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Sorpresa a Piuro, dalla “Pompei delle Alpi” riemerge una antica scacchiera

Sono ripresi in primavera, regalando nuove sorprese, gli scavi archeologici nella “Pompei delle Alpi”, Piuro, antico borgo della Val Bregaglia, cancellato da una ingente frana staccatasi il 4 settembre 1618 dal Monte Conto, che costò la vita ad oltre 1000 persone. Un disastro, tra i peggiori della storia alpina, che gli antichi abitanti della zona, non coscienti della instabilità dei versanti, legarono a un evento leggendario. Una storia che parla di un mendicante, di una povera donna che volle dargli ospitalità e di sassi trasformati in patate. La trovate qui.

Gli scavi di Piuro

Il passato di Piuro è stato sepolto in quel lontano 1618 da una valanga di roccia di un volume stimato pari a circa 6 milioni di metri cubi. All’indomani della tragedia giunsero i primi soccorsi da Chiavenna, nella speranza di trovare ancora superstiti tra le macerie. Poi furono avviati degli scavi per recuperare i beni dei cittadini, prevedendo anche pene severe in caso di furto. Si recuperarono ferramenta, legnami, suppellettili, biancheria, arredi sacri, con attenzione particolare alla ricerca delle campane della chiesa del paese.

Dopo secoli di ritrovamenti occasionali, a metà anni Sessanta del Novecento sono state avviate delle campagne di scavo, condotte su iniziativa dell’Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro. Da allora si è letteralmente scavato sempre più a fondo nella storia del borgo, viaggiando a ritroso nel tempo. I reperti recuperati nel corso degli anni stanno consentendo agli archeologi, come in una sorta di puzzle, di ricostruire quella che era la vita a Piuro prima della frana.

Il Mot al Castel, la collina delle sorprese

C’è in particolare un’area del sito archeologico che negli ultimi anni, nel corso delle campagne di scavo coordinate dal Prof. Fabio Saggioro, docente di Archeologia medioevale presso l’Università di Verona, sta regalando sorprese. Si tratta del Mot al Castel, una collinetta su cui sono stati ritrovati resti di edifici risalenti al XIV-XV secolo, pentole e vasellame da cucina in pietra ollare del XIV secolo e monete risalenti fino al X secolo, addirittura nel 2021 un ritrovamento decisamente inaspettato: sei tombe risalenti all’epoca tardo-romana.

Anno nuovo, sorpresa nuova: nel 2022 il sito del Mot al Castel ha regalato agli archeologi una scoperta molto particolare, che ci racconta come si giocava a Piuro in epoca medievale.

Una antica scacchiera medievale

Come riportato sulla pagina Facebook “Progetto Archeologico Piuro”, su cui vengono condivisi quasi in real time aggiornamenti sulle campagne di scavo nel sito, a seguito di un ampliamento sud dell’area di scavo di Mot al Castel, sono stati trovati i resti di un edificio medievale crollato. Scava e scava, tra i vari reperti riemersi, hanno destato particolare attenzione due oggetti, per usare l’aggettivo scelto dal team, “eccentrici”: una pedina da gioco e relativa scacchiera.

Se state immaginando una classica scacchiera composta da quadratini bianchi e neri, sappiate che non si tratta di quel genere di scacchiera. Si tratta di “un disco circolare, verosimilmente uno scarto di produzione di pietra ollare, sul quale sono presenti dei solchi che formano geometrie di quadrati e diagonali” che non è ancora chiaro a quale gioco potesse servire.

Se a questo punto vi state domandando quali giochi potrebbero mai essere fatti con una scacchiera, che non siano scacchi o dama, è il momento di aprire una parentesi sulla storia delle scacchiere. Il gioco della dama presenta un antenato dal nome particolare: Alquerque. Un gioco da tavolo astratto, di origini antiche e poco chiare. Si ritiene sia nato in Medio Oriente e sebbene i primi riferimenti scritti risalgano al X secolo (il termine “Alquerque” deriverebbe da El-qirkat, nome con cui il gioco si trova descritto nel manoscritto arabo “Kitab al-aghani” del X secolo), alcune incisioni di tavolieri ritrovate nelle tombe egizie portano a ipotizzarne una conoscenza già nel 2000 a.C. In Europa si diffuse ampiamente in epoca medievale, tra fine XIII e inizio XIV secolo.

La scacchiera dell’Alquerque si compone di 4 trie, dove per tria si intende un quadrato diviso in 8 spicchi da 2 mediane e 2 diagonali, disposte a quadrato, su cui si posizionano 12 pedine per parte così da occupare tutti gli incroci eccetto il centrale (25° incrocio). Le regole, senza entrare troppo nel dettaglio, risultano similari alla dama ma ci si può muovere anche in avanti e di fianco, non solo in diagonale. L’ipotesi che verrà verificata prossimamente con studi di laboratorio è che la scacchiera di Piuro fosse utilizzata per giocare a una versione semplificata dell’Alquerque.

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