Itinerari

Il rifugio Azzoni e la vetta del Resegone

Dalla Forcella di Olino, un itinerario alla scoperta del Resegone, vetta raggiungibile in tutte le stagioni

Salendo lungo la rotabile asfaltata che serpeggia sinuosa tra le pareti rocciose del Resegone e i contrafforti del Monte Due Mani, non si può non pensare che esistano ancora oggi realtà particolari e inconsuete, come Morterone, 1070 metri, il più piccolo comune d’Italia. Isolato, ai piedi delle propaggini del Resegone, con una trentina di abitanti, sembra lontano migliaia di chilometri e centinaia di anni dall’operosa e caotica città di Lecco.
Poco prima, alla Forcella di Olino, inizia il sentiero che conduce ai 1860 metri del rifugio Azzoni e ai 1875 della Cima Cermenati, la più alta del dentellato Resegone. Per salire alla vetta della montagna di Lecco esistono numerosi itinerari, di varia lunghezza e difficoltà.

Quello che ha inizio dalla Forcella di Olino è sicuramente uno dei meno frequentati e uno dei più solitari. Vario e semplice, offre la possibilità di vedere diversi ambienti, dal bosco, alle pallide rocce d’aspetto dolomitico del tratto finale.
Dalla vetta si ammira un panorama straordinario, a 360°, non solo sui vicini laghi della Brianza e sul gruppo limitrofo delle Grigne, ma anche sulle Orobie, poco più lontane, e sulle montagne lombarde del Disgrazia, del Bernina e del Badile. Più lontani, nelle giornate più terse, svettano le masse glaciali del Monte Rosa, il Gran Paradiso e la vetta piramidale del Monviso.

Uno sguardo dalla vetta verso il basso evidenzia la notevole differenza dei due versanti. Uno, quello lecchese, intensamente antropizzato, con i laghi circondati da abitazioni e arterie stradali. L’altro, quello di Brumano e Morterone, con prati, boschi, pascoli, numerosi alpeggi e piccole strade che si diramano in sentieri e piste agro-silvo-pastorali.
Visto da Lecco e dalla Pianura Padana, il Resegone appare ripido e impervio, con le sue guglie turrite, disposte in fila indiana che rendono il suo profilo unico e inconfondibile, come lo descrisse Carlo Emilio Gadda. “E il totem orografico della manzoniera lombarda mi pareva levantarsi, gastigo ingente, da un fallimentare ammucchio di bozzoli: emerso dal vaporare delle filande, di tutte le bacinelle di Brianza: o dell’Adda o del Brembo”.
Dal versante orobico, invece, la montagna ha un aspetto più docile e declina armoniosamente, dalle cime grigie, d’aspetto dolomitico, al verde dei prati e degli alberi, sino alle baite e alle case dei docili alpeggi della Valle Imagna, ormai in orbita bergamasca.

Numerose le possibilità di escursioni, ascensioni e vie ferrate nel comprensorio del Resegone. La salita alla vetta dalla Forcella d’Olino può essere un’ideale “prima cima” per chi intenda avvicinarsi al mondo dell’escursionismo in maniera tranquilla e graduale. Oltretutto la vetta è raggiungibile in tutte le stagioni, neve permettendo.
In inverno è necessario prestare attenzione, soprattutto nel tratto finale, ove potrebbero essere necessari, in caso di ghiaccio, i ramponi, e, con neve molle, ciaspole o sci. Nonostante la quota relativamente bassa, il Resegone nella stagione fredda non è assolutamente da sottovalutare.
In primavera ed estate si cammina ammirando la fioritura dei prati e del sottobosco, in autunno l’ambiente cambia radicalmente con foglie e steli che si tingono di giallo-ocra, sino a cadere, formando un soffice tappeto anche sui sentieri.

Dalla Forcella di Olino al Rifugio Azzoni e alla Cima del Resegone
(660 metri di dislivello, 4 ore a/r, E)

L’inizio dell’itinerario si raggiunge dalla strada che da Lecco porta a Morterone (da Ballabio si seguono le indicazioni per Morterone) sino alla Forcella d’Olino (1210 metri). Appena dopo una piccola galleria, l’ultima prima del paese, c’è un piccolo parcheggio, dove dei cartelli indicano la direzione per il rifugio Azzoni (numero 16).

Si sale e, con brevi tornanti, si cammina nel fitto bosco con dolci saliscendi, ammirando soprattutto faggi e castagni. Ignorando alcune deviazioni si continua nel bosco, ammirando le docili e ondulate vette delle Orobie e la fitta vegetazione sulle pendici del Resegone. Dopo una salita, sulla destra, si vedono le turrite vette del Resegone, con la croce sulla Punta Cermenati.
Si costeggiano alcuni pinnacoli rocciosi e, una volta usciti dal bosco, si giunge a una radura in piano, con dei cartelli che segnalano la direzione. Ancora alcuni tornanti nel bosco e alcuni tratti ripidi e si sbuca al limite della vegetazione, in prossimità delle vette maggiori della montagna.

Il sentiero diviene ora più ripido, senza però alcuna difficoltà. Superato il tratto terminale, ormai in prossimità della cima, si continua sulla cresta principale sino al rifugio Azzoni (1860 m), abbarbicato in posizione panoramica a pochi metri dalla Cima Cermenati. Pochi passi ancora e si giunge alla croce di vetta (1875 m, 2.30 ore), con un panorama a 360° davvero coinvolgente.
Nei pressi della vetta è stata apposta una “rosa delle cime”, una tabella tonda con al centro la vetta del Resegone da cui dipartono delle linee direttive verso le montagne circostanti, in modo da orientarsi e da identificare le numerosissime cime visibili. Si scende per lo stesso itinerario (1.30 ore).

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