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Himalaya, valanga travolge decine di turisti nel Sikkim. Almeno 7 i morti

Nella giornata di ieri, martedì 4 aprile, una ingente valanga si è staccata nello stato himalayano del Sikkim, nel nord-est dell’India, interessando una zona turistica. Secondo una nota ufficiale diffusa dall’esercito indiano, il distacco si sarebbe verificato attorno alle 11.30 del mattino, a 40 km dalla capitale Gangtok, nei pressi del Nathu La Pass (4310 m), non distante dal confine tibetano, e la massa nevosa avrebbe raggiunto la Gangtok-Natu La JNM Road, travolgendo i veicoli in transito sulla strada. Le stime iniziali parlavano di 5-6 veicoli per un totale di circa 20-30 turisti. Al termine della prima giornata di ricerche, interrotte al calare del buio, sono state estratte dalla massa nevosa 23 persone. 7 le vittime accertate. 350 i turisti e 70 i veicoli rimasti bloccati lungo la strada invasa dalla neve, liberati dall’esercito nel corso del pomeriggio.

Il numero dei dispersi resta ancora indefinito. “Stiamo facendo un ulteriore controllo prima di chiudere le operazioni di ricerca – la dichiarazione nella serata di ieri rilasciata dall’ufficiale di Polizia Tenzing Loden Lepcha a Reuters – perché sta facendo buio e potrebbero verificarsi nuovi distacchi”. 

“Abbiamo raccolto i nomi delle persone disperse, ma per essere certi è bene fare un altro controllo. Per cui abbiamo attivato anche un numero di emergenza per le famiglie”, ha aggiunto l’ufficiale, evidenziando come il distacco sia avvenuto in una giornata serena dopo un periodo di intense piogge e che aprile non sia un mese “noto per le valanghe” nella zona.

Studi scientifici recenti rilevano un incremento delle valanghe nell’Himalaya indiano negli ultimi decenni, in forte connessione con il cambiamento climatico. “Le temperature più elevate nel corso dell’inverno e all’inizio della primavera – si può leggere nel paper Climate warming enhances snow avalanche risk in the Western Himalayas, pubblicato sulla rivista scientifica PNAS – favoriscono la formazione di neve bagnata e la formazione di valanghe di neve bagnata, che sono ora in grado di raggiungere i pendii subalpini, dove hanno un alto potenziale di causare danni”. Un dato che sembra smentire l’idea comune che temperature più alte si associno a meno neve e dunque meno pericolo di valanghe e che dovrebbe essere preso in seria considerazione dalle autorità per mettere in atto delle strategie di mitigazione del rischio in aree, come quella in cui si è verificato il distacco, caratterizzate da flussi turistici.

Di seguito un video della valanga.

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