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Scoppia un incendio vicino al campo base, Kilimanjaro a fuoco per 24 ore

Nella serata di venerdì 21 ottobre un incendio è divampato sul Kilimanjaro (5895 m), a una quota di circa 4000 metri, non distante dal Karanga Camp, punto di appoggio degli alpinisti in salita verso la vetta più alta d’Africa. Per contenere le fiamme, alimentate dal forte vento, sono state necessarie oltre 24 ore di incessante attività sul campo da parte di centinaia di persone, tra cui vigili del fuoco, personale del parco nazionale e civili. I video condivisi sui social mostrano un inferno di fuoco e fumo.

Nella giornata di domenica finalmente la situazione è stata dichiarata sotto controllo. L’incendio non ha causato vittime. Parlando alla BBC, un membro di un tour operator locale che ha aiutato nella campagna di spegnimento ha affermato che l’incendio non si sia diffuso ai sentieri o ai campi installati sulla montagna, condizione che ha diminuito il rischio di vittime. A pagarne le conseguenze, come già accaduto in passato, è stata la vegetazione del Kilimanjaro National Park, patrimonio mondiale Unesco.

Due anni fa il Tetto d’Africa è stato devastato da un incendio durato una settimana che ha causato la distruzione di migliaia di ettari di bosco.

La causa dell’incendio di venerdì scorso resta sconosciuta ma come dichiarato dal professor Eliamani Sedoyeka del Ministero delle risorse naturali e del turismo della Tanzania, l’ipotesi più accreditata è che il fuoco sia divampato per noncuranza di qualche alpinista o raccoglitore di mele.

Che dietro le fiamme ci sia la mano dell’uomo è tesi sostenuta anche da Herman Batiho, un funzionario dell’autorità dei parchi nazionali della Tanzania, che ha affermato di essere “certo” che la colpa sia tutta umana, magari connessa al bracconaggio illegale o all’estrazione del miele da parte della gente del posto.

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