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L’alpinista Akos Gyorffy scompare sul Monte Rosa a pochi giorni dalla partenza per il Kangchenjunga

Una salita che avrebbe condotto in memoria di due amici scomparsi sulla vetta dieci anni fa: Péter Kiss e Zsolt Erőss. 

Aggiornamento 08/04/2022 ore 09:00 – Le ricerche dell’alpinista ungherese Akos Gyorffy sono state dichiarate concluse, con esito negativo. Di seguito il messaggio diffuso sulla pagina Facebook Kalifa nella tarda serata di venerdì 7 aprile: “Purtroppo, nonostante la ricerca estremamente scrupolosa e professionale, non sono state trovate tracce di Akos Gyoffry, alpinista, scialpinista e parapendista. La famiglia, insieme agli esperti, ha preso oggi la decisione di fermare le ricerche dell’alpinista scomparso”. Ricordiamo che Gyoffry fosse in procinto di partire per il Nepal, con l’intento di accompagnare al campo base del Kangchenjunga il padre e il fratello dell’amico Peter Kiss, deceduto sulla montagna nel 2013, e tentare quindi l’ascesa dell’Ottomila.

“Ha iniziato a prepararsi mesi fa – riporta Kalifa, sottolineando che il Monte Rosa, meta dell’ultima escursione pre partenza, fosse una montagna nota all’alpinista, su cui era già stato più volte. Le operazioni di salvataggio sarebbero state attivate mercoledì mattina da Bálint Héjja, membro della squadra alpina Kalifa. “La ricerca è stata effettuata dal soccorso alpino di Piemonte e Valle D’aosta, con l’assistenza di 3 elicotteri e 20 tecnici di soccorso. Anche le unità di polizia del Canton Vallese in Svizzera sono state coinvolte nelle ricerche. La ricerca è proseguita con grande spiegamento di forze e senza sosta. Quando le condizioni sono state favorevoli al volo, si sono ricercate le tracce di Akos con 3 elicotteri. Sono stati battuti tre possibili percorsi. In primo luogo, la ricerca si è concentrata sulla Capanna Gnifetti, punto in cui è stato localizzato l’ultimo segnale GPS. I soccorritori sono scesi nei crepacci aperti, hanno controllato anche quelli coperti da ghiaccio e neve ma senza risultati. Sono stati esaminati ulteriori possibili percorsi verso il rifugio Margherita, che è il rifugio più alto d’Europa a 4556 metri. Si suppone che questa fosse la destinazione originale. Hanno cercato le tracce dello scialpinista anche lungo le piste. E poiché presumibilmente Akos aveva un parapendio, le ricerche sono proseguite lungo possibili percorsi di parapendio, ipotizzati dagli esperti.”


Il Soccorso Alpino Valdostano ha effettuato nel tardo pomeriggio di mercoledì 5 aprile, un sorvolo di ricognizione nella zona della Capanna Gnifetti (3647 m) sul Monte Rosa, dopo la segnalazione di mancato rientro di un cittadino di nazionalità ungherese. Dell’uomo non si hanno più notizie da sabato. In tale giornata sarebbe stato visto prima a Staffal e poi alla Capanna Gnifetti (aperta dal 17 marzo). Altro particolare noto è che abbia effettuato l’escursione dotato di vela parapendio. L’autovettura del disperso è stata individuata a Staffal (aperta per le opportune verifiche da parte dei Vigili del Fuoco) e si ipotizza che potesse essere diretto alla Capanna Margherita (4554 m), che ricordiamo essere ancora chiusa per la stagione invernale (apertura prevista per il prossimo 24 giugno). Il meteo avverso e le condizioni di scarsa visibilità hanno impedito di effettuare un sorvolo sulla zona. L’elicottero è quindi rientrato in base.

Di seguito un video che mostra le condizioni meteo nell’area nel pomeriggio di mercoledì.

Le ricerche sono riprese nella mattina di giovedì. Il soccorso alpino piemontese ha fatto una verifica alla Capanna Margherita, dove pare l’uomo non sia mai arrivato. L’ultima traccia GPS rilevata è nella zona della Capanna Gnifetti. Una squadra via terra composta da tecnici del Soccorso Alpino Valdostano e personale Sagf ha perlustrato un’ampia zona ma le ricerche hanno dato esito negativo.

Akos Gyorffy, sul Monte Rosa in vista della partenza per il Kangchenjunga

Nel pomeriggio di giovedì è stata resa nota l’identità del disperso. Si tratterebbe dell’alpinista ungherese Akos Gyorffy. A diffondere la notizia della sua scomparsa la pagina Facebook Kalifa, riportando in un post un messaggio da parte della famiglia, in cui si fa richiesta alla stampa di attendere aggiornamenti ufficiali sulla medesima pagina in merito alla vicenda. L’alpinista, come riportato dalla testata ungherese RTL, sarebbe dovuto partire domani per il Nepal, per un tentativo di salita senza ossigeno del Kangchenjunga (8586 m). Una salita che avrebbe condotto in memoria di due amici scomparsi sulla vetta dieci anni fa: Péter Kiss e Zsolt Erőss.

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