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Eiger, l’incubo del crollo è diventato realtà

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GRINDELWALD, Svizzera — Un grande boato. Poi, intorno alle 19.30 di ieri, 500mila metri cubi di roccia si sono staccati dalla montagna, precipitando dal versante orientale dell’Eiger, e sollevando un’enorme nube di polvere (nella foto, la valle mezz’ora dopo il crollo). La notizia è stata divulgata da Karl Amacher, capo della sezione di Grindelwald del Club Alpino svizzero.

Da circa un mese, nella parete est dell’imponente e mitica montagna del cantone svizzero di Berna (3970 metri), si era aperta una fessura orizzontale di oltre 300 metri. Il rischio di un crollo enorme di roccia – sono due milioni i metri cubi di pietra instabili – poteva diventare realtà da un momento all’altro.
 
Già a mezzogiorno di ieri si erano staccati 1000 metri cubi di roccia da un picco laterale. E anche nel pomeriggio si erano verificate altre piccole frane. Poi, alle 20, il grande crollo di materiale, le cui dimensioni superano di gran lunga quello delle Torri Gemelle. 
 
"E’ un periodo di gran caldo, con l’isoterma sopra i 4.000 metri da diversi giorni – spiega Michele Comi, guida alpina e geologo del Comitato Ev-K²-CNR -. Questo vuol dire che l’acqua, che per gran parte dell’anno occupa le fratture della montagna sottoforma di ghiaccio, ora diventa liquida e crea instabilità."
 
"I cicli di gelo e disgelo sono uno dei principali fattori disgreganti delle rocce, perchè il volume del ghiaccio è maggiore di quello dell’acqua – continua Comi -. Nelle fratture d’alta quota, dove il ghiaccio si forma e si scioglie sempre più spesso, magari dal giorno alla notte, i rischi sono maggiori".
 
Il distacco della massa rocciosa dell’Eiger ha sollevato un’enorme nube di polvere sopra Grindelwald, ma fortunatamente il suo sviluppo è stato contenuto dalle piogge temporalesche.
 
"Le Alpi sono destinate ad erodersi, a franare completamente – conclude Comi – è il destino di tutte le montagne. Nel breve periodo, questo normale processo geologico viene accellerato dall’innalzamento delle temperature, che provoca frane e crolli come quelli dell’Eiger o, di poco tempo fa, del Dru".
 
Greta Consoli
(Foto di Fritz Balmer, tratte dal’Echo di Grindelwald)

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