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Simon Gietl, Mathieu Maynadier e Roger Schaeli in India per tentare l’ascesa del Meru Sud

Roger Schaeli e Mathieu Maynadier tornano al Meru per un secondo tentativo di raggiungere la cima sud dal versante est, questa volta in compagnia di Simon Gietl

La primavera in Himalaya non è soltanto sinonimo di 8000. C’è anche chi sceglie destinazioni non altrettanto elevate, non altrettanto di moda, dove potersi sentire esploratori oltre che alpinisti. É il caso del trio di alpinisti composto dallo svizzero Roger Schaeli, dal francese Mathieu Maynadier e dall’italiano Simon Gietl, partiti nei giorni scorsi alla volta dell’India, con l’intento di raggiungere il monte Meru (6600 m). Una spedizione che per Schaeli e Maynadier, come vedremo a breve, rappresenta un ritorno.

La vetta “a spina”

Il Meru, dal sanscrito “spina” (e basta uno sguardo al profilo della vetta per comprenderne la ragione) è una montagna che si innalza nella regione himalayana del Garwhal, nello Stato indiano dell’Uttarakhand, caratterizzata dalla presenza di 3 cime: la sud, la più elevata, che raggiunge quota 6600 metri, la centrale (6310 m) e la Nord (6450 m). Potrà sembrare strano, ma la cima rimasta inviolata più a lungo è rappresentata da quella centrale, la più bassa. La ragione? La cosiddetta Shark’s fin route, la via della Pinna di Squalo, una direttissima che attraverso il pilastro della parete nord-ovest conduce alla cima centrale, è ritenuta uno degli itinerari di salita più difficili al mondo. A raggiungerla per primi, nel 2011, sono stati Conrad Anker, Jimmy Chin,e Renan Oztur. Impresa raccontata in un documentario, “Meru”, a firma dello stesso Jimmy Chin insieme a Elizabeth Chai Vasarhelyi, la coppia di registi premio Oscar per Free Solo. Obiettivo di Schaeli, Maynadier e Gietl sarà la cima Sud.

La prima avventura al Meru di Schaeli e Maynadier

Come dicevamo, per Maynadier e Schaeli si tratterà di un ritorno al Meru. Nell’autunno 2019 la coppia franco-svizzera ha tentato di raggiungere la cima Sud (6660 m) tracciando una nuova via lungo la parete Est, in compagnia del belga Sean Villanueva O’Driscoll. In un periodo di persistenti nevicate erano stati in grado di lanciare due attacchi, raggiungendo una quota massima di 6400 metri. L’annuncio dell’avvio della nuova avventura è avvenuto in fase di partenza per l’India, con un video pubblicato sui social da Mathieu Maynadier, che mostra il massiccio del Meru Peak visto dagli occhi di un drone, accompagnato da un messaggio che pare confermare l’intenzione di ritentare la parete est, in cui viene sottolineato come a impedire il successo della spedizione del 2019 sia stato il meteo avverso. Nuovi compagni di avventura saranno Simon Gietl e Daniel Hug, fotografo il cui nome si lega alle spedizioni di Jost Kobusch, che avrà il compito di raccontare l’avventura e, si spera, di “realizzare un bel filmato dalla vetta”. 

Schaeli ha preferito attendere di essere a Delhi, o meglio, già sulla via per Gangotri, punto di incontro con la squadra di portatori che li accompagnerà al Meru, per condividere un secondo video, ricordo del tentativo del 2019, che mostra le difficoltà incontrate sulla via di salita, tanta neve fresca e zero punti idonei a un bivacco. “Sean ha detto che quella che abbiamo vissuto è stata una delle sue peggiori notti in bivacco”.

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