Meridiani Montagne

La tradizione e la rinascita delle valli del Monviso nel nuovo numero di Meridiani Montagne

In edicola è uscito il nuovo numero di Meridiani Montagne dedicato al Monviso, storica e simbolica montagna che ha visto la nascita del Cai nel 1863 e alla tradizione e alla rinascita della Valle Varaita e della Valle Po.

Si racconterà l’alta quota ripercorrendo la storica salita al Quintino Sella, ma non solo: la monografia di Meridiani Montagne diventa infatti l’occasione per conoscere la nuova linfa vitale che caratterizza le valli del Monviso grazie alle nuove generazioni; lo fa attraverso il racconto di alcune stori imprenditoriali accomuniate da un unico fil rouge: risorse locali, rispetto della tradizione, capacità di innovazione.

Immancabile la natura protagonista nel racconto del bosco dell’Alevé e della foresta di pino cembro più estesa delle Alpi.

Parola al direttore

A presentarci il numero 118 di Meridiani Montagne “Monviso. Valle Varaita e Valle Po” il direttore Paolo Paci:

Abbiamo scalato il Monviso… perché è una bellissima montagna, e questo potrebbe bastare. Spesso scegliamo le cime perché la loro forma ci fa sognare: un campanile slanciato, una cattedrale di creste e canaloni, una piramide perfetta, com’è appunto il Monviso quando lo osservi dalla Pianura Padana, totem isolato e maestoso che buca solitario il tramonto.

Ma l’abbiamo scalato soprattutto perché il Re di Pietra è un simbolo, una montagna dell’anima. Cima sacra, se mai ce ne fosse una sulle Alpi, come scrive Enrico Camanni. Culla dell’alpinismo italiano, o almeno della sua forma organizzata nel Club alpino: data di nascita 1863, pochi mesi dopo la salita (terza assoluta) di Quintino Sella e soci. Proprio il diario di ascensione di Sella, e in parallelo la relazione del primo salitore, l’inglese William Mathews, sono stati le nostre guide sui passi dei pionieri. Cavalcare la parete sud è un appassionante viaggio nella Storia.

La via, che molti percorrono ogni anno come un pellegrinaggio, è alla portata di qualsiasi medio alpinista, ma da non sottovalutare: lunghissima, poco solida, in caso di maltempo può trasformarsi in una trappola. L’elicottero entra in azione decine di volte a stagione, ci ha detto Gianluca Bocca, guida e capostazione del Soccorso alpino di Crissolo, che ci ha accompagnato in vetta. La completa scomparsa dei ghiacciai (ciò che ne resta è nascosto sotto un manto di pietre) può ingannare: siamo sempre in alta quota, 3841 metri, e da sud anche in giornate serene sale il mare delle nebbie, che rende tutto più magico ma causa più di un problema di orientamento.

Dunque, la nostra ascensione è anche un omaggio al lavoro delle guide alpine. Quelle che ci hanno aiutato nella realizzazione di questo numero, e quelle storiche, della Valle Po e della Valle Varaita, come la dinastia dei Perotti. Dalla vetta del Monviso, poi, siamo scesi nelle valli, dove abbiamo trovato mille altre storie da raccontare…

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Un commento

  1. Che casino di gente di tutti i tipi immaginabili si incontra salendo.
    E che baccano dal bivacco fisso alla vetta.
    Una girata lunghissima se si percorre l’itinerario dei primi salitori.
    Ma Il Monviso è lì e se si ha tempo almeno in vecchiaia bisogna salirlo e guardare giù 🙂

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