News

Una corsa a ostacoli per il Guinness Record all’Everest. Era davvero necessaria?

In questi giorni si sta tenendo ai piedi dell’Everest una inconsueta competizione che ha in animo l’ottenimento di un Guinness Record. Si tratta di una corsa a ostacoli, che dovrebbe essere diventare la più alta al mondo.

Dopo una fase di avvicinamento e acclimatamento, arrivati al campo base i concorrenti affronteranno la propria sfida in un percorso circolare con partenza e arrivo da Gorakshep (5.130 m) passando per Kala Patthar (5.644 m). Durante la corsa troveranno sul percorso diverse prove a ostacoli da superare, tra cui travi, reti di corde, sacchi di sabbia da trasportare, muri che dovranno essere superati arrampicando, lanciandosi o strisciando a terra, ecc. Ogni ostacolo potrà richiedere massimo tre tentativi, chi non ce la fa ottiene delle penalità sul tempo. Data la carenza di ossigeno, ogni concorrente sarà controllato da un medico dopo ogni prova. Vince chi impiega il minor tempo a completare il maggior numero di ostacoli. Per la discesa è inoltre prevista una maratona fino a Namche Bazaar. Costo per partecipare poco meno di 6500 sterline, quasi 7500 euro. Ad organizzare la Altitude OCR.

Il principio è quello della più famosa Spartan Race, ma replicato dagli organizzatori della Altitude OCR nell’aria sottile dello spettacolare Tetto del Mondo. Una scelta di sicuro impatto, soprattutto mediatico e di marketing, ma poco condivisibile essendo quello che circonda l’Everest un ambiente molto fragile e già tartassato turismo commerciale di massa, che porta ogni anno decine di migliaia di escursionisti e alpinisti ad affollare la Valle del Khumbu con grossi problemi di inquinamento e non solo. Nel caso di questa corsa a ostacoli non si può nemmeno sostenere che il sacrificio è bilanciato dai benefici lavorativi ed economici che ne traggono le popolazioni locali. L’ennesima attrazione di un circo già fin troppo affollato e che si allontana da modelli di turismo più sostenibili, etici e soprattutto rispettosi delle località a cui oggi, con la consapevolezza che abbiamo relativamente alle tematiche ambientali, dovremmo aspirare.

L’appuntamento al campo base dell’Everest non è tra l’altro l’unico, ma è il secondo della Altitude OCR, iniziata nel 2021 sul Kilimanjaro e che proseguirà nel 2023 sul Monte Apo nelle Filippine; sul Vinson in Partetide nel 2024; in Australia nel 2015 sul Kosciusko; nel 2016 sull’Aconcagua e per finire nel 2027 sul Denali.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close