese trasferito a Castelsantangelo sul Nera che ha tracciato circa novanta anni fa i primi itinerari di arrampicata, ed è stato il primo a scrivere di alpinismo e scialpinismo sui Sibillini.

Accanto ai testi e alle immagini d’epoca, raccontano la storia alpinistica del massiccio alcuni dei suoi protagonisti. Alberico Alesi e Antonio Palermi parlano degli exploit di generazioni di alpinisti marchigiani, provenienti soprattutto da Ascoli Piceno e Macerata. Paola Gigliotti, calabrese trapiantata in Umbria, rievoca la ricerca di nuove linee invernali da lei compiuta nei primi anni Ottanta con il marito Massimo Marchini, prematuramente scomparso.

Il romagnolo Samuele Mazzolini, accademico del CAI e arrampicatore sportivo, sottolinea nel film la differenza dei Sibillini sia dal resto dell’Appennino umbro-marchigiano sia dal non lontano Gran Sasso. Ricorda che l’alpinismo esplorativo su un massiccio come questo ha un forte sapore d’avventura. E conferma, da autore di guide, che il terremoto ha lasciato dei segni evidenti sulle pareti dei Sibillini.

Completa la storia il racconto dell’apertura di Tomica da parte di Baccarelli, Belia e Gialletti, e della prima salita in libera da parte di Gabriele Antonielli. L’alternanza tra le immagini dedicate ai paesaggi dei Sibillini e quelle di scalata girate con una camera fissa, da una GoPro fissata sul casco e da un drone lega con grande forza l’arrampicata al paesaggio.

Fa lo stesso la lunga salita a piedi di Gabriele dal posteggio di Forca di Presta verso il rifugio Zilioli, il Lago di Pilato e l’attacco di Tomica, che regala allo spettatore un ingresso lento, emozionante e rispettoso in un santuario della natura.

Trent’anni fa, i Parchi dell’Appennino sono nati anche grazie all’impegno di alpinisti ed escursionisti. Da qualche anno, invece, chi pratica queste e altre attività sportive nella natura viene guardato con sospetto in molte aree protette. Tomica, le storie segrete della Sibilla mostra che l’arrampicata, sul Gran Gendarme e dintorni, è perfettamente intonata alla bellezza e alla natura selvaggia di questi luoghi. Il film di Andrea Frenguelli, oltre che bello, è una lezione preziosa.

La prima proiezione di Tomica, le storie segrete della Sibilla è in programma martedì 13 giugno alle 21.30 nel cinema all’aperto dei Giardini del Frontone di Perugia. Nel corso dell’estate, altre proiezioni si terranno a Fermo (30 giugno), Ussita (14 luglio), ancora a Perugia (27 luglio), Scanno (13 agosto) e al rifugio Sebastiani del Velino (1 settembre).

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