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É vero che sull’Etna non possono esserci valanghe?

Con l’arrivo di una grande perturbazione che ha colpito in centro-sud dello Stivale, torna d’attualità il tema del pericolo valanghe in una zona del paese dove questo tipo di eventi sono meno frequenti quindi l’attenzione dei frequentatori della montagna più bassa. In particolare, sull’Etna che secondo alcune false credenze sarebbe esente da questo tipo di rischi, nonostante i suoi 3357 metri di quota che la rendono una montagna assimilabile a molte cime alpine per altitudine. Abbiamo quindi contattato Francesco Zipper, medico e decano del Soccorso Alpino Siciliano per sfatare questo mito.

È vero che sull’Etna le valanghe non si staccano?

“Assolutamente no – esordisce Zipper, sicilianissimo, nonostante il cognome da altoatesino – e per fortuna abbiamo tutta una serie di casistiche a supporto. Negli anni ’90 per esempio si verificò un incidente da valanga che coinvolse due scialpinisti sul versante nordovest della Muntagna. Fortunatamente fu un distacco piccolo che non provocò conseguenze perché entrambi riuscirono estrarsi dalla massa nevosa in autonomia. Più di recente, nell’inverno del 2017 dopo una nevicata molto abbondante, si verificarono alcuni distacchi spontanei di grandi dimensioni sul versante est, nella zona della Valle del Bove che fu spazzata per oltre 1000 metri di dislivello.”

Allora perché tra i numerosi appassionati di neve che tutti gli inverni convergono sul vulcano più alto d’Europa si afferma il contrario?

“Sinceramente non me lo so spiegare nemmeno io. È vero che a queste latitudini il processo di stabilizzazione della neve è rapido grazie a un irraggiamento solare più forte rispetto alle regioni del nord. Ma al contempo le condizioni meteorologiche generano situazioni a rischio molto elevato. Alludo al vento che qui è più frequente e forte rispetto alle Alpi ed è in grado di creare accumuli e placche estremamente insidiosi. E al fatto che spesso le nuove nevicate si depositano su superfici ghiacciate, cioè piani di scivolamento ideali per l’innesco di una valanga. L’esperienza, in effetti, ci insegna che gli incidenti sono molto rari, ma sono anche elevate le probabilità che possano verificarsi. Tra quote elevate, versanti ripidi, canali e cornici di neve pronte a crollare, gli ingredienti ci sono tutti.”

Come si comportano i frequentatori dell’Etna?

“In generale osservo una sottovalutazione del rischio. E non parlo dei frequentatori cosiddetti inesperti che vengono a giocare con la neve nei fine settimana. Mi riferisco soprattutto agli scialpinisti esperti del nord: Artva, sonda e pala fanno parte dell’equipaggiamento che bisogna sempre avere nelle Alpi, ma qui, chissà perché, ci si sente autorizzati a lasciarli a casa. Oltretutto, con l’incremento di frequentazione che registriamo di anno in anno, aumentano anche le probabilità di incidente.”

Come è attrezzato il Soccorso Alpino Siciliano per un eventuale intervento in valanga?

“Da un punto di vista operativo, tutti i nostri tecnici si formano e si esercitano regolarmente nell’utilizzo di Artva, sonda e pala, al pari dei colleghi delle altre regioni. E come noi, anche il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di stanza a Nicolosi (CT). Le criticità sono logistiche perché sull’isola mancano gli elicotteri in grado di intervenire in tempi rapidi con il trasporto in quota delle squadre. In un’operazione tempo-dipendente come la valanga non basta essere preparati perché se ci vogliono ore a piedi per raggiungere il luogo di un incidente, diventa tutto inutile.”

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Un commento

  1. Bello questo ragionare su credenze di credenti.
    Le valanghe non esistono dove non c’è neve, altrimenti esistono e spesso basta poco.

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