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Everest, arriva la conferma: consentiti i trekking in solitaria senza guida

All’inizio del mese di marzo, con la primavera ormai alle porte, è arrivata dal Nepal una notizia che ha destato clamore: il divieto dal 1 aprile 2023 di svolgere trekking in solitaria, con obbligo di accompagnamento da parte di guide. Una decisione, quella presa dal Nepal Tourism Board (NTB), conseguente all’alto numero di escursionisti “autonomi” finiti dispersi o vittime di incidenti negli scorsi anni. La novità è stata accompagnata da non poche perplessità, espresse anche dalle stesse guide locali, che fondamentalmente dovrebbero trarre giovamento dall’iniziativa, a causa del timore che l’obbligo di accompagnamento di una guida – un costo aggiuntivo rispetto al classico permesso di trekking che era finora necessario richiedere alle agenzie di trekking, la cosiddetta TIMS (Trekkers’ Information Management Systems) card, ottenibile pagando 1000 rupie nepalesi, ovvero circa 7€, se in gruppo, 2000 se in solitaria, costo che verrà ora duplicato – possa avere ricadute negative sul turismo nepalese. Accanto all’elemento “costi” ha suscitato una certa disapprovazione, anche tra i nostri lettori, l’idea di non potersi più godere un viaggio tra i paesaggi himalayani in totale solitudine. Ebbene, dal Nepal giunge ora una notizia che farà piacere agli uni e agli altri: nella regione dell’Everest l’obbligo non vale.

Le regole per la regione dell’Everest

Tale eccezione era già “nell’aria” nelle scorse settimane, ma senza conferme ufficiali. Come riporta l’Himalayan Times, le autorità locali hanno diffuso una nota in cui viene chiarito che nella regione dell’Everest si potrà continuare a camminare in solitaria senza rischiare multe. Nella nota, il comune rurale di Khumbu Pasang Lhamu, ha annunciato che i trekkers non avranno obbligo di essere accompagnati da guide e  potranno spostarsi in autonomia lungo l’itinerario che conduce al campo base del Tetto del Mondo, facendo richiesta all’ufficio permessi di una “trek card” che costerà 2000 rupie (quindi la metà del costo stabilito a livello nazionale per la Free Individual Trekker, “FIT card”) da presentare a una serie di check point, cui andrà sommato il canonico costo di ingresso al Sagarmatha National Park (SNP), pari a 3000 rupie. Come dichiarato al Kathmandu Post dal responsabile amministrativo del comune rurale di Khumbu Pasang Lhamu, Mohan Prasad Chapagain, i TIMS sono ritenuti nella regione una imposizione “illegale” del NTB, pertanto non è richiesto obbligatoriamente il loro possesso ai trekker. Secondo quanto dichiarato da Dhananjay Regmi, CEO del NTB, i governi locali “dovrebbero” seguire le istruzioni del Governo federale, e a quanto pare nella regione dell’Everest è il condizionale a vincere.

Dove altro non vale il nuovo obbligo

Per quanto concerne il resto del Paese, come si può leggere nelle FAQs relative alle nuove restrizioni disponibili sul sito del Governo nepalese, il divieto di trekking senza guida vige laddove sia valida la TIMS card, dunque nelle aree protette di montagna, non lungo i sentieri attorno a Kathmandu, Pokhara o alle altre maggiori città del Paese. Il divieto non vale per i cittadini nepalesi, e anche su questo punto non sono mancate polemiche. “Se la sicurezza è la preoccupazione principale, il regolamento dovrebbe applicarsi a tutti i trekker – la dichiarazione in merito di Sudeep Kandel, una guida autorizzata e proprietaria della compagnia di viaggi Himalayan Adventure Labs – compresi quelli nepalesi, che potrebbero essere meno preparati dei turisti stranieri”.

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