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Le ciaspole nel PNALM possono disturbare il sonno dell’orso marsicano?

Nei giorni scorsi nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è sorta una polemica, a base di ciaspole e orsi. La causa scatenante è stata una ciaspolata organizzata entro i confini del Parco, in quello che è il periodo di ibernazione dell’orso marsicano. Disappunto nei confronti dell’iniziativa è stato espresso in primis dall’Associazione italiana Wilderness (AIW), seguita da altre associazioni impegnate nella difesa dell’ambiente.

Non c’è pace per l’Orso marsicano!si legge in una nota della AIW – Le autorità dicono di volerlo salvare, ma poi autorizzano iniziative turistiche assolutamente in contrasto con le esigenze di quiete di quest’animale; in pratica, è sempre l’orso che deve fare un passo indietro, pur di non dover negare i piaceri ludo-ricreazionistici dell’uomo! Come ogni anno, anche quest’anno il CAI ha organizzato, per l’ultima domenica di febbraio, una manifestazione di massa nella zona del Passo del Diavolo, il che ha voluto significare anche un accesso libero alla Cicerana, praticamente a ridosso di una importante area di svernamento dell’orso; e proprio nel periodo più delicato, quando gli animali iniziano a lasciare le loro tane d’inverno. Sono ormai anni che si organizzano questi raduni, grazie anche alla presenza di un rifugio che mai avrebbe dovuto realizzarsi in quella località; peraltro conseguenza di una speculazione edilizia che negli anni ’60 consentì la costruzione di 38 villette abusive. Villette, purtroppo, poi fatte smantellare meno proprio quella nella località più delicata; ovvero, quella che si sarebbe dovuto smantellare per prima! E che invece è ancora là, trasformata in modo più o meno abusivo in un rifugio/albergo la cui presenza turistica impatta direttamente su una zona di altissimo valore ambientale (“foresta vetusta di faggio”) ma anche di svernamento per l’orso marsicano! Ecco, forse è proprio per questo che le autorità del Parco è da qualche tempo che sostengono che “in fondo gli orsi vivono meglio fuori dal Parco”.

La parola al PNALM

Attraverso un lungo comunicato diffuso il 27 febbraio attraverso i canali social, il PNALM ha cercato di fare chiarezza sulla vicenda in sé e più in generale sull’impegno del Parco nel garantire un giusto equilibrio tra difesa e conservazione della natura da un lato, e promozione turistica dall’altro.

“Negli ultimi giorni si sono succeduti una serie di curiosi allarmismi, puntualmente amplificati da alcuni Media, che in molti casi si sono guardati bene dal verificarne la fondatezza – scrive il Parco, sottolineando che tali dinamiche stiano diventando una consuetudine – . Quindi, eccoci pronti, come sempre, a fare la nostra parte senza sottrarci alle spiegazioni del caso, pur consapevoli, perché è innegabile, che quando ci sono gli accusatori, agli accusati resta l’amaro compito di dover dimostrare di essere nel giusto anche quando i fatti non esistono.”

Il Parco ricostruisce come segue la vicenda: “In una nota del 23 febbraio l’Associazione Wilderness denuncia che il Parco ha autorizzato la “XV edizione racchette in coppo dell’orso, organizzata dal CAI e prevista per oggi, domenica 26 febbraio 2023, in località Passo del Diavolo – La Cicerana”. L’Associazione, preoccupata per il disturbo a zone di svernamento dell’orso, ha chiesto immediatamente la sospensione dell’evento. Parallelamente il 24 febbraio diverse Associazioni: ALTURA Abruzzo – LIPU Abruzzo – Salviamo l’orso – Soc. It. Storia della fauna – trasmettono una nota, seguito dal puntuale comunicato stampa, anch’esso dai toni forti, in cui si denuncia che sempre oggi, si sarebbe dovuta svolgere una ciaspolata con un congruo numero di partecipanti (fino a 100 iscritti) in un’area delicata per la presenza di tane di svernamento di orso bruno marsicano e, come se non bastasse, critica il Parco perché pubblicizza l’evento sul proprio sito. Ovviamente, presi da ben altre questioni di primaria importanza per la vita del Parco e dei suoi abitanti – il Piano per il Parco in primis – ci è sembrato tutto abbastanza confuso perché entrambe le questioni, in realtà, sono prive di fondamento.”

Punto 1. Attraversamento di zone delicate

In merito al passaggio della ciaspolata in una zona delicata per l’orso marsicano in svernamento, il PNALM risponde che “la ciaspolata di cui parla l’Associazione Wilderness si è svolta oggi, ma seguendo il percorso dei sentieri T2 (Morrone del Diavolo – La Lungara) e un tratto del sentiero U1 che dall’incrocio con il citato T2 conduce a Gioia Vecchio. Quindi la ciaspolata non ha interessato minimamente la zona della Cicerana, andando dalla parte opposta ed è stata assistita da una pattuglia di Guardiaparco.”

Inoltre “l’itinerario individuato dai responsabili della sezione CAI Coppo dell’Orso, d’intesa con il Parco Nazionale, si snoda lungo il crinale che segue praticamente la SS 83 Marsicana, risultando di impatto davvero minimo sulle aree più critiche e delicate per l’orso, aree per capirci che in estate sono interessate dal pascolo di centinaia di bovini.”

Una classica tempesta in un bicchiere d’acqua, così il Parco sintetizza la polemica dei giorni scorsi, “scatenata da chi il territorio non lo vive, non lo conosce e non può sta facendo per far crescere la cultura del rispetto dell’ambiente, informando i propri soci e partecipanti ad escursioni che, tra l’altro, si svolgono lungo i sentieri autorizzati del Parco.”

Punto 2. Perché il Parco promuove iniziative turistiche?

Il Parco coglie l’occasione per spiegare l’iter che una guida ambientale escursionistica debba seguire per vedere approvata e promossa sul sito del Parco una uscita lungo i sentieri dell’area protetta. “Nel rispetto delle buone regole di queste attività, nessun operatore serio si avventura con gruppi più numerosi di 20/25 unità, ma soprattutto gli operatori turistici locali, per proporre le loro attività sul sito del Parco hanno l’obbligo di segnalare lungo quali sentieri si muoveranno, di rispettare tutti i regolamenti vigenti e in particolare la disciplina di fruizione turistica adottata dal parco nell’agosto del 2020, dopo circa due anni di concertazione con gli operatori stessi. La disciplina di fruizione turistica individua le aree in cui poter svolgere attività escursionistica discriminando sia in merito agli orari (nelle zone A di riserva integrale le escursioni sono vietate in orari compresi tra le 22.00 e un’ora prima dell’alba del giorno dopo, mentre nelle zone B il divieto di escursione vige dalle 24.00 a un’ora prima dell’alba), sia in merito alle modalità di accesso (sono cioè stati individuati i percorsi lungo i quali è vietata o limitata l’escursione con i cani, con le MTB e con gli equidi). Il tutto disponibile con apposita cartografia dedicata sul sito del Parco. Il suddetto provvedimento introduce inoltre il divieto di abbandonare i sentieri del Parco nelle zone A e B al fine di assicurare aree di riservatezza alla fauna e limitare l’impatto su specie e habitat.”

“La questione più paradossale – aggiunge il Parco – in assoluto di tutta questa storia è che proprio la disciplina sulla fruizione turistica del Parco, che va esattamente nella direzione auspicata dalle Associazioni sopra riportate, ha sollevato alcune polemiche da parte di un’altra associazione nata addirittura per la “tutela degli escursionisti e scialpinisti” (ATES), che critica aspramente il provvedimento perché non lascerebbe agli escursionisti e a chi vuole fare scialpinismo la possibilità di poter esercitare liberamente gli sport citati (scialpinismo e sci escursionismo) e altro, in aree esterne a quelle della rete sentieristica ufficiale. Quindi, non solo ATES ignora (strumentalmente?) il significato della disciplina di fruizione turistica, ma si evince chiaramente la totale mancanza di sensibilità verso il tema del disturbo della fauna.”

Punto 3. Il rifugio-albergo

Nel comunicato AIW si faceva riferimento alla presenza nell’area interessata dalla ciaspolata sotto accusa, di un rifugio-albergo. Il PNALM si è espresso anche a tale proposito, raccontando della richiesta, avanzata da alcune associazioni firmatarie dell’appello per le ciaspolate, di annullare un finanziamento assegnato al Comune di Lecce nei Marsi per l’efficientamento energetico della struttura sita in località La Guardia, o di procedere all’abbattimento della stessa.

“Altra polemica inutile – risponde il Parco – visto che il fabbricato, che ha quasi la stessa età del Parco, ricade ben all’esterno dei confini” e dunque non è sottoposto alle norme di conservazione dell’Ente. Si aggiunge che l’edificio sia “ben distante dalle faggete vetuste”, la cui importanza è nota al Parco come al Comune, d’intesa con il quale l’Ente ha deciso di far diventare il sito delle faggete vetuste una riserva integrale. L’invito del Parco, rivolto alle Associazioni, cui viene riconosciuto il “ruolo indispensabile” e il “diritto di critica”, è di basare tale diritto sulla “conoscenza dei fatti, sulla oggettività, sull’assenza di pregiudizi e sul rispetto reciproco dei ruoli per evitare di inficiare la credibilità e il lavoro di tutti.”

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