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20 ore sotto una valanga, il racconto dello scialpinista recuperato in Val Badia

La scorsa settimana il Soccorso Alpino altoatesino si è reso protagonista di un intervento di recupero in Val Badia molto delicato, definito a posteriori anche dai medici un miracolo: dopo una notte semisepolto da una valanga, in cui le temperature hanno raggiunto i -10°C, uno scialpinista veneto è stato ritrovato ancora in vita, nella mattina del 27 gennaio. Come è possibile? A raccontarlo è lo stesso protagonista della vicenda, in una intervista video rilasciata all’ANSA, condivisa sui canali social del Soccorso Alpino e Speleologico Nazionale.

“Una toccante testimonianza di Carluccio Sartori, lo scialpinista veneto sopravvissuto la scorsa settimana in val Badia per oltre 20 ore sotto una valanga. Tra tante brutte notizie che spesso siamo chiamati a dare su questa pagina, una bella notizia che abbiamo piacere a condividere con voi”, il commento a corredo del CNSAS.

Nell’intervista Sartori dettaglia come sia stato in grado di crearsi quello che definisce “un imbuto” nella neve, un buco da cui per tutta la notte ha fissato le stelle, e evidenzia il grande impegno posto nel restare lucido, con un pizzico di ironia affermando che a tornargli utile sia stata la visione di film di alpinismo in cui capita che chi si addormenti in caso di incidenti in quota, al freddo e nella neve, generalmente muoia. Ha dunque cercato di non addormentarsi e fare un po’ di micro-ginnastica per salvarsi la vita. Ciò che non dimenticherà mai sarà il rumore dell’elicottero che ha segnato la fine di una tremenda disavventura.

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