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Tutti al cinema a a vedere Le otto montagne!

A pochi giorni dal Natale, arriva finalmente al cinema “Le otto montagne”. Un bel regalo per quanti, dopo essersi innamorati della storia di amicizia tra le vette valdostane, raccontata da Paolo Cognetti nell’omonimo romanzo, Premio Strega 2017, non vedano l’ora di apprezzarne la trasposizione cinematografica. Il film, nelle sale italiane dal 22 dicembre, diretto dai belgi Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, ha conquistato la Giuria di Cannes lo scorso maggio, e vede come protagonisti gli attori italiani Luca Marinelli e Alessandro Borghi. Il primo nei panni del cittadino, Pietro, il secondo del montanaro, Bruno. Il film sarà distribuito nelle sale italiane da Vision Distribution, che in queste settimane di attesa ha regalato al pubblico qualche anticipazione video (vi consigliamo di fare un salto sulla pagina Facebook della società).

Una montagna vera e due amici veri

Borghi e Marinelli, due attori di talento legati da una profonda amicizia, nata nel 2015 sul set di “Non essere cattivo” di Claudio Caligari, che per certi versi ricorda quella raccontata nel romanzo di Cognetti, in quanto, come i due protagonisti Bruno e Pietro, le cui vite si dividono per qualche anno seguendo rotte diverse, non hanno avuto modo per anni di condividere nuovamente un set

Sognavo da tanto di poter tornare a recitare con Luca – ha dichiarato Borghi a Cannes – Durante il provino, insieme abbiamo pianto, riso, speravo non finisse mai. Quand’è finito mi sono detto, ‘anche non dovessero prendermi sono felice lo stesso’“.

La scelta dei registi belgi di puntare sulla coppia di attori e amici romani ha trovato pieno apprezzamento da parte di Cognetti, per il quale due elementi erano essenziali per la buona trasposizione cinematografica del film: “Era importante che la montagna fosse vera e i due amici fossero veri.”

E anche sul punto “montagna vera” i registi si sono trovati allineati con lo scrittore. Il film è stato infatti girato in Valle d’Aosta, la terra in cui nasce e si conserva, nel libro di Cognetti, l’amicizia tra Bruno e Pietro. Terra in cui lo stesso Cognetti ha ospitato (presso il suo rifugio) e guidato Borghi e Marinelli.

“Eravamo già dentro il film prima che iniziasse”

“Luca è arrivato mesi prima dell’inizio delle riprese, era aprile, non c’era nessuno quel giorno lì, io ero agitato, ho fatto le pulizie, c’era neve e abbiamo fatto una camminata – ha raccontato Paolo Cognetti al Corriere della Sera – . Ricordo che Laki, il mio cane, che non è gentile come me, ha timbrato l’orecchio al cagnolino che Luca si era portato dietro. Un bel morso minaccioso, per mettere in chiaro come stanno le cose in montagna”. I due hanno trascorso insieme, un po’ come i protagonisti del romanzo, del tempo in rifugio e in quota, tra i sentieri. Marinelli, come ammette a posteriori Cognetti, ha avuto modo in quelle settimane di cambiare il suo modo di camminare in montagna, arrivando ad essere così pronto a rivestire il ruolo di Pietro.

“Passeggiare con Paolo significa mettere in gioco sé stessi, non è una passeggiata, è un’avventura“, il ricordo a tal proposito di Marinelli.

Borghi è arrivato più tardi, da Roma per diventare un montanaro. E lo ha fatto con impegno, prendendo anche “lezioni di vita” da un pastore in alpeggio, imparando a mungere e fare il formaggio. “Un posto che ti fa sentire piccolo, che ti rimette al tuo posto”, questa secondo Borghi è la montagna. Un luogo in cui ci si sente al sicuro se si è insieme. In cui, guardando l’orizzonte immenso, viene spontaneo rifugiarsi nell’affetto dell’altro.

Il periodo vissuto in quota in compagnia di Paolo Cognetti, prima di iniziare le riprese, ha rappresentato un passo importante di maturazione di una amicizia nata sul set e in ambiente cittadino. Senza forse accorgersene, Alessandro e Luca si sono trasformati in Bruno e Pietro. “Eravamo già dentro il film prima che iniziasse”, sintetizza Cognetti, ricordando il giorno in cui ha presentato i due attori agli amici storici locali Remigio e Gabriele, ispiratori del personaggio di Bruno, assieme ai quali si sono ritrovati a scivolare sulla neve e bere vino e caffè nella calda atmosfera di una capanna. “Guardavo tutto questo come un bambino cui la vita ha fatto un regalo, vedevo tutti assieme, Gabri e Remigio, Luca e Alessandro, sorridevo e facevo foto, era la felicità.”

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