Ambiente

Anche sui ghiacciai c’è vita, ma per quanto?

A qualcuno i ghiacciai potrebbero sembrare dei luoghi desolati e privi di vita, ma è davvero così? Ne abbiamo parlato con Mauro Gobbi, ricercatore del Museo delle Scienze (MuSe) di Trento che si occupa soprattutto di ecologia degli ambienti di alta quota, e in maniera specifica degli effetti dei cambiamenti climatici e ambientali sulla biodiversità alpina.

I ghiacciai sono un habitat?

Dal punto di vista scientifico, per parecchi decenni non si è lavorato sugli ambienti glaciali perché non venivano considerati un habitat, quindi un ambiente dove potesse esserci vita. Questo è avvenuto nonostante ci fossero alcuni scritti lasciati da alpinisti e frequentatori della montagna già nellOttocento: per esempio, Antonio Stoppani, grande alpinista e grande geologo, al quale sono anche dedicati parecchi rifugi, nel suo libro “Il Bel Paese. Conversazioni sulle bellezze naturali la geologia e la geografia fisica dItalia” parla delle Alpi e racconta che sulla superficie dei ghiacciai ci sono degli organismi piccoli, neri, saltellanti, simili a delle pulci. È forse una tra le prime citazioni di vita di organismi sul ghiacciaio, ma non è bastata a far iniziare i primi rilievi. Questo era il riflesso di una visione estremamente antropocentrica: si tratta di un ambiente estremo, dove nessun essere umano sarebbe in grado di vivere, di conseguenza non si pensava ci fossero degli organismi in grado di farlo…

Chi abita e frequenta i ghiacciai

Solo negli ultimi decenni – parliamo di meno di ventanni fa – sono iniziati i primi studi scientifici sulla biodiversità degli ambienti glaciali e si è scoperto che non sono degli ambienti privi di vita, tuttaltro: sui ghiacciai possiamo trovare una grande varietà di organismi, da quelli più piccoli, i microrganismi, fino a quelli più grandi. Nel ghiaccio e sul ghiaccio vivono stabilmente comunità di batteri, di lieviti, di funghi, di alghe – anche di piante, ma soprattutto in quei ghiacciai che a seguito dei cambiamenti climatici si stanno coprendo di detrito roccioso -, di insetti e di ragni. Questo significa che sono degli organismi che riescono a compiere interamente il loro ciclo vitale in questo ambiente, qui si riproducono, mangiano e muoiono.

Poi ci sono tutta una serie di organismi che frequentano periodicamente il ghiacciaio, che può essere un luogo dove fermarsi per alimentarsi, come fanno alcuni uccelli migratori, o che può rappresentare un corridoio, ovvero uno di quegli ambienti che permettono ad alcuni animali – come stambecchi, camosci, o anche orsi – di muoversi da un versante allaltro della valle comodamente, su una superficie in alcuni casi semipiana.

Possiamo quindi definirli habitat, e sono tutelati dall’Unione Europea tramite la Direttiva Habitat; per questo motivo la loro salute deve essere monitorata a seguito dei cambiamenti climatici in corso, che stanno portando in alcuni casi allestinzione loro e di tutta la biodiversità che sostengono.

Organismi che si sono specializzati a vivere sui ghiacciai

Gli organismi che vivono sui ghiacciai o comunque negli ambienti limitrofi hanno un livello di specializzazione – e quindi di adattamento per vivere in ambienti che noi consideriamo estremi – elevatissimo. Nel momento in cui si dovesse togliere loro il ghiacciaio morirebbero, proprio perché sono adattati a vivere con temperature medie annuali molto basse, intorno agli zero gradi. Vivendo sul ghiaccio devono evitare di congelarsi e quindi dal punto di vista metabolico e fisiologico sono in grado di sviluppare delle sostanze anticongelanti allinterno del corpo: producono proteine e zuccheri che abbassano il punto di congelamento. Pensando agli insetti, essi si servono sì di queste sostanze, ma allo stesso tempo hanno anche le zampe decisamente più lunghe rispetto a quelli che vivono in altri ambienti, per mantenere il corpo più sollevato rispetto alla superficie glaciale. Un altro adattamento che hanno gli organismi per vivere in questi ambienti estremi è quello di avere una colorazione del corpo tendenzialmente scura per attirare i raggi solari e quindi scaldarsi più facilmente e raffreddarsi meno. Alcuni insetti hanno delle colorazioni metalliche per riflettere i raggi ultravioletti e quindi non avere danni al DNA – lo stesso effetto che noi otteniamo mettendo la crema solare.

È estremamente ridotta anche la finestra temporale per poter studiare questi organismi, dal momento che si va dalla primavera allautunno, ma non quelli del nostro calendario, bensì quelli di chi vive sul ghiacciaio, che vanno da quando fonde la neve a quando torna, indicativamente dallinizio di luglio a metà-fine settembre. In inverno sappiamo solo che questi organismi rimangono vitali, nellinterfaccia che cè tra il ghiaccio e la neve, ma purtroppo non è possibile riuscire a studiarli sul posto, perché i ghiacciai sono coperti da metri o addirittura decine di metri di neve.

Cè, però, un pesante scotto da pagare per tanta specializzazione, come ci insegna levoluzione: aumenta, infatti, il rischio di estinzione, perché non cè la capacità di adattarsi velocemente ad altre caratteristiche ambientali. Nel momento in cui vengono a mancare determinate condizioni microclimatiche, o trovi delle aree – definite aree di rifugio – dove puoi spostarti perché sono zone che mantengono ancora quei requisiti idonei per la tua sopravvivenza, oppure ti estingui. Non cè un piano B per questi organismi.

L’unicità e l’importanza dei ghiacciai

La cosa preoccupante sulla quale noi esseri umani dobbiamo sensibilizzarci è che il nostro Pianeta sta perdendo il ghiaccio e i ghiacciai, pur essendo riconosciuti come habitat, non sono un habitat che possiamo replicare, come magari possiamo fare con una foresta o un prato. Non possiamo ricrearli, per esempio, in unaltra zona delle Alpi. Sono quegli habitat che una volta persi sono persi per sempre e automaticamente perdiamo anche quella risorsa naturalistica preziosa che è la biodiversità – esclusiva – di questi ambienti estremi. Le Alpi sono famose in tutto il mondo per la ricchezza di specie endemiche, di specie esclusive che si possono vedere o solo sulle Alpi o addirittura solo in certe loro zone. Ogni ghiacciaio racconta una storia differente, difficilmente possiamo confrontare un ghiacciaio delle Dolomiti con uno presente in Valtellina, perché ci sono regimi di piovosità e nevosità differenti, regimi termici diversi, e questo nei secoli e nei millenni ha portato ad avere comunità di organismi distinti, anche se magari con adattamenti simili per convergenza evolutiva.

Quale è l’impatto dell’uomo?

Leffetto che luomo, con le sue attività, ha in maniera diretta su questi organismi non è ancora stato “misurato” nel dettaglio: sono infatti partiti solo negli ultimi anni alcuni progetti volti a investigare limpatto delle attività antropiche – come per esempio la copertura di porzioni di ghiacciaio con i teli geotessili o gli impianti sciistici. Qualsiasi azione fatta dalluomo su un habitat, indipendentemente dal fatto che si tratti di un ghiacciaio o un altro ambiente, va a portare degli impatti. Quello legato agli ambienti glaciali è comunque un discorso molto complesso. Un ghiacciaio è un habitat, ma è anche una realtà culturale dalla quale dipende leconomia di una società, in termini di disponibilità di acqua e fruizione turistica, bisogna guardare sia i problemi che ci possono essere da un certo punto di vista, sia i vantaggi che vengono tratti da un altro. Cè da dire che i ghiacciai dove vengono effettuate queste attività sulle nostre Alpi non sono molti, quindi verosimilmente per ora limpatto dovrebbe essere abbastanza circoscritto. Bisogna comunque aspettare i dati scientifici per poter esprimere unopinione che non si limiti a essere soltanto personale.

Il cambiamento climatico che è in atto ci deve portare a rivisitare il nostro approccio con la montagna, dobbiamo ragionare in maniera lungimirante, per creare nuovi standard di vita in questi luoghi. I ghiacciai ci portano gli esempi più eclatanti degli effetti dei cambiamenti climatici e paradossalmente lo stanno facendo con una scala temporale molto più breve di quanto ci si aspettasse. Stiamo percependo allinterno dellarco di vita di ciascuno di noi questi forti cambiamenti: una volta si diceva “quando ero piccolo il ghiacciaio era molto più esteso”, adesso siamo già arrivati al “ti ricordi lanno scorso dove arrivava il ghiacciaio?”

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Un commento

  1. Mah: “dobbiamo ragionare in maniera lungimirante, per creare nuovi standard di vita in questi luoghi”, che significa?

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