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Valtellina, scoppia la guerra dell’acqua

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SONDRIO — Ci sono due cascate che rischiano di scomparire, in Valtellina. Due cascate tanto amate e necessarie alla popolazione locale quanto ambìte dai colossi dell’energia che ne vorrebbero sfruttare le acque. Si tratta dei salti del torrente Roasco in Val Grosina, simbolo di una battaglia che nei prossimi giorni potrebbe diventare incandescente.

Da una parte i residenti, che si battono contro lo sfruttamento dei loro torrenti. Dall’altra l’Aem, l’azienda energetica milanese e le sue consociate. Un colosso multiutility che ha centrali elettriche disseminate in tutta la Valtellina. E che nel piano energetico prevede la costruzione di una nuova centrale elettrica in località Fusino, dove peraltro esiste già una diga che serve la centrale di Grosio, a pochi chilometri di distanza.
 
Un progetto che prevede anche una serie di condotte forzate che andranno a captare l’acqua del torrente Roasco. Quattro prese – due in Val di Sacco e due in Val d’Eta – destinate a prosciugare le due splendide cascate. Visto che l’acqua verrebbe fatta confluire in una galleria di 10 chilometri scavata nella montagna. Per poi arrivare alla nuova centrale costruita in una caverna a 1200 metri di quota.
 
Un progetto ambizioso, che sarebbe già a buon punto. Nei giorni scorsi i tecnici della Regione, dell’Aem, della Comunità montana e dei Comuni interessati hanno fatto un sopralluogo per valutarne l’impatto ambientale.
 
Ad accoglierli, però, hanno trovato una sessantina di cartelli e striscioni più che eloquenti. Del tipo: "Giù le mani dalla cascata", "Toglietemi tutto ma non la mia acqua". Indice di un malcontento crescente nella valle.
 
In pochi giorni sono state raccolte oltre mille firme. Che si aggiungono alle migliaia raccolte tempo fa contro la costruzione di altri impianti nel resto della Valtellina. Firme di persone che sostengono che il gioco dell’energia non valga la candela. "Il costo ambientale è troppo elevato rispetto ai benefici per il nostro territorio", ha detto al Corriere Rossana Piuselli dei Comitati spontanei. Mentre la protesta si sta allargando al resto della Valtellina. "La Val Masino e soprattutto la Val di Mello per esempio – spiega Jacopo Merizzi dei comitati – è una valle monumentale, conosciuta in tutto il mondo, con un turismo perfino esagerato. Deturpare un ambiente che è una fonte di guadagno, per costruire una centrale, mi sembra una follia. Soprattutto perchè gran parte delle acque valtellinesi sono già sfruttate". 
  
In effetti, il 46 per cento dell’energia idroelettrica lombarda è prodotto dalla provincia di Sondrio. E così il 12 per cento di quella nazionale. Mentre in Valtellina la quasi totalità delle acque superficiali (ben il 92 per cento) è utilizzata a fini energetici.
 
Il progetto Aem prevede che le acque sfruttate dalla nuova centrale vengano rilasciate e sfruttate dalla diga e dall’altra centrale di Grosio. Il tutto condito da un elettrodotto a 130mila volt lungo 6 chilometri, che porterà l’energia verso la pianura.
 
Si tratta di un business enorme. Di cui ai Comuni di montagna, spesso, non restano che le briciole. "La partita è molto ampia – spiega il sindaco di Grosotto Tiziano Trinca Colonel -, in ballo ci sono le concessioni presenti e future per lo sfruttamento delle acque stabilite dalla Regione, da cui i Comuni per ora sono praticamente tagliati fuori".
 
Concessioni trentennali che, detto per inciso, non riguardano solo la Aem ma anche una nutrita schiera di privati che hanno richiesto autorizzazioni per la costruzione di piccole centrali.
 
"E’ evidente che gli enti locali non possono rimanere essere esclusi dal processo di gestione delle risorse del territorio" continua Trinca."Devono poter dire la loro su progetti che interessano direttamente il loro territorio. Il primo punto, per noi, è la tutela dell’ambiente in cui viviamo. Ambiente che per certi versi – quello turistico, per esempio – è anche una fonte importante della nostra economia. Se poi i progetti hanno tutti i requisiti ambientali necessari, crediamo che ai comuni vada riconosciuto un quid in più per lo sfruttamento a fini energetici di risorse naturali come l’acqua".
 
L’Aem, per voce del responsabile del settore idroelettrico Ferdinando Bondiolotti, per ora si dice possibilista. "Ci stiamo attenendo al piano energetico lombardo, che prevede nuova energia da fonti idroelettriche", ha detto al Corriere. "Ma siamo sensibili e disponibili a rivedere il progetto di Grosio e accogliere migliorie".     
 
Il problema, tuttavia, va ben oltre il caso specifico e confini locali. In attesa di un riassetto "futuribile" dell’intero sistema,la Valtellina ha deciso di muoversi. Oltre alla mobilitazione della popolazione, il comune di Grosotto ha presentato alla Regione parere contrario al progetto Aem. Lo stesso ha fatto Grosio.

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