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La montagna che torna a vivere: dopo 50 anni nel piccolo borgo di Ostana riapre la scuola

Oltre 50 anni fa le fabbriche della pianura e le opportunità offerte dalle città davano avvio a un lungo e drammatico processo di spopolamento delle Alpi occidentali che, come in un circolo vizioso, ha portato alla progressiva riduzione della popolazione, alla conseguente diminuzione dei servizi fino all’evento che solitamente dava un colpo di grazia alle comunità di montagna: la soppressione delle scuole nelle valli che costringeva le poche famiglie rimaste all’abbandono delle terre alte. Lunedì 3 ottobre, nel piccolo borgo di Ostana abbarbicato sulle pendici della Valle Po in provincia di Cuneo, riaprirà per la prima volta una scuola dopo la definitiva chiusura delle aule alla fine dell’anno scolastico 1971/1972.

Si tratta di un asilo nido, rivolto a bambini tra 1 e 3 anni, che l’amministrazione comunale e la cooperativa di comunità Viso a Viso hanno deciso di avviare per rispondere alle esigenze di un territorio che negli ultimi 10 anni è tornato a popolarsi di attività economiche e, ovviamente di famiglie con bambini. Il nome, “O”, rappresenta in estrema sintesi il suono che i bimbi esprimono di fronte alla meraviglia e gli adulti di fronte allo stupore. Paradossalmente, una parte degli iscritti salirà dai paesi più a valle, al contrario di quanto hanno dovuto fare generazioni di loro predecessori negli ultimi 50 anni.

Come è nata questa idea?

È stato tutto molto rapido e semplice – racconta una raggiante Silvia Rovere, sindaco di Ostana – sull’onda del successo riscontrato dal centro estivo che abbiamo aperto la scorsa estate con la nostra cooperativa di comunità. Era una necessità espressa dalle famiglie di qui e dei paesi limitrofi come Oncino e Crissolo, ma non solo perché anche altri centri più grandi del fondovalle come Paesana e Sanfront sono privi di un nido. Così abbiamo individuato uno spazio molto adatto e bello nel centro polifunzionale del comune e soprattutto abbiamo trovato un’educatrice disponibile a venire quassù e a sposare la nostra filosofia. Vogliamo che i bambini trascorrano tanto tempo all’aria aperta in un’atmosfera rilassante e famigliare. In più, la maestra ha il brevetto per insegnare acquaticità e porterà i bimbi nella piscina del nuovo centro benessere che sarà inaugurato a breve.

Quanti bambini inizieranno l’anno scolastico lunedì prossimo?

Al momento abbiamo 6 iscritti con 8 posti totali. Sono numeri piccoli, ma molto significativi per il nostro territorio e per i paesi più a valle, visto che alcune famiglie manderanno i loro bimbi da Paesana con i mezzi pubblici. Proprio l’aspetto dei trasporti era un altro tema sul quale cercavamo delle soluzioni con l’obiettivo di evitare ai genitori quei noiosi e cosatosi avanti e indietro in automobile per accompagnare e andare a prendere i figli a scuola. Da quest’anno infatti, sia i bambini che salgono da noi al nido, sia quelli più grandi, che da qui scendono alle scuole materne ed elementari, potranno utilizzare l’autobus pubblico grazie alla presenza di un volontario del Servizio Civile che li accompagnerà e se ne prenderà cura in tutte le tratte.

Che spese avete affrontato per organizzare il servizio?

In realtà nessuna perché i locali destinati all’asilo sono di proprietà comunale, già dati in gestione alla cooperativa Viso a Viso che si finanzierà con le rette dei bambini iscritti. Anzi, ci consente di ricevere i contributi governativi per i servizi alla prima infanzia che devolveremo all’acquisto di materiali didattici e al miglioramento della struttura. Certamente, però, la facilità con cui abbiamo attivato il nido è merito di un lavoro di pianificazione avviato ormai tanti anni fa, anche dall’amministrazione che ci ha preceduti. Il bellissimo centro polifunzionale, progettato dal Politecnico di Torino, è stato inaugurato già nel 2015 e aspettava soltanto questa occasione per essere ulteriormente animato e vissuto.

Dieci anni fa, si è trasferita da Torino, dove aveva il classico posto fisso, per venire a gestire il rifugio Galaberna. Poi nel 2016, suo figlio Pablo è stato il primo neonato di Ostana dopo 28 anni. Cosa è cambiato da allora?

Ah se ci fosse stato un asilo nido, quando i miei figli erano piccoli, sarebbe stato tutto più facile per noi. A parte le battute, l’obiettivo è portare Ostana a essere un paese sempre più vivo e vissuto. Per fare ciò occorre offrire proprio quei servizi basilari di cui io e mio marito sentivamo la mancanza quando decidemmo di trasferirci qui.

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