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La decima estate in Patagonia di Roger Schaeli, un meraviglioso racconto per immagini

Per l’alpinista svizzero Roger Schaeli, quella appena trascorsa in Patagonia, è stata una estate speciale: la numero 10. “La prima volta che ho scoperto questo posto magico era l’ottobre 2002 – raccontava qualche settimana fa da El Chaltén – . Quando mi guardo indietro, mi rendo conto che tutte le amicizie e gli incontri fatti qui e tra le montagne significano per me più di ogni successo che ho celebrato”. Una terra che considera la seconda casa, in cui ha realizzato quello che definisce il sogno di una vita: scalare tutte le cime del Fitz Roy (e aggiungiamo il lanciarsi in parapendio nel 2021 dalla cima del Cerro Torre). Compagno di avventure tra le guglie di granito in quest’estate caratterizzata da brevi finestre meteo e tanto maltempo – soprattutto nel mese di febbraio, come ci raccontava di recente Francesco Ratti – è stato il Presidente dei Ragni di Lecco, Luca Schiera.

Una partenza senza grandi aspettative, finale in “motocross”

Tra fine gennaio e inizio febbraio i due si sono concessi “due giornate grandiose” sulla Aguja Mermoz. Grandiose nonostante l’interruzione dei giochi causata dal maltempo in arrivo. “Abbiamo salito per 2/3 la via Ferrari (sulla parete Est, nda) – racconta Schaeli – e siamo ridiscesi a causa di una bufera in avvicinamento”, aggiungendo di aver considerato per un breve istante di proseguire in vetta lungo Pilar Rojo. Nonostante l’abbandono dei piani, lo svizzero ha dichiarato la prova patagonica soddisfacente. Non è infatti approdato nell’emisfero australe con grandi aspettative, come dichiarava alla vigilia della partenza. La ragione? Un “incidente” verificatosi l’ultimo dell’anno.

Il 31 dicembre 2022, in una “super giornata di arrampicata a Caprone”, ha sentito un “clac al ginocchio senza dolore” e lo ha ignorato. Ha terminato la via che stava percorrendo e ha festeggiato il nuovo anno senza troppi pensieri. Poi nella notte del 1 gennaio il dolore al ginocchio è divenuto così forte da svegliarlo. Una risonanza magnetica effettuata in tempo record ha portato alla diagnosi di lacrima del menisco (una degenerazione del menisco che può svilupparsi anche senza dolore). Tra la scelta di operarsi e quella di auto-medicarsi e fare un po’ di fisioterapia, Roger ha scelto la soluzione B, così da assicurarsi di partire il 24 gennaio per la Patagonia con Luca.

Venerdì 17 febbraio i due hanno sfruttato una nuova finestra meteo per cimentarsi nel Motocross traverse, traversata che da Paso Guillaumet conduce alla cima dell’Aguja Guillaumet lungo la via Brenner, per poi proseguire lungo la via Argentina fino alla cima dell’Aguja Mermoz, itinerario completato per la prima volta nel 2006 dagli sloveni Klemen Mali e Rok Sisernik in 11,5 ore. Itinerario che rappresenta la prima parte del Care Bear Traverse del Fitz Roy. Con la ripetizione del Motocross traverse, Schaeli ha raggiunto quota 5 vie diverse di salita affrontate sulla Guillaumet. “Con la mia crescente conoscenza apprezzo sempre di più questa montagna – commenta a tal proposito – .Offre vari itinerari alpinistici sulla parete Est, le vie normali sulla Nord e vie di arrampicata in fessura estremamente verticali sulla Ovest. Anche se è una montagna delle più piccole, per favore non sottovalutatela!“.

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